Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Vieni, oh Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. Oh dolce Consolatore, dono del Padre Altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell'anima. Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola.
Sì, luce all'intelletto, fiamma ardente nel cuore, sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore.
Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male. Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio, uniti in un solo amore. Amen. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Carissimi amici, ci troviamo nell'ultima catechesi che riguarda
la conoscenza di noi stessi, queste sette catechesi in cui abbiamo considerato questa persona, cioè la nostra stessa persona. E prima di passare a conoscere le altre due persone, sette giorni che dedicheremo a conoscere la Madonna e poi gli altri ultimi sette giorni a conoscere Gesù Cristo, ci troviamo sempre, come dicevamo nella lezione precedente, in una catechesi che fa da ponte.
ed è un ponte decisivo, perciò parleremo della necessità del dono di se stessi, del dono di noi stessi. Santa Teresa parlerà molto spesso, meravigliata, della forza che racchiude questo dono di noi stessi a Dio, perché è talmente forte presso Dio stesso, che nella misura in cui io mi dono a Lui, Lui donerà se stesso a me.
E donerai i suoi doni a me. Perciò la forza di dire sì a Maria Santissima, anzitutto, per dire così sì a Gesù Cristo, costituisce una forza.
una fonte di grazie che non possiamo nemmeno immaginare. San Luigi di Maria molto spesso non sa descrivere i frutti che produce donare noi stessi alla Madonna e dirà effetti meravigliosi, la tua anima resterà meravigliata, però non riesce a descriverlo. Questo capita molto nei Santi che sono arrivati a certe unioni mistiche, lo stesso San Giovanni della Croce, Santa Teresa,
che non riescono a descriverlo con parole precise quando fanno ricorso, per esempio, alla poesia o ai canti. San Luigi Maria, quando uno legge, si rende conto che prova a incoraggiare tutti a cercare questa unione, però che non trova parole per descriverla, per quanto alta, per quanto sublime questa unione è con Maria Santissima.
Perciò, dopo aver considerato questo nostro disordine interiore, è veramente significativo che San Luigi Maria dedichi tanti numeri del Trattato a questo, a questo argomento, al disordine che c'è in noi.
perché in questa maniera, disprezzandolo, adesso io veramente mi sento spinto a consegnare me stesso, però tutto questo deve essere accompagnato, direi sostenuto, come l'abbiamo detto nella lezione precedente, dall'amore per Maria Santissima. Non basterebbe il fatto di disprezzare il mio disordine per consegnare me stesso interamente a Maria. Uno si consegna alla persona che ama normalmente.
Tra marito e moglie c'è una consegna, tra madre e figlio c'è una consegna. E così tra le persone che si vogliono bene, una consegna se stesso all'altra per il bene dell'altra.
San Luigi Maria dirà che propriamente la devozione che lui espone, dice così, consiste nel darsi, utilizzerà questa parola molto spesso. Il padre Uppers, grande sacerote monfortano, ripeterà molto spesso questa espressione, darsi, dare se stessi. Consiste nel darsi, dice San Luigi Maria, interamente alla Santissima Vergine.
Perciò è l'importanza di questa catechesi. Oggi cercheremo di capire che significa darsi, cosa significa consegnarsi. Darsi interamente alla Santissima Vergine, allo scopo di essere per mezzo suo interamente di Gesù Cristo. Lo dice così nel Trattato della Vera Devozione, numero 121. Nel Segreto di Maria, questo altro opuscolo, userà la stessa espressione.
Essa consiste nel darsi interamente come schiavo a Maria e per mezzo di Maria a Gesù. In tutta la spiritualità di Santa Teresa, di Gesù, noi troveremo questo dono di sé. Santa Teresa dice alle sue suore che tutti i consigli che vi ho dato in questo libro hanno lo scopo di indurvi a consacrarvi totalmente al Creatore, a porre la vostra volontà nella sua volontà.
e a distaccarvi dalle creature. E Santa Teresa, insieme con San Luigi e Maria, perciò è molto bello vedere la unione sostanziale, anche se le vie possono essere presentate in maniera diversa, però la unione che c'è tra tutti i Santi, i mistici, in quanto significa il percorso, però in tutte e due troveremo questo. Quando io consegno me stesso,
È l'atto di generosità più grande che uno possa fare. Una persona generosa può dare soldi e uno lo ritiene una persona generosa quando dà tanti soldi. Però se questa persona, oltre a dare soldi, consegna se stesso, consegna il suo tempo a un altro, è molto più generosa. E se consegna tutto se stesso, consegna anche i suoi pensieri, le sue intenzioni, se si dona completamente, la generosità è totale. Bene.
Quando uno dona se stesso a Maria, San Luigi di Maria e Santa Teresa dicono, Dio non può essere meno generoso. E quindi nella misura del dono, della generosità del dono, in una misura superiore, però in quella stessa misura, Dio stesso consegna se stesso a noi. Cioè, quando io dono me stesso a Maria Santissima, Maria fa un atto di se stessa a me, verso di me.
Perciò Santa Teresa dice da questo dono di sé dipende tutto, dipende tutte le grazie che riceveremo. Dice se la tua donazione poi è a metà, certo, consegni te stesso però riservandoti alcune cose, bene, anche Dio non può, cioè impedisci tu a Dio di donare completamente se stesso a te, ti donerà alcune grazie, alcuni doni, ti visiterà ogni tanto, dice.
Ma soltanto quelli che donano se stessi completamente a Dio sono i suoi figli diletti, sono i suoi figli prediletti. Gli altri sono amici che visita ogni tanto. Santa Teresa lamenta proprio questo, dice siamo così lenti nel darci totalmente a Dio che non giungiamo mai a disporci convenientemente a riceverlo.
Ci sembra di dar tutto e in realtà offriamo a Dio la rendita, i frutti, ma ci tratteniamo la proprietà e il capitale. Siccome noi non riusciamo a donarci totalmente a Dio, è che l'elargizione del dono di Dio a noi non è neanche totale, è parziale, è limitato.
San Luigi Maria parlerà degli effetti meravigliosi di questo dono di noi stessi. Stiamo parlando, ripeto, di un tema centrale. Quando conosceremo la Madonna, a partire dalla lezione prossima, avremo un amore più grande alla Madonna e questo dono diventa piuttosto effetto dell'amore. Adesso stiamo cercando di creare in noi questa disposizione.
noi possiamo tenere con noi e vivere attaccati a questa nostra vita piena di disordini, o tramite questa scessa di svuotarci di essa, di spogliarci dall'uomo vecchio, riempirci della vita di Maria. E questo è un dono veramente ineffabile, che noi non possiamo nemmeno calcolare. Guardate, voglio parlare di alcune cose che descrive San Luigi Maria nel dono di noi stessi. Dice così,
nel Trattato della vera devozione, vedendo il dono di chi si offre tutto a lei per onorarla e servirla e si spoglia di tutto quanto ha di più caro perché lei ne sia ornata, Maria, che non si lascia mai vincere in amore e generosità, risponde con il dono ineffabile di tutta se stessa.
Sottolineate queste parole. Risponde con il dono ineffabile di tutta se stessa. I Santi parlano di cose che sanno, di cose che hanno sperimentato. Lui sta parlando di cose che sa. Sommerge colui che a lei si dona nell'abisso delle sue grazie. Lo adorna dei suoi meriti. I meriti della Madonna sono miei. Quando mi presenterò...
davanti al giudizio di Dio, se io mi sono donato a Maria, e Dio mi chiederà quali sono i miei meriti per entrare in Paradiso, io dirò i meriti di Maria Santissima. E questo lo sottolinea lo stesso San Luigi e Maria. Sarà veramente così. Adorna l'anima dei suoi meriti, lo sostiene con la sua potenza, lo rischiara con la sua luce, lo accende del suo amore e gli comunica le sue virtù.
Umiltà, fede, purezza, quindi la umiltà, la fede e la purezza di Maria vengono comunicate a me. Si costituisce sua garanzia, suo supplemento, suo tutto presso Gesù. Chi vuole veramente santificarsi deve semplicemente consegnare se stesso a Maria Santissima e lei sarà consegnare a noi tutti i beni di cui abbiamo bisogno.
Se uno veramente si trova imperfetto, consegni la sua imperfezione a Maria e lei comunicherà le sue perfezioni. Però per questo ci vuole veramente quella decisione, quella determinazione del dono di se stessi. Questo sembra piuttosto poesia, però quando diventa concreto è lì che non molti riescono a farlo.
San Luigi Maria, come vi dicevo, utilizzerà espressioni veramente meravigliose. Sebbene io ho citato solo alcuni, solo questo primo del Trattato, potremmo dire tanti altri. Nel Segreto di Maria dice «Questa devozione, fedelmente praticata, produce nell'anima effetti innumerevoli. Il principale è quello di stabilirvi la vita di Maria».
in modo che non è più l'anima che vive, ma Maria che vive in lei. Dice nel Trattato,
e tantissimi altri, il suo spirito si sostituisce al tuo. C'è una trasformazione. Quando noi consegniamo noi stessi, certo è un atto di svuotamento, però significa una trasformazione, non rimanere nel nulla. Le anime che si donano, dice San Luigi Maria, respireranno Maria.
Dice, una persona così consacrata è tutta di Maria, ma anche Maria è tutta di lei. E così potete leggere nel numero 145 in poi tutti i frutti trasformanti di questa consegna di noi stessi. Consegnare noi stessi veramente significa una trasformazione, essere una nuova creatura.
Perciò questo dono di sé è necessario e noi non dobbiamo considerarlo solo in quanto ha di ideale, parliamone in concreto, parliamo a livello pratico. Molto spesso noi dobbiamo fare azioni che non ci piacciono, anche le famose cosiddette piccole croci. Le piccole croci sono forse più importanti da compiere che le grandi, perché le grandi di solito le aspettiamo in futuro.
Le piccole croci, quando la mamma sta dormendo e il bambino piange, quando il papà arriva stanco dal lavoro e deve lavare i figli e trovare un disastro a casa, quando il lavoro diventa pesante per una persona dover alzarsi un lunedì per andare al lavoro. Questo forma parte di un rinnegare noi stessi. Io preferirei dormire.
Però qui adesso scelgo, e lo scelgo energicamente, di fare quello che non mi piace. Questo è consegnare se stesso. Questo è consegnare quello che uno ha. Ho un parente ammalato e vado a trovarlo. Questo è consegnare se stesso. E soprattutto quando si dice non me la sento. Oggi purtroppo c'è questo dogma, il dogma del non me la sento. Come se una persona... Non me la sento è una cosa che significa che è impossibile fare una cosa.
Molto spesso noi non ce la sentiamo e dobbiamo farlo perché dobbiamo rinunciare a quello che sentiamo. Dobbiamo rinunciare ai nostri capricci, ai nostri gusti. Non mi riferisco a cose che uno in coscienza non se la sente, evidentemente non mi riferisco a questo. Però dalle volte il fatto di non sentire, non vado a messa perché non me la sento. Come se non sentirlo fosse il dogma per cui agire o non agire.
noi dobbiamo veramente applicare queste verità del di donare noi stessi di donare per esempio il bambino piange e io dono me stesso a maria tramite questo andare ad acudire il bambino che piange io la persona deve andare al lavoro e dona se stessa questa persona
in quello che non piace, in quello che probabilmente quel giorno non se lo sente, preferirebbe essere a casa, però no, si dona, si consegna, e così facendo tante cose che uno per sensibilità non farebbe.
Questo è consegnare se stesso, questo è il dono di sé a Maria, per esempio, consegnare queste opere a Maria Santissima, consegnarsi a Dio in queste cose. Perché altrimenti la consegna a Dio rimane una cosa sentimentale, io sentimentalmente mi dono. Questo non è donarsi. Donarsi esige che faccia... quando una persona veramente si dona, questo donarsi deve fare male, deve fare del male alla sensibilità.
E insisto, non drammatizzare, non stiamo cercando di donare il corpo alle fiamme. Piccole croci. Come dicevamo, le piccole croci sono più attendibili di quelle grandi, perché quelle grandi probabilmente sono future. Quelle piccole sono immediate, devo crocifiggermi adesso, subito. Però non devo crocifiggermi per solo il fatto di farmi violenza, perché deve essere un atto di amore, di consegna di me stesso a Maria Santissima. Io mi dono realmente in queste cose.
Perciò se io sento una santa Cecilia, per esempio, che viene uccisa per la fede, uno dice qual è la disposizione del martire? La disposizione del martire è dare la vita per la fede, per il Vangelo. Bene.
Non si tratta di dare la vita quando tu devi fare qualcosa che non te la senti o che non ti va. Però si tratta anche di donare una donazione completa di te stesso. Io ripeto il tema del lavoro. Quando il lavoro diventa pesante, quando incontrare una persona diventa pesante, però io dono me stesso a Maria.
dono completamente a Maria, come un martire dona tutto se stesso affrontando anche la morte, però si dona a Dio tramite quella azione. Io non devo aspettare questo martirio di sangue, io posso avere la stessa disposizione del martire in quelle piccole croci. Non importa se la croce è grande o piccola, l'importante è la intensità del dono di me stesso, la intensità con cui io dono me stesso.
nel caso della nostra preparazione, a Maria Santissima. Le dono quell'azione e donandole quell'azione le dono anche la mia persona. Essendo un atto di amore, questo dono di sé ottiene il perdono di ogni peccato. Molto gli è stato perdonato perché molto ha amato. Ripetevamo l'altra volta.
L'amore è ciò che porta la persona a dimenticare se stessa e consegnarsi all'altro, alla persona amata. Così quando uno ama un'altra persona, si consegna all'altra persona. Bene, consegnarsi alla Madonna per amore suo, necessariamente, consegnare tutto se stesso, è l'atto più generoso che si possa fare. Perciò questa consacrazione a Maria Santissima è anche espiazione di ogni peccato.
Perché a chi molto ama, molto le sarà perdonato. Questa è una delle grazie più belle che si dà. Però nella misura, sempre tutto è qui, tutto quanto si decide è qui. Nella misura del dono di me stesso, in quella stessa misura io amo, e quindi in quella stessa misura vengo perdonato da tutti i peccati. Però guardate che è molto possibile donare tutto se stesso.
Conosco personalmente persone, laici che lo hanno fatto, che consegnano completamente se stessi alla Madonna. E io sono sicuro che la Madonna è consegnata completamente se stessa a loro. E perciò uno vede in persone che conoscevo prima e dopo la consacrazione, veramente vede una trasformazione. Sono persone trasformate. All'inizio, nella prima Catechesi, io raccontavo di alcuni casi che conosco.
per persone nelle quali si vede veramente la vita di Maria in loro, non una questione esteriore, una questione sentimentale, in una sorta di criterio di pace interiore, di devozione, di carità verso il prossimo. Uno lo percepisce in queste cose. Le persone non percepiscono che uno lo percepisce. Ed è buono che sia così per mantenersi sempre umili.
Il padre Huppertz tratterà molto di questo, come il dono di noi stessi è un dono di amore. E perciò, dice lui, che ricava alcune conseguenze molto belle. La nostra perfetta consacrazione è un atto elevatissimo di carità perfetta verso Dio e la nostra Divina Madre. Già significa un atto perfetto di carità. Perciò, dice San Luigi Maria, è una via facile.
per raggiungere la perfezione. Infatti, la stessa consegna di noi stessi, un atto interiore per cui io consegno me stesso a Maria Santissima, è già un atto di perfetta carità. Perché perfetta? Perché è una consegna totale, non parziale, ma totale. Ogni rinnovo della nostra consacrazione è ugualmente un atto di perfetto e puro amore verso di loro. Molti di voi si state preparando non per fare la consacrazione, ma per rinnovarla. Ogni rinnovo
È un atto di perfetto e puro amore. Quello che succederà l'8 dicembre, con la grazia di Dio, sarà propriamente questo atto di perfetto amore. Bene. Possiamo dire tante cose. Lo stesso San Luigi Maria dirà che non bisogna drammatizzare questo dono di sé.
Non bisogna complicarlo. Basta che uno dica, io sono tutto tuo, oh Maria, e attraverso di te voglio essere tutto di Gesù Cristo. E qui uno ha fatto un atto di donazione. Il dono di sé non diventa teorico, ma diventa concreto, reale, con quella disposizione interiore. Bene, le caratteristiche sono fondamentalmente tre. Deve essere assoluto, deve essere totale.
Il padre Jacques Philippe, nel libro della pace del cuore, quando parla dell'abbandono, del santo abbandono, dice che è utile osservare questo. Dice che l'abbandono in Dio è autentico solo quando è totale. Se non è totale non può essere abbandono e quindi se non è abbandono non produce la pace propria della persona che si fida, che si abbandona completamente.
Dice il padre Jacques Philippe, dobbiamo rimettere tutto senza eccezioni nelle mani di Dio, senza cercare di amministrare o salvare nulla da soli, sia nel campo materiale che in quella sfera affettiva o in quella spirituale. Tutto questo da applicare anche a Maria Santissima. Non possiamo dividere l'esistenza umana in settori, in alcuni dei quali sia legittimo abbandonarsi a Dio con fiducia ed altri dove...
ce la si deve sbrogliare esclusivamente da soli. Occorre sapere quanto segue. Tutte le realtà che non avremo abbandonato e che vorremmo gestire da soli senza lasciare carta bianca a Dio, continueranno, in un modo o nell'altro, a renderci inquieti. La misura della nostra pace interiore sarà quella del nostro abbandono, dunque anche quella del nostro essere distaccati.
In secondo luogo deve essere indeterminato, lo aveva detto anche un po' il padre Jacques Philippe in questo testo. Non posso consacrare o consegnare alcune cose e altre no. Noi, lungo la preparazione, lungo la conoscenza della Madonna, daremo anche alcuni mezzi pratici per esaminare la coscienza se veramente abbiamo donato tutto o se alcune cose ancora le conservo per me. Tutte le pratiche che noi cominceremo a vedere settimana prossima,
la settimana prossima in poi, tutte queste pratiche completano tutta la vita nostra. Sono di per sé le pratiche interiori che propone San Luigi Maria, che noi cercheremo di vedere in una maniera molto dettagliata, comprendono tutta l'esistenza della persona, abbracciano l'intera persona.
di per sé hanno un carattere totalizzante. Quindi nessuna parte nostra rimane indeterminata nella sua donazione a Maria Santissima. In terzo e ultimo luogo deve essere rinnovato spesso. Per rinnovarlo basterà semplicemente, come dicono alcuni autori, basta ogni tanto guardare una immagine e dire sì.
Questo è un rinnovare della donazione di noi stessi. Molto bello mi raccontavano che il San Manuel González, questo santo vescovo spagnolo, aveva costruito un seminario e all'ingresso del seminario aveva fatto scrivere un no gigante. E quando un seminarista arrivava prima di entrare in chiesa doveva calpestare quel no.
Perché a Dio, prima di entrare in Chiesa, doveva dirgli solo sì, a tutto, senza eccezione. Noi abbiamo la nostra carissima suor Betarram, Maria Betarram, una suora delle nostre suore, della nostra famiglia religiosa, che lei non ha voluto mai fare un messaggio, un video messaggio, prima di morire, di un tumore. È una suora che è rimasta anche in serie a rotelle, da novizia, essendo novizia, e tutta la sua vita è stata segnata da grandi sofferenze.
e sono andati a trovarle alcune suore e c'è un video dove lei, molto malata, però con quello spirito che non ha mai perduto, quello spirito anche di molta allegria, molta energia anche nel parlare, molta convinzione, molta personalità, lei diceva, e uno la vedeva con tutto il volto sofferente, però lei gli diceva, conservando sempre il suo sorriso, alle novizie, a un gruppo di novizie suore,
Diceva, a Dio soltanto le si può dire di sì. E quando lei parla, lei sa che dirle di sì significa poter rimanere anche in una vita di piene sofferenze. Per lei dire sì è stata una croce, è stato essere crocifissa tutta la vita. Sede a rotelle, poi il tumore, poi tante complicazioni.
E non ha mai perso quella spirito, quella gioia di aver detto sì. Lei dice, a Dio solo possiamo dire sì a tutto. E noi, che ci prepariamo per questa consacrazione, a Maria dobbiamo dire soltanto di sì. Non c'è altra risposta possibile.
Perciò finisco semplicemente con un preghiere che da Sant'Ignazio nel libro degli esercizi, che sono molto belli. Però ricordo che con queste preghiere, che magari aggiungeremo anche nella descrizione per chi vuole dirle, sono maniere di esprimere il dono di noi stessi.
E ribadisco quello che diceva Santa Teresa. Lei voleva sottolineare la forza che ha il dono di sé. «O sorelle mie, che forza racchiude questo dono! Se esso è ispirato dalla determinazione che deve accompagnarlo, non può mancare di attirare l'Onnipotente a essere una cosa sola con la nostra pochezza, a trasformarci in Lui e ad operare l'unione del Creatore con la Creatura».
E chiedo scusa, non è per offendere nessuno. Ma dopo, quando inizieremo a conoscere Maria Santissima, dalla prossima lezione in poi, conoscendo chi è lei, conoscendo la bellezza di Maria, conoscendo la bontà, la realtà, una persona realmente presente che mi conosce personalmente, che mi ama, che mi promette questa trasformazione, questa vita, questa pace che solo Dio può dare,
questa trasformazione in Gesù Cristo, che realizzerà la stessa Maria in me. Quando uno considera che lasciati da soli siamo solo disordine, solo miseria, uno dice che se dopo aver conosciuto la Madonna non ci consegniamo interamente a lei, siamo veramente tonti. Non ci serve altra spiegazione. Chi non si consegna a Dio e a Maria Santissima,
Veramente è uno che non ha capito, una persona tonta. E purtroppo noi siamo tonti perché non ci doniamo completamente. Se noi ci donassimo completamente, veramente saremmo saggi, secondo il Vangelo. Però ci sono tante persone che lo hanno fatto e noi a imitazione di loro dobbiamo incoraggiarci a dire con loro queste preghiere che emette Sant'Ignazio in diversi momenti dell'esercizio. Leggo tutti e due.
Queste sono le preghiere che Sant'Ignazio mette per offrire a Dio e noi, siccome lo vogliamo offrire per mediazione di Maria, le rivolgeremo a Maria Santissima, per così poter arrivare più facilmente, più immediatamente a Dio, come vorrebbe lo stesso Sant'Ignazio. Prendi, oh Maria Santissima, e accetta tutta la mia volontà, tutto quello che ho e possiedo. Tu me lo hai dato.
A te, Maria, lo ridono. Tutto è tuo. Di tutto disponi secondo la tua piena volontà. Dammi il tuo amore e la tua grazia. E questo solo mi basta. E l'altra preghiera nella meditazione del Re, San Luigi Maria, prega a Gesù Cristo e noi a Maria Santissima per arrivare meglio a Gesù Cristo, dicendo...
Eterno Signore dell'Universo, con il tuo favore e il tuo aiuto io faccio la mia offerta davanti alla tua infinita bontà, davanti alla tua gloriosa Madre e a tutti i Santi e le Santi della Corte Celeste. Io voglio e desidero, ed è mia ferma decisione,
purché sia per tuo maggior servizio e lode, imitarti nel sopportare ogni ingiuria e disprezzo e ogni povertà sia materiale che spirituale, se la tua Santissima Maestà vorrà scegliermi e ricevermi in questo genere di vita. Quindi il dono di sé assoluto, indeterminato e rinnovato spesso, che sia un dono di noi stessi nelle mani di Maria Santissima. Un caro saluto a tutti e Rege o Maria.