Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Anima di Cristo, santificami. Corpo di Cristo, salvami. Sangue di Cristo, inebriami. Acqua del costato di Cristo, lavami. Passione di Cristo, confortami. O Buon Gesù, esaudiscimi. Nelle Tue piaghe, nascondimi. Non permettere che io mi separi da Te.
Dal nemico maligno difendimi. Nell'ora della mia morte chiamami e comandami di venire a te a lodarti con i tuoi santi nei secoli dei secoli. Amen. San Luigi Maria Grignion di Montfort prega per noi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Carissimi amici, anche se abbiamo ancora un'ultima catechesi, questa sarà dedicata ad alcuni aspetti pratici per realizzare la consacrazione e ad alcuni consigli da mettere in pratica dopo la consacrazione. Con questa, la penultima, la numero 32, concludiamo la tappa in cui San Luigi Maria ci incoraggia a conoscere il mistero di Gesù Cristo.
La parola stessa mistero ci fa rendere conto subito che non abbiamo esaurito questa conoscenza. Questa conoscenza ancora siamo solo entrati nella considerazione del mistero, però il mistero giustamente significa che è qualche verità nella quale sempre progredire, una conoscenza che deve sempre aumentare.
Come dice San Paolo ai Corinzi, parliamo sì di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo. In questo mondo io posso studiare una cosa e arrivare in qualche maniera a conoscerla. Ma se Aristotele dice che nemmeno possiamo conoscere l'essenza più profonda di una mosca, quanto di più dovremmo dirle di una persona, qualsiasi, di un essere umano? E se si tratta della persona divina di Gesù Cristo,
evidentemente il mistero è solo all'inizio perciò noi dobbiamo chiedere anzitutto la grazia di conoscere il mistero del Signore e mi sembrava molto opportuno a questo riguardo trattare un tema che lo troveremo molto nel libro dell'Apocalisse che è Gesù Cristo come centro della storia centro di tutta la creazione tutta la creazione gira attorno a Lui
E in particolare, dobbiamo dirlo, per illuminare il tempo presente, dobbiamo sottolineare quella centralità di Gesù Cristo nella storia degli uomini. Molto spesso la gente dice, con tanta confusione che c'è,
Dove andrà a finire il mondo? Dove andrà a finire tutto questo? Finirà in Gesù Cristo. La risposta per un cattolico è chiara. La storia inizia con Gesù Cristo, quando Dio crea Adamo e Eva, li crea in ordine alla sua venuta in questo mondo, e si concluderà con Gesù Cristo.
Molti sanno che Papa Leone XIII, nell'enciclica Eterni Patris, ha dichiarato San Tommaso d'Acquino come maestro della teologia dogmatica, specialmente, con tanti buoni frutti. Però molti non sanno che sempre Papa Leone XIII ha dichiarato Sant'Agostino come maestro della teologia della storia. Cioè, si può considerare la storia...
dal punto di vista come lo vedrebbe Dio stesso? Anzi, è lecito dire che la storia ha un inizio e una fine in Gesù Cristo, quando in realtà la storia è formata dalle libere scelte delle persone.
Come mai si può dire che tutta la storia ha Gesù Cristo come protagonista principale? Anche adesso, nel nostro tempo, noi cattolici non dobbiamo dimenticare che Gesù Cristo continua a essere il centro, il protagonista di ogni evento umano. Però come mai considerare così gli eventi umani se giustamente la storia è fatta da scelte, libere?
Diciamo, è difficile da spiegarlo, però mi permetto un esempio, forse diciamolo poco ortodosso, però che permetterebbe un pochino rendere l'idea di quello che stiamo dicendo.
Una persona può comprare una casa, e questa casa ha le sue mura, le sue finestre, però la persona può dargli l'orientamento che vuole. Può dare una porta d'ingresso, una porta d'uscita, se vuole. E può spostare la casa in maniera conveniente. Analogamente. Ci sarebbero molte cose da chiarire, però immaginate questo. Dio permette le nostre libere scelte, non annulla la nostra scelta, però ordina le nostre azioni, in qualche maniera,
verso Gesù Cristo questo è avere uno sguardo teologico della storia anzitutto prima della sua nascita tutta la creazione
tutti gli eventi, tutte le persone, non erano altro se non una preparazione a Bethlehem, alla nascita, alla natività di Gesù Cristo. Lui è stato l'unico che prima di nascere era atteso. Ogni volta che nasce un bambino lo si conosce. Gesù era l'unico bambino che doveva nascere.
E lo si conosceva prima. Infatti lui stesso dirà nel Vangelo di Luca bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè nei profeti e nei salmi. Nei profeti, nei salmi si stava parlando di me, dice Gesù Cristo.
E non solo le profezie, che con quello già potremo stare tantissimo a considerare, ma anche le stesse persone, quando uno considera le persone dell'Antico Testamento, le loro situazioni, le loro sofferenze, la loro stessa personalità, non erano altro che un modo di parlare di colui che verrà.
erano un modo di dimostrare in ombra la figura di Gesù Cristo che sarebbe nato. E così Adamo non solo era necessario per essere l'inizio, Adamo è figura di Gesù Cristo. Così come Adamo è il primo tra gli uomini, Gesù Cristo sarà il primo di una nuova generazione di uomini, però secondo la grazia sarà lui il primo genito.
Abele, ucciso dal fratello Caino, è figura di Gesù Cristo, ucciso dai suoi fratelli per invidia. Pilato sapeva che i farisei lo consegnavano per invidia. E quindi Abele, il giusto, che per invidia viene ucciso, era un modo di raccontare che colui che verrà sarà ucciso anche dai suoi fratelli.
al incarnarsi diventa nostro fratello e siamo noi a ucciderlo Isacco è molto bello il racconto di Isacco Abramo lo deve sacrificare riceve l'ordine di sacrificarlo e allora Isacco nella Sacra Scrittura non si dice mai che si sia lamentato come non sapeva però gli fanno caricare la legna
per il sacrificio che dovevano offrire, e quindi Isacco sale con il legno caricato su di sé, come Gesù, che sale sul Calvario portando il legno della croce, e quando arriva alla cima, prima di essere offerto, viene fermato dal padre.
che non fermerà però il sacrificio di Gesù Cristo, quando Gesù è il nuovo, il vero Isacco. Isacco è stato un sacrificio incompleto per mostrare il vero sacrificio che ci sarà dopo. Isaia, attraverso il servo sofferente che abbiamo considerato in due lezioni fa, Mosè lo prefigura come legislatore, ci sarà un vero legislatore dopo Mosè.
Davide come re guerriero, Salomone re di pace. Bene, tutte queste sono delle bozze. Sono persone, sì, sono bozza, sono un modo di preparare la persona che sta per arrivare. E ci sono voluti secoli, secoli di persone che rappresentavano Gesù, che parlavano di Lui, perché quando arrivi veramente si capisse chi è colui che è arrivato.
Cristo raccoglie l'Antico Testamento e dà in Lui, nella Sua persona, il senso finale a tutte queste rappresentazioni. Io sono.
dice molto spesso lo dirà nel Vangelo dei Giovanni io sono colui che era annunciato colui di quale si parlava nell'Antico Testamento e colui verso il quale l'Antico Testamento si dirigeva nell'Antico Testamento è una sorta di pellegrinaggio fino a Berleme alla nascita del Signore Abramo vide il mio giorno e se ne rallegrò dice Gesù
Abramo vide il suo giorno, lo sapeva, sarebbe venuto. Molto bello anche per esempio l'esempio di Giobbe, il giusto Giobbe, paziente Giobbe che subisce ma non per colpa propria. E che in mezzo alla più grande sofferenza dice io so però che il mio Redentore è vivo. Cioè era già lì vivo in qualche maniera.
Il mio Redentore è Gesù Cristo. Però anche i gentili devono essere considerati come figure che prepararono la venuta di Cristo. Pensate a Socrate, tutta la filosofia greca, Aristotele, Platone, parlando del Logos, del Verbo.
con un'espressione, quello che si chiamano seminaverbi, tutte quelle ombre di verità che raggiunte dall'intelligenza più grande a livello umano come Aristotele, per esempio, evidentemente potevano essere al servizio anche della verità rivelata, al servizio. Non sono rivelazioni, sono al servizio. Eschilo nel suo Prometeo, per esempio, dice
Sei secoli prima dell'era messianica scrisse, non aspettare che arrivi un fine per questa maledizione, finché venga Dio per prendere sulla sua testa i dolori dei tuoi propri peccati a modo di espiazione. Si parlava che solo Dio poteva espiare.
Questo è la mitologia greca. L'impero romano offre la sua maestà, il diritto, l'organizzazione, la pace augusta per la nascita di Gesù. Le vie romane che danno la possibilità di spargere l'annuncio del Vangelo in tutto il mondo. La lingua latina.
Il comune sentire che c'era Roma. Tacito dice «Tutta la gente era persuasa, fondandosi in antiche profezie, che l'Oriente sarebbe prevalso e che da Giudea sarebbe venuto il padrone e sovrano del mondo».
che con la conferma delle profezie, indubbiamente certe, gli ebrei avrebbero raggiunto il sommo potere. Certo, un sommo potere spirituale, non terrenale, però un sommo potere. Bene, e così troviamo anche in altri testi, specialmente dell'Oriente. Quindi, vediamo il popolo di Israele, che è la figura, il popolo anche pagano,
che già lo nominava, già era pronta, tutta la gente era persuasa, dice Tacito. Quindi c'erano esplicita o implicitamente, però tutti sapevano che sarebbe venuto qualcuno da parte di Dio, o che sia Dio stesso, a caricare su di sé la colpa degli uomini, che era l'unica maniera di espiazione. E pensate che anche la natura stessa, i magi vanno seguendo la stella, anche gli astri,
Tutto punta a questo momento della nascita di Cristo. Abbiamo seguito la sua stella, dicono i Magi, e perciò arrivano a Betlemme ad adorare il Redentore. Quindi, tutta la storia, prima...
della nascita di Gesù a Bethlehem, tutta la storia, tutto lo sforzo di tanti prima, tutto si dirigeva a questo momento, al momento della nascita del Salvatore. Perciò per noi deve essere commovente quello che dice San Paolo, quando arrivò la pienezza dei tempi, Dio inviò suo Figlio. Perché ci deve commuovere? Perché noi stiamo per celebrare anche adesso il Natale,
La nascita di Gesù si rivela come lo sforzo, in qualche maniera, di tanti che lo hanno rappresentato con la propria vita. Con la fedeltà a Dio erano figura del colui che sarebbe stato fedele fino alla morte e morte di Croce. E tutta la storia si rivolgeva a questo punto.
Prima parte, però che diciamo noi? Dopo la nascita di Gesù, noi che siamo nati dopo di Lui, guardiamo indietro, no? È come se tutto si dirigeva verso di Lui e adesso noi che abbiamo superato questa barriera, questa nascita di Gesù, guardiamo indietro, no?
Anche per noi, anche questo tempo che viviamo noi, si dirige, si rivolge alla seconda venuta di Gesù Cristo. Lui tornerà, ma non tornerà nella povertà di Berleme, ma tornerà nella potenza come colui che deve regnare. Tornerà Cristo come Re. E tutta la storia che noi stiamo vivendo adesso...
ha come destino la vittoria di Cristo. E voi mi direte, ma come mai questo destino, se tutto va in rovina? Bene, il male che si possa vedere, le ingiustizie, tradimenti, tutto, tutto, non farà altro che far risplendere la vittoria di Cristo, ancora di più. Non farà altro che far risplendere la pazienza di quanti sono rimasti fedeli, nonostante la confusione.
Però ci sarà una seconda venuta, ci sarà una fine. Noi diciamo questo molto spesso nella liturgia. Dobbiamo capire questo noi e non dobbiamo mai scoraggiarci davanti al male. Perché Gesù Cristo continua a essere il centro, un centro silenzioso se vogliamo.
Un centro che non si fa sentire con il suo potere, ma lo farà sentire. Intanto la vita di Gesù, l'azione di Gesù è come quella che descrive il Vangelo di Marco. Quando Gesù si trovano gli Apostoli sulla barca, la barca che si agita in mezzo a una tempesta, gli Apostoli si danno a fare e Gesù dorme. Gesù stava dormendo. E gli Apostoli le dicono, Signore non ti dispiace che stiamo morendo?
E Gesù, taci, calmati, fa tacere la tempesta. La barca torna alla normalità. Così sarà la fine. Noi siamo in una tempesta, forse, mi dirà qualcuno. Arriverà un momento che Gesù dirà, taci, è finita la tempesta.
È venuto il re, il vero re, il vero creatore dell'uomo, il vero bene dell'uomo, il vero amico degli uomini. Adesso chi regna è l'amico, è il padre degli uomini. Non il tirano, non l'avaro, non colui che vuole usufruire, no. È colui che vuole il bene. Quindi dirà anche lui, calmati, tacci.
Dirà questa tempesta nella quale ci troviamo, però dirà anche a noi, forse quello che disse agli apostoli. Perché siete così paurosi, dice dopo agli apostoli, non avete ancora fede. E noi non abbiamo, abbiamo fede adesso.
No, la Chiesa, tutto è in crisi, tutto va a finire male. No, diamoci da fare. Gesù non rimprovera gli apostoli di darsi da fare, di cercare di tenere la barca galleggiando. Però li rimprovera il fatto che hanno avuto paura. Hanno avuto paura perché, come dice San Giovanni Newman, non hanno avuto speranza.
La paura nasce dal non avere speranza, dal non pensare a questa vittoria finale. E noi dobbiamo pensare molto spesso perché tutto questo si spiega, come si spiega tutto l'Antico Testamento nella persona di Gesù Cristo, tutto quello che succede, tutto quello che noi vediamo, si spiega con la seconda venuta di Gesù Cristo. Per la nostra allegria è questo.
Perciò quando Gesù annuncia la fine, e ci saranno segni qua, ci sarà spargimento di sangue, quando queste cose succedano alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina. È una buona notizia alla fine. Il libro dell'Apocalisse con il quale si chiude tutto il Nuovo Testamento, tutta la Rivelazione,
Non c'è più nulla da sapersi propriamente, anche se ci sono rivelazioni private. Non sono neanche necessarie le rivelazioni private. Questo lo dicono gli stessi reggenti. Però alcuni possono aiutare. Evidentemente, personalmente, credo a molte rivelazioni private.
Non a tutte, però a molte sì. Però è vero che allo stesso tempo non abbiamo neanche il bisogno. Perché con Gesù Cristo, con il libro dell'Apocalisse, si chiude la rivelazione. E in questo libro si presenta Gesù Cristo come avvolto in questo silenzio. Così dicevamo, Gesù sembra che dorme mentre la barca è agitata. E anche nel libro dell'Apocalisse si dimostra molto...
molta potenza, molto maestoso, con una maestà molto grande. Si presenta sublime, però silenzioso, non agisce ancora.
Come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, dice Giovanni, nel libro dell'Apocalisse vidi sette candelabri d'oro, in mezzo ai candelabri c'era uno simile al figlio d'uomo, con un abito lungo fino ai piedi, cinto al petto con una fascia d'oro, lo descrive, no? La voce simile al fragore di grandi acque, occhi fiammeggianti come fuoco.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Immaginate l'impressione che avrà fatto. Ma Eli posando su di me la destra mi disse, non temere, io sono il primo e l'ultimo e il vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre. E ho potere sopra la morte e sopra l'inferi.
Non temere, giustamente. Di che dovremmo aver paura adesso? Sì, dovremmo faticare, certo? I apostoli faticavano, però non dovremmo aver paura. Le sette stelle e sette candelabri sono le sette chiese. Quindi, tenendole in mano, significa che Gesù tiene in mano la chiesa. Anche adesso la tiene in mano. Esatto quello che sta succedendo. Perché le parla, dille alle chiese.
Quindi parla perché li conosce, perché sa di che cosa hanno bisogno. Non mettere sotto sigilo, dice a Giovanni, le parole profetiche di questo libro perché il tempo è vicino. E qui dice qualcosa molto illuminante per noi.
In Apocalisse 22, 10 in avanti. Il perverso continua pure ad essere perverso. Io non impedirò al perverso di essere perverso. Lo lascerò. L'impuro continua ad essere impuro. A chi è impuro, io non lo farò cambiare. Lo lascio libero nella sua scelta. Dio rispetta la libertà. Quindi l'impuro continua ad essere impuro.
Ma il giusto continua a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. Ognuno faccia quello che deve fare. Perché alla fine, ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario. Cosa hai fatto? Avrai la ricompensa che si merita. O la punizione che si merita. Per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine.
Gesù tornerà e darà il castigo ai suoi nemici e il premio ai suoi amici. Castigo a quanti sono operatori di iniquità, a quelli che oggi tiraneggiano, a quelli che dominano, a quelli che impongono tutto quanto è contrario alla legge di Dio, alla legge naturale.
A tutti quelli che sono gli artefici di che questo mondo abbia la confusione, noi non sappiamo chi saranno, però a quelli che fanno sì che questo mondo vada così confuso, darà anche secondo le loro opere. Sarà un giudizio che farà lui. A noi cosa tocca? Cercare di santificarci ancora, non soccombere davanti alle difficoltà. Arriverà il trionfo.
E perciò il suo ritorno, il ritorno di Cristo, sarà per i suoi amici motivo di gioia incommensurabile. Un altro aspetto che vorrei sottolineare di questo mistero è che Gesù è stato annunciato come segno di contraddizione. Quando Maria lo porta al Tempio, l'anziano Simeone le dice che lui sarà un segno di contraddizione.
Perché siano svelati i pensieri di molti cuori. Quindi davanti a Gesù Cristo ci sarà una contraddizione. Ci saranno alcuni a favore e alcuni contro. Lì si sveleranno i pensieri di molti. I pensieri che potrebbero essere nascosti si risveleranno davanti al mistero di Cristo. Scrive Monsignor Fulton Sheen
Il venerabile Monsignor Fulton Shin. Un terribile conflitto il bambino avrebbe creato tra il bene e il male, strappando loro le maschere e provocando quindi una inimicizia tremenda. Una pietra di inciampo e li sarebbe stato e al tempo stesso una spada separatrice del male dal bene e una pietra di paragone rivelatrice dei moventi e delle indoli, dei cuori umani.
Gli uomini non sarebbero più stati gli stessi una volta che avessero udito il suo nome e conosciuto la sua vita. Sarebbero stati costretti ad accettarlo oppure a respingerlo. Che nessun compromesso nei suoi confronti si sarebbe dato. Nient'altro che l'accettazione o il rifiuto, la risurrezione o la morte.
Per la sua natura stessa, Egli avrebbe mosso gli uomini a rivelare i rispettivi atteggiamenti intimi nei riguardi di Dio. Questa è la storia dell'umanità, in questo dire che sarà segno di contraddizione. L'umanità si divide in due gruppi, e lo dice lo stesso Gesù Cristo. Qualcuno che non creda nel Vangelo potrà non essere d'accordo, però chi non è con me...
E contro di me. Sono le due possibilità che abbiamo. Gesù Cristo non ci ha lasciato scelta. Chi non è con me è contro di me.
E nel suo tempo molti erano contro di lui. Quando Gesù chiede agli apostoli chi dice alla gente che io sia, gli danno una descrizione di cose abbastanza brutte. Un indemoniato, un ubriaco, un mangione, un bestemmiatore. Ma anche nell'epoca moderna, anche dopo essere stato conosciuto Gesù Cristo, anche nelle civiltà cristiane, per esempio...
Alcuni autori lo considerano un pazzo psicologico, autori francesi, Voltaire lo chiama l'infame, un epilettico lo considera un poeta danese, molti lo considerano un comunista, un rivoluzionatore sociale. Qualcuno lo considerava sì, una brava persona, ma ormai passata di moda, come diceva John Lennon per esempio, siamo più popolari di Gesù Cristo.
Quindi, dice,
Gesù non è esagerato. Quando lui dice una espressione, non è che sta accentuando una cosa, dice le cose come sono. Io sono la verità. Chi non è con me è contro di me. E perciò, mentre molti lo perseguitano, abbiamo esempi di fedeltà talmente commuoventi anche nel nostro tempo, nella Siria, durante la persecuzione, pochi anni fa.
persone che l'hanno chiesto formalmente di rinunciare alla fede e non hanno rinunciato e sono stati veramente martirizzati sul punto stesso. E così pensiamo a tanti martiri che sorridendo diedero la vita per Cristo, in Messico, in Spagna, in Albania per esempio.
In Albania, dopo 50 anni di comunismo, 50 anni senza poter fare un gesto esterno, mi raccontano alcune persone conosciute che se era una festa e se uno era vestito bene quel giorno, già per quel motivo stesso veniva messo in carcere, per vestire bene durante una festa.
Nessun segno religioso, però il solo fatto di rallegrarsi o di dare una certa importanza a un giorno religioso, motivo di incarceramento. 50 anni senza un segno della croce pubblico e non si verifica neanche un solo caso di apostasia. Martiri come io mai ho sentito nella mia vita, crudelissimi, crudelissimi. E una fedeltà incrollabile, il popolo albanese.
Pochi lo conoscono, ma San Giovanni Paolo II diceva che la vostra testimonianza di fedeltà deve essere conosciuta in tutta Europa. È necessario, diceva Giovanni Paolo II, che l'Europa non dimentichi quello che è successo in Albania. Non solo per il comunismo, per quello che ha fatto il comunismo realmente, ma per quello che è la fedeltà, per la grandezza di quelli che veramente restano fedeli nonostante la peggiore persecuzione.
E sono per noi uno stimolo, uno stimolo molto grande. Giovanni Pappini ha una espressione molto interessante. Dice «Cesare ha fatto ai suoi tempi più rumore di Gesù e Platone, insegnava più scienze di Cristo. Ancora se ne ragiona del primo o del secondo. Ma chi si accalora per Cesare o contro Cesare? E dove sono oggi i platonisti, gli anti-platonisti?»
Cristo invece è sempre vivo in noi. C'è ancora chi lo ama e chi lo odia. C'è una passione per la passione di Cristo e una per la sua distruzione. E la canirsi di tanti contro di Lui dice che non è ancora morto. Altrimenti perché ti arrabbi? Lo so che queste frasi e queste riflessioni le abbiamo fatte.
Mi sembrava però riprenderli per questa conclusione, perché è per noi decisivo. L'orientamento di tutta la nostra vita cambia nella comprensione di questa centralità di Gesù Cristo. Tutto gira attorno a Lui, per amore o per odio tutto gira attorno a Lui, per sequelo o disprezzo, per fedeltà o tradimento.
È veramente Lui il centro dell'umanità, il centro della storia, e verso il quale, verso Gesù Cristo, si dirigono tutti gli avvenimenti attuali. E perciò che noi dobbiamo fare davanti a tutto questo? Noi dobbiamo compiere una volontà esplicita di Gesù, la volontà esplicita di essere Re.
Gesù ha detto a Pilato, certamente, il mio regno non è di questo mondo. Se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero, perché io non fossi qui, non fossi dato nelle mani dei giudei. Ma dunque, tu sei re, chiese Pilato. Tu lo dici, sono re, io sono nato per questo e per questo sono venuto nel mondo.
Quindi lui non è un re di questo mondo, però è venuto per essere re. E quindi, con l'immagine che usa Sant'Agostino, le due città, la famosa città di Dio, due città si costruirono attorno a questo. La città di Dio e la città di Satana. Bene, perché? Perché alla fine tutto si decide in questo, se Cristo regna o Cristo non regna.
il fine dell'incarnazione è esercitare la sua regalità nell'universo intero perché un bambino è nato per noi diceva Isaia ci è stato dato un figlio sulle sue spalle è il segno della sovranità e così quando l'angelo lo annuncia a Maria le annuncia questo, proprio questo regnerà per sempre nella casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine
Sant'Omaso dice che Cristo ha un'anima di re e noi dovremmo chiederci, bene, dovremmo farlo regnare, però lui ha detto il mio regno non è di questo mondo. Qual è l'ambito della regalità di Dio?
La regalità di Cristo. Lo dice Lui stesso, il mio regno è dentro di voi. Lo dice il Signore stesso. Ecco il primo e più importante ambito della sua regalità. Se tu hai capito che Gesù Cristo è il centro della storia, il centro della creazione, e tu hai capito che veramente questo centro deve regnare, questa è la volontà di Dio, questa è la volontà Sua, questo è il motivo per cui è venuto questo mondo, deve farlo regnare nel tuo interiore.
Quindi l'ambito della regalità di Gesù sono i cuori delle persone. Che ogni persona sia un trono dove Gesù possa sedere per esercitare la sua regalità. Che la nostra memoria, intelligenza, volontà, affetti siano a suo servizio come lo sono i sudditi servi del proprio re.
E questo non è così difficile. Noi dobbiamo farlo regnare. E da questo farlo regnare dipende veramente il nostro trionfare con Lui. Perché Lui verrà a regnare la seconda venuta. E farlo regnare nel nostro cuore farà svelare questa sua regalità. Quando Lui verrà alla seconda venuta, svelerà che Lui veramente già è Re. Ed è Re nei nostri cuori.
E quindi, da questa regalità, dove diciamo che deve regnare nei cuori, è nata in gran parte la devozione al Sacro Cuore, che abbiamo parlato due lezioni fa. E da questa devozione al Sacro Cuore, giustamente nasce la festa, la solennità di Cristo Re dell'Universo. Perché questa regalità, quelli che lo fanno regnare in se stessi, non lo possono far regnare la domenica quando vanno a Messa, lo fanno regnare nella vita.
nel cuore, negli affetti, nel modo di pensare, e perciò anche nelle azioni esterne lo fanno regnare. Quando uno va a lavorare nell'azione esterna, anche è governato da questo re, da colui che occupa.
il mio cuore come un vero re e perciò necessariamente anche la dimensione sociale dell'uomo anche Cristo deve regnare negli ambiti esterni negli ambiti sociali adesso si vuole togliere assolutamente come se la fede fosse un fenomeno meramente personale, secondario e se uno dice se la fede è un fenomeno secondario non è sociale perché al contrario adesso per esempio si vuole togliere la parola natale dalle feste di Natale
Perché? Perché si fa la guerra a livello religioso? Perché chi non è con me è contro di me. Quindi è sempre Cristo o non Cristo? Questa è la domanda. Perciò diceva Papa Pio XI, svalierebbe gravemente chi toliesse a Cristo uomo il potere su tutte le cose temporali.
Non c'è differenza tra l'individuo e il consorzio civile, perché se l'individuo è governato completamente da Cristo Re, anche sarà governata in questo modo la regola con cui si rapporta socialmente con gli altri uomini. E quindi, concludeva il Papa, non rifiutino dunque i capi delle nazioni di prestare pubblica testimonianza di riverenza e di obbedienza all'impero di Cristo insieme con i loro popoli, se vogliono, con l'incolumità del loro potere,
l'incremento e il progresso della patria. E se qualcuno mi dirà
Bene, ma è molto difficile oggi augurarsi che un presidente di una nazione si consacri al Sacro Cuore di Gesù. Bisogna vedere, perché se noi diciamo questo, se noi non riusciamo a farlo regnare in un paese intero, però possiamo farlo regnare in quello che si chiamano piccole cristianità, piccole società, nella famiglia per esempio, in una scuola, una persona che fa una scuola,
E fa veramente, esplicitamente regnare Cristo Re. Bene, la scuola, la piccola società, come si chiama, la piccola cristianità, dove Gesù Cristo veramente possa regnare. Nel proprio lavoro, nella propria famiglia, nel proprio gruppo di amici. Ogni cosa deve essere portata alla regalità di Cristo.
Perciò carissimi amici, io voglio concludere con un video di San Giovanni Paolo II, anche se aggiungo qualche minuto a questa catechesi, però considerate quello che dirà San Giovanni Paolo II, li parla un gruppo di giovani cileni, considerate quello che lui dirà in base a tutte queste verità.
Erano stati provati da un duro tempo di comunismo, da una confusione religiosa, da un Cristo che lo si voleva rivoluzionario sociale. E allora San Giovanni Paolo II va e dirà ai giovani che nonostante le difficoltà loro non possono giustificarsi chiudendosi nella mediocrità o nel non fare nulla al riguardo data la enorme confusione che c'è.
Gesù Cristo vuole proposte perché Gesù Cristo è il primo e l'ultimo, è l'Alfa e l'Omega. Questo video riassume tutto quanto abbiamo detto e spero che sia un incoraggiamento a tutti voi. Dobbiamo far regnare Cristo anzitutto nei nostri cuori, nelle nostre persone.
farlo regnare nella misura delle possibilità, nelle nostre azioni, nell'ambito sociale. E se per questo entreremo in contraddizioni, ricordiamoci che questo forma parte dell'essere cristiani. Gesù Cristo è segno di contraddizione, i cristiani dovranno anche esserlo. Però niente, nessuno si scoraggi.
Anche se non vede frutti, anche se vede più difficoltà. Perché Gesù tornerà una seconda volta per dare a ciascuno secondo le sue opere. Se tu ti impegni in una buona opera e non riesci a portarla avanti perché non sei ascoltato, non sei assecondato, impegnati lo stesso. Quando il Signore ti troverà impegnato, ti darà Lui il premio che tu non sei riuscito a ottenere. Vi lascio quindi nella compagnia di questo grande santo San Giovanni Paolo II. Reggio Maria.
Chiedo di ripetere ai giovani cinesi di assumere la vostra responsabilità. Siete disposti, animati dalla fede del Signore, a dare ragione alla vostra speranza? La vostra guardia attenta al mondo e alle realtà sociali, così
come il vostro genuino senso critico che vi ha dovuto portare a analizzare e valutare giustamente le condizioni attuali del vostro Paese, non possono esaurirsi in una semplice denuncia dei mali esistenti.
in vostra mente giovane hanno da nascere e anche andare a formare proposte di soluzioni, anche audaci, non solo compatibili con la vostra fede, ma anche esigibili da lui. Il coraggio di ognuno, di ognuno,
a todos nos afecta el pecado personal que arraiga más y más en las conciencias a medida que se pierde el sentido de Dios a esta medida que se pierde el sentido de Dios si amados ognuno estad atentos a no permitir que se debiliten vosotros en vosotros
il senso di Dio non si può vincere il male con il bene se non si ha questo senso di Dio di sua azione di sua presenza che ci invita a apostare sempre per la grazia, per la vita contro il peccato, contro la morte sta
in gioco la fortuna dell'umanità l'uomo può costruire un mondo senza Dio ma questo mondo finirà per tornare contro l'uomo contro l'uomo
e che solo possono rispettare l'esperienza di fede, l'esperienza di Cristo vivo, sì, di Cristo morto, Cristo morto, crucificato, Cristo risuscitato. Giovani Cirenti, non avete paura di guardarlo a lui? Guardate al Signore!
Che veis? È solo un uomo sabio? No, è più di questo. È un profeta? Sì, ma è più di uno. È un riformatore sociale? Molto più di un riformatore. Molto più.
molto più. Guardate il Signore con gli occhi attenti e scoprirete in Lui il rostro stesso di Dio. Gesù è la parola che Dio aveva da dire al mondo. È Dio stesso che è venuto
a compartire la nostra esistenza, ognuno di noi. Il contatto di Gesù spinta la vita. Lontano di Gesù solo c'è oscurità e morte. Voi avete sedia di vita, di vita
qual? di vita eterna? di vita eterna? di vita eterna? Buscarla e aliarla in chi non solo dà la vita, ma in chi è
La vita di Gesù. Lui. Questo è, amici miei, il messaggio di vita che il Papa vuole trasmettere ai giovani cileni.
Buscate Cristo, guardate Cristo, vivete Cristo. Questo è il mio messaggio.