Carissimi amici, iniziamo questa quarta e ultima tappa della nostra preparazione, dove San Luigi Maria ci chiede di avere una conoscenza interna, profonda, di Gesù Cristo. Conoscenza che chiediamo a Lui stesso con la bellissima preghiera dell'Anima Christi. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Anima di Cristo, santificami. Corpo di Cristo, salvami. Sangue di Cristo, inebriami. Acqua del costato di Cristo, lavami. Passione di Cristo, confortami. O buon Gesù, ascoltami. Dentro le tue piaghe, nascondimi. Non permettere che io mi separi da te. Dal nemico maligno, difendimi. Nell'ora della mia morte, chiamami.
fa che io venga a te per lodarti con tutti i santi nei secoli dei secoli. Amen. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Carissimi amici, allora dobbiamo parlare niente di meno che della persona nella quale, come dice San Paolo, sono racchiusi tutti i tesori di grazia e santità. Dobbiamo conoscere quella persona che dà senso a tutta la nostra vita,
che dà senso a tutta la storia, a quello che succede, a quello che succede per bene, alle cose che succedono per il male, a tutta la chiarezza, la bellezza della vita presente, ma anche a tutta la confusione, a tutto il male che vediamo nel mondo. La spiegazione, tutto questo gira attorno a una persona, alla persona di Gesù Cristo.
Il principio, io sono il primo e l'ultimo, si presenta a lui nell'Apocalisse. Il primo e l'ultimo, l'alfa e l'omega. Si inizia a scrivere su di lui e si finirà scrivendo su di lui. E questa persona che dà così senso alle cose, dà senso alla nostra religione. San Giovanni Paolo II dice che la nostra religione non è una dottrina, ha una dottrina, per carità, ha una dottrina.
però non è una dottrina. Ha i comandamenti, ma la religione nostra non sono i comandamenti. La religione cattolica è una persona, la persona di Gesù Cristo. E lo stesso quando noi adesso che stiamo preparandoci alla consacrazione a Maria, perché in questa maniera possiamo consegnarci e consacrarci meglio a Gesù Cristo, siamo già consacrati a Gesù Cristo per il Battesimo,
Questa donazione di noi stessi a Maria Santissima ci porterà che questa donazione si viva in pienezza. Perciò San Ege Maria precisa, consacrazione a Gesù per mezzo di Maria, dice lui. Bene, dicevamo, quando uno veramente fa un impegno di lasciare il peccato, io ribadisco che i primi a dover consacrarsi sono quelli che si trovano in peccato, non è per quelli che già hanno lasciato il peccato.
Per qualcuno che vuole decidersi a una vita più decisa, a uscire dalla tiepidezza, a uscire da certa mediocrità nel vivere da cristiani, e tutti questi che vogliono uscire vogliono un piano, il piano non c'è. Mi dispiace dirlo, non esiste un piano, lo dice sempre Giovanni Paolo II, ma esiste una persona che ci può santificare. Il piano per essere santi non esiste, esiste la persona che mi può rendere santo, che è Gesù Cristo.
Per carità, dovete fare un piano, dovete fare una riforma di vita, una riforma di vita che si indirizzi però a questo, a come avvicinarvi di più a Gesù, come togliere gli ostacoli che ci sono in noi, che possono essere questioni anche organizzative, questioni di una disciplina su alcune cose, però lo scopo della nostra santificazione è quella unione con Gesù Cristo.
Noi diremo alcune cose di questo grande mistero, il primo di tutti i misteri della religione è l'incarnazione. Con questo mistero partiamo oggi. Però in questi giorni dobbiamo rispondere a tante domande sulla presenza di Gesù oggi.
Vi anticipo una espressione di San Leone Magno. Quando noi consideriamo l'incarnazione, poi considereremo l'insegnamento di Gesù, i miracoli, considereremo la sua presenza eucaristica, la sua passione, la sua risurrezione, considereremo la sua vita, però non dobbiamo considerarlo, dice San Leone Magno, riferito al passato.
perché noi, dice lui, siamo adesso sotto il dinamismo delle sue azioni. Voi pensate, la forza della predicazione di Gesù, quante persone avrà convertito, quella stessa forza si trova nel nostro tempo. I frutti che Gesù ha portato, mentre lo ascoltavano, lo vedevano, i miracoli che faceva,
i miracoli di grazia soprattutto, le guarigioni spirituali, tutto questo si dà nel nostro tempo. Si parlerà anche e soprattutto a livello di come Gesù, che significa che Gesù sia il centro della storia. Voi potete dirmi che vediamo tanta confusione, che vediamo dove va il mondo, dove andrà questo mondo a finire, con tutto questo attacco che c'è alla famiglia, alla vita, con tutte queste leggi che vanno contro l'uomo.
già non solo contro la religione, purtroppo siamo già abituati a questo, a che la religione nostra sia veramente denigrata continuamente nelle scuole, nell'università, nei mezzi pubblici. Dove andrà a finire questo mondo, si può chiedere qualcuno? La risposta è andrà a finire a Gesù Cristo, sarà Lui a dire l'ultima parola, è Lui il centro, io sono il primo e l'ultimo.
Il bene, certo, si rivolgerà verso Gesù, ma anche il male dovrà fare i conti con Lui e tutto il male che noi possiamo vedere non farà altro che accrescere la gloria della sua vittoria. Però di questo parleremo più avanti, semplicemente per dire come nel mistero di Gesù, come in questa persona, come nella conoscenza di Lui si trova tutto quanto di cui abbiamo bisogno.
tutta la luce per capire la nostra vita presente, per capire la vita futura, per spiegare il dolore, per spiegare le difficoltà, le croci, i sacrifici, tutto lo troviamo in Lui. Ecco perché San Paolo era così santamente, fra virgolette, ossessionato da conoscerlo e da farlo conoscere.
Dice gli Efesini, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della Gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di Lui. Questo è ciò che auguro anche io a voi, lo auguro anche a me in questi giorni che, per grazia di Dio, anche io dovrò entrare di più nel mistero. Una più profonda conoscenza.
E la famosa espressione ai filippesi, tutto ormai io reputo una perdita. La parola perdita sarebbe in realtà spazzatura, addirittura qualcosa molto da scartare, cose veramente da rifiutare. Tutto, dice per lui, è questo. E spazzatura?
di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura al fine di guadagnare Cristo. Io so che voi in questo momento state facendo tante cose, tante cose molto importanti, non trascuratele, dovete farle, dovete farle bene, tanti obblighi di Stato.
Però, di fronte a quello che state facendo adesso, che è conoscere Gesù, se dopo prendete la Sacra Scrittura, dopo sentire questa Catechesi, e lo conoscete meglio, il resto, davanti a questo, non che il resto sia spazzatura, però davanti a questo è molto secondario. È messo in secondo piano. Bene, andiamo dunque a dire qualcosa su Gesù Cristo.
Sempre tenendo presente la grandezza della sua persona. Iniziamo dunque a considerare questo primo mistero. Il fatto che sia un mistero riguarda giustamente la grandezza. Perciò è un mistero, perché è troppo grande per noi la sua persona. È talmente grande che la prima cosa da dire subito è che tutte le eresie, come insegna San Tommaso d'Aquino,
tutte le eresie hanno cercato di diminuire la dignità di Gesù, di considerarlo meno di quello che è. In questo consistono le eresie. Alla fine, se uno mette insieme, dice San Tommaso, uno si rende conto che ogni eresia consiste in questo, nel togliere a Cristo la dignità che si merita. E San Leone Magno dice che, giustamente, quasi tutti gli eretici
hanno sbagliato nel considerare le due nature di Gesù. Perciò, anzitutto, se vogliamo avere una precisa conoscenza del Signore, dobbiamo considerare precisamente in quale maniera si è incarnato, in quale maniera Dio diventa uomo nel seno di Maria Santissima. Prima di questo,
Dobbiamo fare un passo indietro, dobbiamo trattare un tema che dopo ci permetterà di capire le grandissime conseguenze dell'Incarnazione del Signore. Diciamo questo, una delle cose che voi vedrete magari in tanti cristiani anche è la mancanza, la perdita del senso del sacro.
Le realtà sacre vengono rispettate sempre di meno, non per cattiveria, ma perché non si capisce, non si capiscono cosa sono.
Cosa è il sacro? Per esempio, quando uno va in una chiesa, il sacro, diremmo noi, meriterebbe rispetto, meriterebbe silenzio. Silenzio che è segno di riverenza. È talmente grande questa realtà sacra che ho davanti che devo fare silenzio. Perciò non è che si urla in una chiesa, non è che si salta dentro una chiesa, non è che si fa una partita di calcio in una chiesa.
perché è una realtà sacra e le realtà sacre vanno rispettate. Bene, la perdita del senso del sacro è perché non si sa cosa è il sacro. Allora, per esempio, io vi domando, evidentemente non avrò la risposta, però Dio è sacro? No, Dio non è sacro, Dio è santo.
La santità di Dio significa la sua trascendenza, cioè trovarsi fuori tutto quello che sia limitato, quindi tutto il mondo che noi conosciamo. Dio non può essere una parte del mondo perché una parte sarebbe una realtà limitata. Dio supera, Dio è sublime, quindi è trascendente. In questo senso, trascendente significa fuori dal mondo. Questo viene a indicare l'espressione santità, perciò si chiama il tre volte santo.
Dire che è tre volte santo viene a indicare che è una trascendenza totale quella di Dio. Bene, ma tra questa santità di Dio, la sua divinità, le sue perfezioni che non si possono mischiare, cioè noi nemmeno abbiamo un'idea di quanto Dio sia buono, perché la bontà che conosciamo è limitata e la bontà di Dio non è limitata.
Quindi la immaginiamo, cerchiamo di capirla, perché è infinita. Non abbiamo mai visto la bontà infinita camminando, nessuno di noi l'ha vista. Noi abbiamo visto persone buone, azioni buone, però la stessa bontà evidentemente esiste in maniera trascendente. Bene, questa è la santità di Dio, la sua grazia, la sua divinità. Tra la santità di Dio e la nostra umanità, Dio...
prende per così dire alcune realtà create che le fa diventare sacre in maniera tale da essere ponte fra la sua santità e la nostra umanità. Per esempio voi pensate a una realtà sacra può essere evidentemente il legno della croce.
Il legno è un legno, è umano, sì, però la santità di Dio lo tocca, per così dire, in maniera tale da che da questo momento, dal momento che Gesù stesso è stato crocifisso lì, quel legno diventa un canale tra la santità di Dio e la nostra umanità, un punto di unione.
Le realtà sacre sono queste realtà che ci mettono in contatto con Dio. Ci sono tante realtà sacre, ci fanno partecipare, prendere parte, in qualche maniera, alla sua santità. Dico, ci sono tante cose sacre. Un calice viene consacrato per la Messa. Questo calice, per esempio, anche questo calice è un ponte fra Dio, fra la santità di Dio e noi, perché è stato consacrato.
così specialmente le chiese vengono consacrate, il tempio di Dio viene consacrato in maniera tale da che uno entrando in una realtà materiale, non entra in una realtà meramente materiale in realtà, entra in una realtà materiale toccata dalla santità in maniera tale che può ricevere questa santità di Dio in sé. Bene, realtà sacre ci sono tante, sono tante le realtà che Dio sceglie,
Dio sceglie, sono realtà create, non sono Dio le cose sacre, le cose sacre sono realtà create che Dio le sceglie come mezzo per comunicare la sua santità a noi, la sua vita divina a noi. Pensate ai sacramenti, pensate a certi giorni, per esempio al giorno di Natale, è un giorno.
è un giorno sacro la domenica è un giorno sacro e se io vi dico noi abbiamo rispetto per la domenica in sé come un giorno sacro e molto spesso manchiamo in questo senso non che dobbiamo essere inginocchiati davanti a ogni cosa sacra troviamo però sì avere quello sguardo di riverenza verso queste cose queste cose mi santificano queste cose sono state toccate dalla grazia in maniera speciale
Per esempio, ogni persona battezzata è consacrata, ogni persona battezzata è in realtà sacra.
che può essere canale di grazia, ricevere la grazia deve essere canale per gli altri. Un sacerdote, per esempio, necessariamente per il sacramento dell'ordine sacro, ha un ufficio sacro. Bene, e così potrei stare molto tempo, però, per esempio, pensate al canto sacro nella Messa. Si dice il Gregoriano, meglio non farlo perché la gente non lo capisce. Guardate, il sacro...
È un linguaggio. Uno deve sapere interpretare che una cosa esprime una candela sopra l'altare. Cosa significa un altare? Perché il significato anche mi dà il senso del sacro. Se io non so cosa significano le cose, certo che non avrò per questo una riverenza sacra. Bene.
Per esempio, il canto sacro, uno dice no, il gregoriano no, perché la gente non lo capisce. Bene, è come se uno dicesse, la gente oggi non sa leggere, quindi bruciamo tutti i libri. No, se la gente non sa leggere, bruciare i libri non risolve il problema. Risolve il problema insegnare la gente a leggere, perché possano servirsi dei libri.
Dire che dobbiamo togliere il canto sacro, dire che dobbiamo togliere le realtà sacre perché la gente non le capisce non è la soluzione. Anzi, abbiamo bisogno di realtà sacre per entrare in contatto con la santità di Dio. Dio non è, Dio certo è trascendente, però è vicino a noi tramite le realtà sacre, che sono ponti.
Dio vuole essere vicino a noi tramite questa realtà. E questa realtà non sono realtà meramente umane. Un legno della croce non è un legno con il quale io possa fare giocare a spade con un altro, no. Un legno della croce ha un ruolo fondamentale. Allora, voi capite questa è il senso del sacro. E dico subito che in Gesù Cristo,
Noi troveremo due nature, già lo abbiamo detto, però lo dovremo ripetere, la natura divina, quindi troviamo la divinità intera, Dio stesso, quel Dio trascendente lo troviamo in Gesù Cristo, però lo troveremo unito a una natura umana che è creata, Dio non è creato, il figlio, la seconda persona della Santissima Trinità non è creato, è Dio, però troveremo un corpo, un'anima umana,
una natura umana completa che è stata creata. E questa realtà creata è la realtà più sacra di tutte, la sacra umanità di Gesù. Perché così collegata alla divinità di Gesù, che necessariamente è la realtà più sacra di tutte. Non c'è realtà più sacra che la umanità di Gesù. E se uno dice che la divinità non è sacra, è Dio, è santa.
Bene, quindi in Gesù troviamo, nelle due nature, troviamo già qualcosa di talmente grande, talmente sublime, che conoscerlo veramente è la vera scienza. Allora vi ripeto un esempio che avevo messo, che forse non è del tutto preciso teologicamente, però che è buono che tutti, almeno per darvi un'idea, lo ripeto perché già lo abbiamo detto.
Io sono una persona, però io ho una natura, la natura umana. Questa natura umana è la stessa natura umana che hai tu che mi stai ascoltando. Se noi fossimo un gruppo di dieci persone, io troverò la natura umana che è la stessa per tutti questi. Però io dico, in questo gruppo troverò allora...
Una natura, la stessa natura umana, e quindi troverò una sola persona. No, troviamo dieci persone. La natura è una, almeno solo per distinguere questo. Che una cosa è la natura, la natura umana, e un'altra è la persona umana. Io sono una persona umana.
che ho una natura umana. Però mentre la natura è condivisibile, la persona no, la persona è più individuale. Raduna, sì, una natura umana, però raduna anche le sue tracce personali, le raduna in una unità. Questo è fondamentale. La persona è unica, è una realtà unica. La natura si condivide, la persona non si condivide. È una persona unica. Bene.
Voi mi direte, ma ogni persona ha una sola natura, la stessa natura umana. Bene, nel caso di Gesù Cristo noi troveremo due nature. La natura umana, la natura umana come la stessa natura umana che ho io, ma la natura divina. Troveremo Dio in maniera perfetta. Non troveremo una partecipazione di Dio, ma troviamo Dio. Quindi, due nature.
Allora due persone? No, la persona è una. La persona in Gesù è la persona divina, la seconda persona della Santissima Trinità. Quindi due persone, scusate, due nature, natura umana, natura divina, una sola persona, la persona divina.
E quindi è vietato parlare della persona umana in Gesù. Gesù non aveva una persona umana e una persona divina, no? Sarebbe un mostro di due teste, no? Voi immaginate questo, quando si scherza, per esempio, se io lancio un sasso a una persona e la persona mi dice, perché hai lanciato questo sasso? E io dicessi, no, non l'ho lanciato io, lo ha lanciato la mia mano. Questo sempre lo fanno tra i bambini, non è stata la mia mano, non sono stato io.
Perché è ridicolo? Perché è vero, non sono io ma la mano. Perché uno è una unità con le sue azioni. Se io realizzo un'azione, l'azione è mia, non della mia mano. Quindi la persona raduna in sé tutte le sue azioni, raduna tutto in una unità. Gesù è una persona divina, però noi lo vedremo agire, per esempio, come uomo, mangiava, mangiava un pesce.
ma poi lo vediamo fare miracoli, si trasfigura davanti agli apostoli, risuscita, ha potere sulla morte. Chi è che ha potere? Un uomo può avere potere sulla morte? No. Ma la natura divina agisce con tutta la forza. Noi diciamo questo, per esempio, Gesù muore sulla croce. Dio può morire, no? Dio non può morire.
allora muore la natura umana. Gesù come uomo può morire, come Dio no. Bene, ribadisco, in questa unione che si dà nel seno purissimo di Maria c'è la natura, una natura umana perfetta e la natura divina perfetta.
ma tutto unito nella persona divina. Tutte le cose che farà Gesù come uomo, si può dire che le ha fatte Dio, perché tutto è riconducibile alla persona. Per esempio, si può dire che Dio è morto? E uno dice, no, non si può dire perché Gesù è morto in quanto uomo, allora Dio non è morto. Bene, si può dire lo stesso.
Perché si può dire lo stesso? Per la unione che c'è nelle due nature. Questa unione nella persona crea veramente quello che si chiama la comunicazione di idiomi, che anche se Gesù muore attraverso la sua natura umana, si può dire comunque Dio è morto, un Dio che è morto per me. Si può dire questo.
Si può dire che l'uomo ha salvato l'uomo? Si può dire, in quanto che questo uomo è una persona divina, la persona di Gesù Cristo. E così via, quindi noi possiamo, quello che voglio sottolineare è questo, è questa unione che c'è in Gesù Cristo di Dio e l'uomo. Per cui la parola, quando Gesù dice una parola, noi dobbiamo sentire in quella parola tutta la forza di Dio che parla.
quando noi immaginiamo il suo volto, per esempio lo sguardo di amore che aveva Gesù per gli altri, non ci parlano di questo nelle scritture, però è uno sguardo che è lo sguardo che avrebbe Dio, insieme. Quando noi parleremo di devozione al Sacro Cuore, noi parleremo di questa devozione al Sacro Cuore,
Bene, questa devozione al Sacro Cuore è perché l'amore infinito di Dio batte anche umanamente, anche con un affetto umano. Se Dio è Spirito, Dio ci ama con un amore infinito, però quando si unisce alla natura umana...
C'è adesso un cuore, c'è un sentimento umano che prima non c'era e questo sentimento umano deriva da questo amore infinito. Perciò ascoltare il cuore di Gesù che batte per me deve riempirci di devozione, veramente. Deve essere la devozione più grande, deve essere celebrare l'amore di Dio che non solo ci ama ma adesso si manifesta, un amore che si fa vedere.
Io chiedo scusa se ripeto le cose, però proviamo a ricordare quello che abbiamo detto. Dio è santo, quindi separato, trascendente, superiore, però vicinissimo a noi attraverso le cose sacre, cose che Lui crea.
e che sono ponte fra la sua santità e la nostra umanità. Questa è la prima cosa che abbiamo detto. In Gesù troveremo la santità e la sacralità nella maniera più elevata che si possa dare. E la unione più stretta fra Dio e l'uomo la troviamo nella sua unica persona.
Due nature, una persona. E tutto quello che farà Gesù con le due nature appartiene alla unica persona. Perciò, anche se Gesù muore sulla croce e questo appartiene alla natura umana, comunque tutto si dice della persona che è divina. Perciò si può dire Dio è morto sulla croce. Bene, fino a qui.
Fino qui sembra tutto chiaro, però voglio dire, tutto quello che fa Gesù con la sua natura umana diventa la realtà più sacra di tutte, perché è tutto animato, per così dire, dalla divinità stessa. Un sospiro di Gesù è più sacro di qualsiasi altra cosa si possa dare in questa vita. La parola, perciò è molto utile a noi,
immaginare la parola, i luoghi dove lui ha camminato, le frasi che lui ha detto. Immaginate, dice la Sacra Scrittura, che Gesù cantava i salmi, quella voce che canta il Padre, quella voce umana che canta il Padre, fonte di sacralità inimmaginabile, incomprensibile per noi. Bene, e io voglio dire...
Quindi che tutto quello che fa Gesù deve essere capito alla luce dell'Incarnazione. Sempre le due nature, le due nature che agiscono. Però la cosa che mi interessa sottolineare dall'Incarnazione, da Dio che crea il mondo e poi per redimerlo scende, discende dal cielo nel seno di Maria Santissima.
Questa unione fra Dio e l'uomo, fra la natura divina e la natura umana in una persona, la persona divina, la seconda persona della Trinità, significa che Dio può unirsi all'uomo, anzi noi, ognuno di noi, deve unirsi a Dio. Dio vuole questa unione.
E quando noi troviamo espressioni in alcuni santi mistici, troveremo delle espressioni veramente grandiose. Per esempio, Santa Isabella della Trinità, lei diceva che noi dobbiamo essere una nuova incarnazione del Verbo. Dobbiamo diventare noi una nuova umanità di Cristo. Come se io prendesse tutta la mia natura e fosse una cosa sola.
Voglio sottolineare questo, che se noi accogliamo Gesù Cristo in noi, se noi accogliamo lo Spirito Santo, accogliamo il Padre, la Trinità, la inabitazione trinitaria, di cui abbiamo parlato quando abbiamo parlato della presenza di Dio nell'anima, questa realtà della Trinità presente in me, fa di me, nella misura della mia fedeltà, questa presenza, fa che le mie azioni siano sacre, anche queste.
Io mi spiego, per esempio, Sant'Agostino usa un'espressione che noi abbiamo scelta come il moto del nostro gruppo di giovanile, di apologetica, che si chiama le voci del verbo, perché Sant'Agostino diceva ogni uomo che annuncia il verbo è voce del verbo. Se io annuncio Gesù Cristo a voi in questo momento, divento, mi unisco a quella voce di Gesù stesso, alla voce con la quale Gesù si presentava.
Quindi annunciandovi Gesù, io non è che annuncio un altro, ma che la mia voce è la voce sua. Vi può sembrare troppo questo, ma non lo è, perché la Trinità è veramente presente in noi. E perciò dice San Giovanni Eudes, Gesù vuole che tutto ciò che è in Lui viva e domini in te, il suo spirito nel tuo spirito.
Il suo cuore nel tuo cuore, lo stesso cuore di Gesù che riviva nel mio cuore. Questo vuole tutte le facoltà della sua anima nelle facoltà della tua anima perché la vita di Gesù si manifesti in te. E c'è un bellissimo testo sempre di Sant'Agostino, per esempio, quando uno recita il Salmi, no?
quando uno recita la preghiera del breviario, dice, guardate quello che vedeva Sant'Agostino, e noi dobbiamo darle a questa espressione tutta la forza che hanno. Quando pregando parliamo con Dio, non per questo separiamo il figlio dal padre.
E quando il corpo del figlio prega, non separa da sé il proprio capo, ma è lui stesso l'unico salvatore del suo corpo, il Signore nostro Gesù Cristo, figlio di Dio, che prega per noi, prega in noi ed è pregato da noi. Prega per noi come nostro sacerdote, prega in noi come nostro capo, è pregato da noi come nostro Dio.
riconosciamo, questa è l'espressione, la conclusione, riconosciamo dunque in Lui le nostre voci e le sue voci in noi. Quando stiamo recitando riconosciamo la voce di Gesù che recita e quando pensiamo alla sua voce ripetiamola noi. Bene.
Esiste questa unione anche in noi. Noi dobbiamo riprodurre il mistero dell'Incarnazione. Evidentemente sarete sicuri, come potete immaginare, è un tema che a me piace particolarmente, essendo membro di questa congregazione del Verbo Incarnato, che ha come carisma propriamente questo.
Riprodurre il mistero dell'incarnazione, vivere tutta la nostra spiritualità alla luce dell'incarnazione. Per cui nessuna cosa umana, che sia veramente umana, può essere aliena al Vangelo, può essere strana alla grazia. Nessuna realtà umana deve essere allontanata dalla unione con Dio. Tutto può essere elevato dalla grazia. Per esempio la politica.
La politica, evidentemente, può essere animata dalla grazia. Per esempio, l'educazione. Poco fa, parlando di come hanno tolto Dio dall'educazione, mi diceva una mamma come il diavolo ha fatto già il suo lavoro sull'educazione. Hanno tolto Dio, togliendo Dio, lasciano l'uomo da solo, senza la bussola, senza sapere dove andare.
Perché? Perché se Dio non si unisce all'uomo, l'uomo cade in quanto uomo, anche a livello naturale, cade in basso. Come diceva Chesterton, togliete ciò che è sopranaturale e soltanto rimane ciò che è antinaturale. Uno dice, solo rimane la natura. No, no. Se Dio non eleva la natura umana...
La natura umana non è più natura umana, ma cade nella sua condizione stessa. C'è un bellissimo testo di San Giovanni Paolo II ai padri domenicani, dove dice che la nostra epoca è caratterizzata dalla negazione dell'incarnazione. Dice lui, viviamo in un'epoca caratterizzata dalla negazione dell'incarnazione, per la prima volta dalla nascita di Cristo.
avvenuta duemila anni fa, è come se quest'ultimo non trovasse più posto in un mondo sempre più secolarizzato. Non che venga sempre negato in maniera esplicita. Molti sostengono di ammirare Gesù e di apprezzare alcuni elementi del suo insegnamento, ma egli resta distante.
È quello che noi vediamo nel nostro tempo. Si può parlare però di non metterti nella mia vita, non metterti nel mio lavoro, non metterti in tale altra realtà. Non lo si conosce, non lo si ama, non gli si obbedisce veramente. Lo si rimanda in un passato remoto, è stato tempo fa, o a un cielo distante, dice il Papa. E le conseguenze di questo saranno devastanti perché...
Da questa relazione della natura umana e la natura divina dipenderanno tante altre relazioni. Chi essa è stato, per esempio. Dice, in quale maniera, dice San Giovanni Paolo II, si dà la negazione dell'incarnazione? In tante maniere. Per esempio, il rapporto dell'individuo con Dio viene considerato esclusivamente personale e privato. Non si può parlare di Dio a livello pubblico. Ma se la realtà pubblica...
Se la res pubblica è una realtà umana, perché non si può unire a Dio questa realtà? Così che Dio viene rimosso dai processi che governano l'attività politica, economica e sociale. Si porta a una notevole diminuzione del senso delle possibilità umane, perché solo Cristo rivela pienamente le magnifiche possibilità della vita umana.
svela anche pienamente l'uomo all'uomo. Quando si esclude o si nega Cristo, la nostra visione della finalità umana si riduce e prevedendo e mirando a meno di questo, la speranza e la gioia lasciano il posto alla disperazione e alla depressione. Perché se non c'è un Salvatore, se non c'è qualcuno che abbia parole di vita eterna, solo mi rimane questa disperazione, questa depressione.
Si fa un'opposizione fra fede e ragione, quindi subentra anche la stessa diffidenza sulla ragione, si fa leva solo sulle emozioni. Non si apprezza e non si ama la vita stessa, se non è utile, perciò l'aborto, l'eutanasia. Non si ama e non si apprezza neanche il creato stesso, ecco lo spettro dell'egoismo distruttivo, nell'abuso e nello sfruttamento dell'ambiente.
Non si ama e non si apprezza correttamente il corpo e la sessualità umani, ne deriva un'attività sessuale degradante che si esprime con la confusione morale, con l'infedeltà e con la violenza della pornografia. Guardate, tutte queste cose, secondo un profeta del nostro tempo, come San Giovanni Paolo II, derivano da non affermare l'incarnazione, dal non affermare che Dio si unisce all'uomo.
E questo Dio non lo ha detto, lo ha fatto incarnandosi nel seno purissimo di Maria. Perciò noi dobbiamo contemplare Gesù Cristo e dalla contemplazione del suo mistero vivere la nostra vita. E vi ricordo che noi siamo già realtà sacra per il Battesimo.
Perciò quando anche nella Gaudium et Spes e in tanti altri documenti del Concilio Vaticano II si parlerà di come il laico deve santificare il mondo a modo di fermento. Noi religiosi siamo separati, viviamo nei nostri conventi, nei nostri monasteri, nelle nostre case.
Nelle nostre case religiose, il laico vive nel mondo e deve santificarlo dall'interno, a modo di fermento. Questo lo dice molto questo documento della Gaudium et Spes. Però, per esempio, i laici devono, giustamente, con il loro agire cristiano, devono in quella maniera consacrare il mondo. Vi metto un esempio. Una mamma che è in grazia di Dio.
che per lo stesso motivo, per non aver peccato mortale, ha la presenza della Santissima Trinità in sé, questa mamma cucina per i suoi figli, quel cucinare ha un carattere cristiano, che le viene dal Battesimo. A tutti voi, dal Battesimo, deriva che ogni azione abbia questo carattere cristiano, che possa essere ponte di grazia, qualsiasi azione si faccia, non solo le azioni di pietà, non solo le azioni religiose, anche i doveri di Stato.
Quando un uomo va al suo lavoro e va a questo suo lavoro rispettando la legge di Dio, essendo in grazia di Dio, imprime un carattere cristiano al suo lavoro. Necessariamente lo rende cristiano, lo santifica. E anche una passeggiata con i figli, una chiacchierata con un amico, una visita a un malato, sono tutte azioni...
che per la presenza di Dio in noi diventano realtà sacra, realtà santificante. Perciò ricolleghiamoci al primo punto di questa sacralità. La sacralità delle cose nasce dalla incarnazione del verbo. Da questa incarnazione, dove Dio si unisce all'uomo, significa che noi possiamo unirci a Dio nelle azioni umane. Dio, essendo Dio, si unisce all'uomo. L'uomo, realizzando le azioni umane, le può realizzare in unione con Dio anche, le deve realizzare.
perché noi possiamo predicare, però chi porta il Vangelo lì? Per esempio, io posso predicare una famiglia, però dentro la famiglia il sacerdote non andrà lì a dare i sacramenti, è lì che è la famiglia stessa a santificarsi. Perciò la prima cosa che deve fare un laico è imprimere questo carattere cristiano, cristianizzare, rendere per Cristo la vita familiare, la vita matrimoniale,
Dice la Lumen Gentium, i laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo. Il laico andrà a posti dove non andrà né il sacerdote, né la suora, né il religioso, né un vescovo. Andrà solo il laico lì. Ed è lì la missione del laico, santificare quelle realtà che lo circondano, renderli sacre, realtà sacre.
Così ogni laico, in virtù dei doni che gli sono stati fatti, è testimone e insieme vivo strumento della stessa missione della Chiesa, secondo la misura del dono di Cristo. E leggo anche se è un po' più lungo il numero 31 della Lumen Gentium per capire come si può imprimere azione E.
carattere cristiano, alle azioni più semplici della vita. Svegli a preparare la colazione, andare a lavorare, andare a insegnare, andare a scuola, andare all'università, un giovane studente può fare di questa azione un'azione di grazia, un'azione sacra. Per loro vocazione, parla dei laici, è proprio dai laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio.
vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi, lì, in queste realtà umane, dice il documento, sono da Dio chiamati a contribuire quasi dall'interno a modo di fermento
alla santificazione del mondo, esercitando il proprio ufficio sotto la guida dello Spirito Evangelico, e in questo modo a manifestare Cristo agli altri principalmente con la testimonianza della loro stessa vita e col fulgore della loro fede, della loro speranza e della loro carità. A loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle quali sono strettamente legati,
in modo che siano fatte e crescano costantemente secondo Cristo e siano di lode al Creatore e al Redentore. Questo è molto bello perché la nostra religione non è complicata.
santificare, non solo santificare noi stessi, ma santificare le realtà che ci stanno attorno, non è difficile. Basta farli con quello spirito semplicemente di fede, di amore e carità, che può essere abituale, che non è che devo lavorare inginocchiato, non devo solo nella presenza di Dio, basta...
avere questo stato di grazia basta essere consapevoli di essere in grazia perché tutte le mie azioni abbiano un carattere cristiano che sarà più grande questo carattere cristiano o più piccolo nella misura della mia unione con gesù cristo dal quale deriva che il sacro sia sacro bene carissimi amici io potrei ancora parlare di più ho parlato anche molto ma vi incoraggio tutti
A leggere, noi offriremo come testo guida alcune parti di quello che si chiama il direttorio di terzo ordine, che se lo leggete vi renderete conto che è molto ampio, può rivolgersi anche a un non terziario della nostra congregazione, perché parla molto sull'atteggiamento in ordine al sacramento del Battessimo, quindi dal laico in quanto tale, si può leggere anche con questa luce.
E poi vi incoraggio a leggere, per esempio, il prologo del Vangelo di Giovanni, a meditare su questa realtà, come Dio diventa uomo, però non in qualsiasi maniera, ma nel seno di Maria Santissima. Perciò tutto questo di cui noi abbiamo parlato, questo santificare le altre realtà, santificare noi stessi e le altre realtà, è impossibile senza essere mariani, perché Dio non si è incarnato senza Maria, neanche noi saremo una nuova incarnazione sua senza Maria.
Un caro saluto a tutti e Rege o Maria!