Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. O Signora mia, o Madre mia, io mi offro interamente a te e in prova del mio affetto filiale ti consacro in questo giorno i miei occhi, le mie orecchie, la mia bocca, il mio cuore, in un'unica parola tutto il mio essere.
Quindi, se io sono tutto tuo, o Madre di bontà, sollevami, proteggimi e difendimi, come cosa è proprietà tua. Amen. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Carissimi amici, benvenuti alla seconda lezione di questa preparazione per la consacrazione, o rinnovo della consacrazione, a Gesù per mezzo di Maria. Lezione 2. Come è Dio?
Si dice che quando Sant'Omaso d'Aquino è stato lasciato da bambino, aveva solo cinque anni, in un monastero benedettino, in tutto il percorso della sua formazione, lui rivolgeva spesso, molto spesso, ai monaci questa domanda. Come è Dio? Come è Dio? Molto insistente su conoscere meglio chi è Dio.
Nella lezione scorsa, nella introduzione che abbiamo fatto, dicevamo che Maria è un mistero da approfondire, che non si può mai dire di conoscerla abbastanza, che c'è sempre da approfondire, che sempre rimarrà difficile avere la conoscenza più profonda che possiamo avere di lei e molto più dobbiamo dire riguardo Dio.
Riguardo Dio sappiamo che è uno in tre persone, lo sappiamo, adoriamo la Trinità, però comprendiamo molto spesso come veramente è Dio. Vi metto un esempio. I santi, le persone che più hanno conosciuto Dio, hanno avuto una fiducia senza limite in Lui, anche nelle situazioni più difficili, più avverse.
Santa Teresina dice, suo bambino diceva, si stancherà il Signore di mettermi alla prova prima che io smetta di avere fiducia in Lui. Cioè è come se il Signore mi mettesse alla prova per far finta che non mi vuole bene, ma io non le crederò mai, io so che Lui mi vuole bene. E si stancherà di mettermi alla prova, ma io sempre avrò fiducia in Lui. Bellissimo questo.
Dall'altra parte una persona che parla di Dio, anche un cristiano, però che dice Dio non mi ascolta. Uno si chiede, stiamo parlando dell'ostesso Dio, dell'ostessa persona? Poco fa mi è capitato un equivoco. Io ho raccontato, ho incontrato i padri passionisti e li ho raccontato. Le nostre sore hanno un monastero intitolato San Paolo della Croce. Perché lì ho sentito, monastero San Paolo, monastero San Paolo. Sono arrivato e in realtà no, era San Paolo Apostolo.
Non è San Paolo della Croce, sono due persone diverse. Quando io parlavo di San Paolo della Croce, pensavo a una persona, però loro mi parlavano di un altro. In realtà era San Paolo, apostolo. Quando abbiamo due considerazioni contrastanti di Dio, si può dire che solo uno dei due ha ragione. Devo avere fiducia in Dio? Dio mi protegge? Dio è padre o non lo è? E se non lo è...
Evidentemente non è il Dio di un cristiano. Non so, sarà un'idea. Un Dio che non è padre, un Dio che non mi ascolta, un Dio che non mi ispira fiducia, non esiste. Dio è perfetto e tutto quanto di bontà esiste in Lui, dobbiamo affermarlo con tutto il nostro essere. Ma che succede? Noi viviamo in un periodo di ateismo.
La verità è questa, abbiamo persone di una fede incrollabile, ma la cultura, l'ambiente, l'atmosfera, purtroppo si respira questa aria o di indifferenza, o di un Dio fatto secondo il mio modo, un fai-da-te, un Dio fai-da-te, diciamo, un Dio che mi serve per sentirmi meglio, però non so se è il vero Dio. Guardate, Dio è solo uno. Non posso necessitare un Dio che ascolta e un Dio che non ascolta.
Gaudium et spes, già sottolineava questo, che ci troviamo davanti a un ateismo nuovo, che prima non esisteva. Dice, moltitudini sempre più numerose si staccano praticamente dalla religione, a differenza dei tempi passati, una realtà nuova del nostro tempo. Adesso negare Dio e la religione, o farne praticamente a meno, non è più un fatto insolito e individuale.
Prima una persona per una questione esistenziale, magari per una sofferenza troppo grande, si allontanava da Dio. E lo rifiutava, lo negava. Adesso non è una questione più individuale, adesso c'è come una corrente, un'atmosfera. Oggi infatti non raramente un tale comportamento viene presentato come esigenza del progresso scientifico o di un nuovo tipo di umanesimo.
Hemingway diceva che le persone che ragionano sono degli atei. Diceva lui, l'ateo Hemingway, evidentemente. Nietzsche, per esempio, un filosofo sempre dell'epoca moderna, lui diceva che sono venuto a presentare il superuomo. Quindi, se tu vuoi essere una persona raffinata, una persona culturalmente elevata, la prima cosa che devi capire non è che Dio non esista, non solo questo, peggio.
E che tu, dice Nisce, hai ucciso Dio. Il famoso motto suo, Dio è morto. Però non è solo questo da sapere. La grandezza è che noi uomini lo abbiamo ucciso. Purtroppo per Nisce però ci sono tanti questi scritti. Dio è morto, Nisce. E scrive Nisce è morto, Dio.
Infatti lui è passato, e Dio non è passato, Dio non è morto. Però è questo ciò che si respira. Poco fa un ragazzo mi diceva, il filosofo più grande di tutti i tempi, un ragazzo anche cristiano, il filosofo più grande di tutti i tempi, Nietzsche, e uno dice, va bene. Evidentemente viviamo in un ambiente di confusione, anche riguardo la idea di Dio. Ogni tanto si sente dire, Dio per me è un ideale, è una idea, un'idea di essere bravo.
Se io sono reale, ma Dio non lo è, allora Dio è qualcosa di inferiore. Se Dio è un'idea, è qualcosa di inferiore a me. No, Dio, mi diceva una persona, io vedo Dio nel mio nonno, per esempio, che è morto. Dio probabilmente avrà avuto un'influsso nella vita del nonno, ma non è Dio il mio nonno. Il mio nonno è una persona e Dio è un altro.
E quindi, molte persone che parlano di Dio, molte persone che lo nomineranno, però parlano di un Dio che non è Dio. E questo, secondo padre Cornelio Fabro, un grande filosofo, è lo stesso che se fosse vero e proprio ateismo. Perché non si conosce a Dio se non il vero Dio. Se io parlo molto spesso di Paolo, Paolo, ma sto pensando a San Paolo della Croce, non sto parlando di San Paolo Apostolo.
Bene, se io parlo di Dio, ma non è il vero Dio, che è il vero Padre, un Dio in tre persone, un Dio che mi ascolta, un Dio che ha un rapporto con me personale, non è il vero Dio. E quindi mi comporterò da ateo, perché non considero che Dio è presente nella mia vita, che Dio è reale, che Dio è un essere reale. Una volta è venuto un gruppo di giovani a trovarci qui e...
E loro hanno scritto, una delle ragazze che era venuta, ha scritto una lettera e ha usato questa espressione. Grazie per averci insegnato che Dio è reale. È così reale. E questo è ciò di cui abbiamo bisogno. Guardate che belle parole usa Gesù nel Vangelo, quando dice Il Padre vi ama. Quanto bisogno ha tanta gente di sapere questo. Il Padre vi ama.
Che Dio veramente ci ama. Tanti giovani che quanto sollievo troveranno nelle loro angosce, quante persone con difficoltà di ogni tipo troverebbero sollievo. E perché? Perché non diamo queste parole come se fossero reali, come se fossero poesie. Sono reali. Il Padre mi conosce, il Padre ti conosce, il Padre ti ama. E questo devi saperlo. Bene.
E padre Cornelio Fabro diceva che queste correnti che parlano di un Dio che non è Dio, alla fine allontanano più da Dio, sono più pericolose ancora.
perché la persona atea è come più chiusa e potrebbe uscire più facilmente. Questa è più sottile, è un ateismo più sottile. Allora è molto importante per noi capire chi è Dio, prima di andare avanti, perché lo scopo di questa consacrazione è consegnarci a Maria Santissima per arrivare più facilmente a Gesù Cristo, che è il vero scopo, e per Gesù Cristo al Padre, nello Spirito Santo.
Però evidentemente Dio è la natura. La natura sono le leggi che Dio ha emanato. La natura non è una astrazione. Le leggi della natura sono perfette perché vengono da un legislatore, da Dio. Bene, dobbiamo però impegnarci allora a ricostruire questa immagine di Dio. Diciamo alcune cose...
sull'unico e vero Dio che dobbiamo tenere presente prima di cominciare a parlare di tutte le altre cose. Nella prossima catechesi parleremo della gloria di Dio. Dobbiamo spiegare che cosa è rendere gloria, però prima dobbiamo spiegare chi è Dio. Questa prima catechesi, allora, cerchiamo di ricostruire in noi l'immagine di Dio e diciamo alla fine qualcosa fondamentale, secondo me, che riguarda la provvidenza di Dio.
Io posso dire, credo poter dire, che come sappiamo che una persona conosce l'unico e vero Dio? C'è un modo, se questa persona ha fiducia nella sua provvidenza. Diciamo alcune cose allora. Quali sono i mezzi che abbiamo per conoscere l'unico e vero Dio? Lo possiamo conoscere in primo luogo attraverso le creature.
Questo lo dice la Sacra Scrittura, il libro della Sapienza, di fatti dalla grandezza e bellezza delle creature. Per analogia si conosce l'autore, l'autore con maiuscola. La Lettera ai Romani, un testo molto più conosciuto, quello che si può conoscere di Dio, le sue invisibili perfezioni possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute.
come la sua eterna potenza e divinità. Da la creazione, da questa perfezione, quando noi vediamo le montagne, bene, dobbiamo vedere la perfezione di Dio, anzitutto, la sua sapienza per creare cose tanto belle. Pensate al movimento della Terra, del Sole, dei pianeti, è tutto che in maniera matematica.
Dio non gioca ai dadi, non fa un gioco di azzardo, diceva Einstein, proprio lui. Quindi tutto matematicamente organizzato. Bene, e pensare che solo lo ha creato dicendo, con una parola, e queste cose furono create. La potenza che ha Dio, la sapienza che ha Dio, e la bontà per fare cose tanto belle, per rallegrarci.
In questo senso, quando parliamo di conoscere Dio attraverso le creature, soprattutto lo conosciamo attraverso i Suoi Santi. Perché l'azione di Dio nei Suoi Santi si risplende nelle loro azioni, si riflette nelle loro azioni. Loro, con il loro atteggiamento, ci insegnano anche un po' come è Dio.
Il padre II Giorente, che è un grande missionario in Alaska, con tante avventure, tanti racconti, lui dice però, attenzione, attenzione, i santi, non parlava di sé, parlava degli altri, i santi non sono stati santi per le opere che hanno compiute, ma sono stati santi per quello che hanno permesso a Dio di compiere in loro. Quindi nelle azioni dei santi vediamo la bontà di Dio.
Pensiamo ai Santi più grandi che vorremmo conoscere, vorremmo incontrare. Un San Tommaso d'Aquino, un San Giovanni Paolo II, una Santa Teresa, una Madre Teresa di Calcutta. Come vorremmo incontrarle? Un Santo Padre Pio?
E lì vedere questa azione di Dio in loro ci permette di conoscere meglio come sia Dio. Evidentemente, in questo senso, conoscere Maria Santissima è conoscere anche il volto del Padre. Gesù è venuto per insegnarci il volto del Padre, ma dopo di lui ce lo insegna Maria Santissima. Contemplando lei conosciamo meglio il Padre. Per esempio, San Teucherio parlando della Madonna e Gesù dice «Voi sapere come sia la Madre?»
allora guarda come sia il figlio. Contemplando Gesù conosciamo Maria, contemplando Maria conosciamo Gesù, e per loro due, con i due sacri cuori, contempliamo meglio il Padre. Ecco perché il Papa Giovanni Paolo I, nei pochi mesi del suo pontificato, diceva un'espressione molto bella, Dio è Padre, ma è anche Madre. Quello che vediamo nelle Madri Sante, nella Madonna specialmente,
Lo dobbiamo dire di Dio, di Dio Padre. Perciò diceva Giovanni Paolo I, Dio è un papà, ma più ancora forse è madre. Lui non vuole farci del male, vuole farci solo del bene a tutti. I figlioli se per caso sono malati hanno un titolo di più per essere amati dalla mamma. E anche noi se per caso siamo malati di cattiveria,
abbiamo un titolo di più per essere amati dal Signore. E perciò contemplare le cure materne di Maria ci fanno in qualche maniera pensare alle cure paterne di Dio Padre. Perciò dice San Luigi Maria, ogni volta che tu pensi a Maria, Maria pensa per te a Dio. Ogni volta che tu dai lode e onore a Maria, Maria con te loda e onore a Dio.
Maria è tutta relativa a Dio. Tutto ci riferisce a Dio in lei. Ogni volta che andiamo da lei tutto ci rimanda a Dio. E io la chiamerei benissimo l'essere relazionale a Dio, dice San Luigi Maria. Che non esiste se non in relazione a Dio. La chiamerei l'eco di Dio. L'eco. Dio parla, l'eco è Maria. Che non dice, non ripete, se non Dio. Tu dici Maria.
E la ripete Dio. Bene, quindi lo conosciamo attraverso i Santi e infine evidentemente attraverso Gesù. È stato Lui a rivelarci direttamente il volto del Padre. Nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo.
Cristo ha voluto farci partecipi della sua conoscenza del Padre, e perciò Gesù ci parlerà del Padre come nessun altro. È molto interessante questo. Gesù ci parlerà del Padre e, per esempio, voi pensate, nei momenti di più sofferenza, lui parlerà al Padre con l'espressione Abba.
che non significa padre, significa come papà, babbo, papino. È un titolo più affettuoso. Quando è a Getsemani, Abba. Quando è sulla croce, Abba, padre, papino, ascoltami. Nei momenti di più sofferenza si rivolge con più tenerezza verso il padre. Molto bello questo. E perciò noi sappiamo Dio è unico, Dio è spirito.
Però Gesù ci ha insegnato che Dio è Padre. Anzitutto dobbiamo soffermarci su questo. Dio è un Padre, è un Papà, un Abba, un Papino. Quando pregate, pregate così. Padre nostro che sei nei Cieli ci ha insegnato. E San Tommaso d'Aquino parlerà di come Dio è Padre per diversi motivi. Dio è Padre nostro. Certo.
E' padre in ragione della creazione, è lui che ci ha creati. Come un papà ci porta al mondo, Dio ci genera l'esistenza, l'essere. I nostri genitori non avrebbero collaborato nella creazione se non era per un creatore. Tuo padre è lui che ti ha creato e formato, dice il libro del Deuteronomio.
Dirà poi che Dio è padre in ragione del governo, dice Sant'Omaso. Dio governa tutto il mondo, governa le creature, governa anche la nostra vita. E questo è per noi un motivo anche di riflessione e anche un modo molto bello di considerare Dio. Tutto è nelle mani di Dio. Madre Teresa di Calcutta le ha dato al nostro fondatore...
Una mano, un disegno con una mano gigante e un bambino sulla palma della mano, sul palmo della mano. E dal bambino esce una freccia che dice tu, questo sei tu, la mano Dio. Una persona che lavora in campagna, una persona molto semplice, mi ha detto questo.
Gli atei, mi diceva lui, si comportano peggio degli animali, senza voler offendere nessuno, ma perché le ho detto questo? Perché per esempio quando io devo uccidere un maiale, mi diceva, per fare la carne, questo maiale non ha a chi chiedere aiuto, non ha nessuno che lo può aiutare.
Noi ci troviamo tante volte, io ho vissuto la fame, ho vissuto la lontananza dei miei genitori, ma sempre avevamo qualcuno a cui chiedere aiuto. È Dio che governa tutto. È Dio che è un padre che governa anche queste situazioni difficili. E perciò Chesterton diceva, anche quando uno vede non solo i mali, ma anche i beni, quando Dio ci governa, Chesterton diceva, la cosa che più mi dispiace degli atei,
che per cui più compassione provo per gli atei è che non hanno nessuno a cui ringraziare. Ringraziare è una delle cose più belle che abbiamo nella vita. Ringraziare Dio è la gioia più grande che possiamo avere, di tutti i beni ricevuti, senza considerare tanto i difetti, le cose cattive, contemplare i benefici ricevuti, è questo che accende in noi l'amore per Dio Padre.
Sant'Ignazio di Loyola lo realizza in maniera meravigliosa, nella sua contemplazione per raggiungere l'amore, contemplare i beni ricevuti da Dio, i regali, i doni, e così accendere in noi l'amore di Dio. E da questa verità che Dio governa il mondo, che Dio, governando il mondo non come un governatore, ma come un padre,
È padre che governa, non un re, un principe. È un padre, è un papà che governa tutto quello che succede. Si racconta di San Gabriele della Dolorata, che erano entrati dei ladri in maniera violenta al loro monastero e che lui era perfettamente tranquillo e sereno e che non ha reagito. Le hanno chiesto come mai non reagissi. Non può succedere nulla che Dio non permetta.
E tra i racconti popolari si racconta di un aereo, un aereo che stava per precipitare, che si scuoteva, che la gente urlava di paura, chiedeva aiuto qua e là. E un bambino, era l'unico, c'era un solo bambino, altri bambini piangevano, ma c'era un bambino che non reagiva, che giocava, dormiva. L'aereo riprende la calma e gli dicono, tu non hai avuto paura? Il bambino dice, no.
Perché? Perché mio papà è il capitano della nave e suo papà era quello che guidava l'aereo. Mio papà lo guidava, non sarebbe successo mai niente. La fiducia nella capacità, nella scienza del papà. Questo si esige da un cristiano che considera che Dio è suo padre, suo papà.
Perciò dobbiamo non solo considerare che Dio è papà, ma dobbiamo comportarci noi da figli. E questo per noi è fondamentale. Dobbiamo imitarlo nell'amore che lui ha per noi, amando noi i nostri fratelli, donando di quello che è nostro per il bene dell'altro, senza tendere ad essere ricambiati, per il bene dell'altro, come fa Dio con noi. Dio è perfetto, che possiamo aggiungergli noi a Dio?
Perché muore sulla croce Gesù? Che bisogno ha? Nessun bisogno. Noi abbiamo bisogno, lui ci ama e perciò lo fa. Perché che bisogno c'era di creare questi cieli, questi oceani, queste cose che ci rallegrano tanto? Nessuno, non aveva bisogno. Noi avevamo bisogno. Perciò dobbiamo anche amare i nostri fratelli con lo stesso amore, non facendo del bene perché lui ricambierà a me, ma perché devo cercare il bene suo.
Dio è perfetto, dobbiamo cercare di santificarci anche noi. Dio è buono, dobbiamo imitarlo nella sua bontà. Gesù dice che, insisterò molto su un aspetto, Dio è un padre che vede nel segreto. Quando si fa l'elemosina, fa la in segreto, solo il padre tuo che è nel segreto vede.
Lui te ne darà la ricompensa. Tuo Padre che vede nel segreto distingue le intenzioni anche. Quando uno fa una cosa dobbiamo capire che Dio vede il segreto, vede le mie intenzioni per cui realizzo le opere. Però che Lui veda nel segreto ci dà sempre questa presenza di Dio in noi, presenza del Padre in noi. Non solo lo sguardo di Dio su di me, la conoscenza di quello che io faccio, ma anche il cuore di Dio su di me.
L'amore di Dio nelle mie azioni. Devo contemplare tutte queste cose.
Perciò vorrei finire, noi vi lasceremo alla fine una serie di domande che possono aiutarvi a capire se abbiamo una idea giusta e precisa di chi è Dio o no. Vi lasceremo anche un piccolo scritto del padre Miguel Ángel Fuentes, che sono meditazioni su Dio Padre. Abbiamo purtroppo una situazione di paternità assente, si dice. Molti genitori che sono assenti nella vita dei figli.
E questo fa che i figli facciano molta fatica a rivolgersi a Dio come padre. Quando uno dice Dio è padre, uno riflette molto spesso la paternità sua, cioè il papà suo. C'è un modo di correggerlo, certamente, il modo di correggerlo è attraverso il Vangelo. E perciò si propongono queste meditazioni per avere della paternità di Dio un'idea precisa e chiara.
Io finisco, come vi dicevo, con questo ultimo aspetto, e questo aspetto determinerà se veramente parliamo tu e io, parliamo dello stesso Dio, o parliamo di uno parlerà del Dio vero e uno di qualcosa che non esiste. Se noi dobbiamo seguire il Dio vero, dobbiamo capire che Dio non solo esiste, ma che è anche providente, e io devo avere una vita abbandonata nella providenza di Dio.
Non significa che comprenderemo i piani di Dio. Dio deve rimanere nel mistero per noi. Se dice Aristotele che non riusciamo a comprendere neanche l'essenza di una mosca, vogliamo comprendere l'essenza divina? Come mai? Vogliamo che Dio, quel Dio infinito, immenso, venga chiuso nella mia mente? Allora, evidentemente, credo che Dio sia inferiore a me, che io lo posso mettere qua dentro, necessariamente.
Ci devono essere cose per noi misteriose. Rimane misteriosa l'essenza di una mosca, evidentemente Dio e le sue strade, i suoi piani, non possiamo comprenderli completamente, però possiamo fidarci. Possiamo fidarci sapendo che nonostante io non comprendo, so chi è Lui. So che il mio Redentore è vivo, diceva Job, nella peggiore delle miserie umane.
So che il mio Redentore è vivo. Nonostante vada tutto male, so che il mio Redentore è vivo. Possiamo trovarci in situazioni veramente angoscianti, perdita di un caro in famiglia, situazioni economiche pericolose, qualsiasi tipo di sofferenza, ma so che il mio Redentore è vivo.
So che il mio Padre mi vede e mi guida anche per queste strade. E perciò in quei momenti di ansia, una volta ho sentito un bellissimo esempio, così è come il mare. Quando c'è una tempesta c'è un'agitazione in tutto il mare, ma il fondo del mare è sempre sereno.
E questa è la situazione dei cristiani che si trovano in situazioni molto difficili. Sapere che Dio è provvidente, che Dio vede e provvede del necessario, che tutto coopera per il bene di quelli che amano Dio. Sant'Agostino aggiungerà anche i peccati cooperano per il bene di quelli che amano Dio, addirittura i peccati.
Così possiamo vivere una situazione molto agitata, ma al fondo della nostra anima sappiamo che Dio vive, che Dio esiste, che Dio è reale e non mi lascia da solo. Perciò un cristiano carnale è il cristiano che vuole comprendere tutto. Non necessariamente comprenderemo tutto, però sì possiamo comprendere che Dio è più grande dei miei problemi, che Dio è più potente delle persone che vorrebbero farmi del male.
In questo senso avrò una visione providenziale di tutta la mia vita. La spiritualità della providenza, dicono due autori, padri Rivera e Iraburu, ci porta a vedere l'amore di Dio in tutto ciò che accade. Non vediamo il caso, vediamo l'amore di Dio in tutto ciò che accade. E perciò ciò che caratterizza il cuore dei cristiani è sempre una serena fiducia. Succeda quello che succeda.
E se tu pensi, se tu dubiti che Dio ti ascolta, perché non dubiti che io ti ascolto quando mi parli? Se viene una persona e mi parla e dubita che io lo ascolto, uno direbbe, vabbè, ti sto ascoltando. No, forse non mi stai ascoltando, sarebbe ridicolo, vero? Come mai pensare che Dio non mi ascolta quando io lo prego? Se tu pensi che Dio non ti ascolta, domandati, ma tu sei credente o sei ateo?
Perché guarda che l'unico Dio ascolta, ascolta sempre, sempre ascolta, come mai? Però evidentemente se io gli chiedo una cosa che lui sa non mi conviene, o che mi conviene attraversare una situazione difficile per un bene che lui saprà far scaturire in avanti, devo abbandonarmi, devo abbandonarmi. Questa è l'espressione di chi vive la spiritualità providenziale. Come si dice nella nostra congregazione,
Una visione providenziale della vita. In tutta la vita, quando noi guardiamo indietro, in tutta la vita vedere che Dio mi guida nonostante sia per una valle oscura, come dice il Salmo 22. La nostra volontà rimane nella pace quando non desidera altro che la volontà di Dio.
Una volta c'era un sacerdote che era al seminario lì in Argentina, quando io ero seminarista, un sacerdote anziano, molto saggio, il padre Ortego. E io gli ho chiesto, mi sono avvicinato a lui per iniziare un dialogo, un saluto. Era un giorno nuvoloso, brutto, e gli dico, padre, purtroppo è nuvoloso, a lei piace quando è nuvoloso.
A me quando è nuvoloso mi piace che sia nuvoloso e quando non è nuvoloso mi piace che non sia nuvoloso. E io ho cominciato a capire e mi volevo fare una correzione. E mi dice, a me piace che il giorno sia come lo vuole Dio. Se Dio lo vuole nuvoloso io sono contento. E mi dice, tu ti complichi molto la vita, perché quando tu hai una volontà, la tua volontà che vuole le cose tue orizzontali,
Ma Dio ha un'altra, è lì che devi caricare la croce. Però se la tua volontà si unisce a quella di Dio, la croce sparisce e non soffri più. Perché soffri tanto? Mi ha chiesto. Non è che soffrivo tanto, però è vero che dovevo anche avere una visione providenziale anche in questo. E il padre II Giorente, questo grande missionario in Alaska, lui racconta molte difficoltà che aveva per evangelizzare. Non stiamo parlando di cose cattive, di cose buone.
Noi abbiamo anche tante iniziative che non riusciamo a portare avanti perché appaiono delle difficoltà. E il padre Giorente diceva, che è una difficoltà? Una difficoltà è uno scontro, dice lui, fra due volontà. La mia volontà che vuole una cosa e la volontà di Dio che vuole un'altra. Quale deve prevalere? Allora, se io voglio prevalere la mia volontà,
Questo sarà motivo di sofferenza, di angoscia. Invece se io faccio prevalere quella di Dio sulla mia e accetto tutto, è un atto di glorificazione di Dio.
È un atto di veramente filiale di amore al Padre. Però se io voglio far prevalere la mia, lui usa un'espressione che dobbiamo capire in maniera analoga, senza scrupoli, perché non è così. Dice, è come se fosse una bestemmia contro la volontà di Dio. Come dire, la volontà di Dio non mi interessa, non è buona. Se un giorno nuvoloso voglio il sole e mi arrabbio con Dio perché non c'è il sole,
fra virgolette, è come un insulto alla volontà del Signore che non si sbaglia mai. Perciò carissimi amici, in questo anno di...
di Giubileo di San Giuseppe, la figura di San Giuseppe come padre di Gesù, ci riporta anche la figura di Dio padre. Papa Francesco ha concesso l'indulgenza plenaria a quelli che mediteranno il Padre nostro, per esempio, fra altri motivi. Però uno dei motivi è questo. Perciò io vi propongo in questa settimana, oltre all'impegno che indicheremo qui nella descrizione del video e anche ad altri link per approfondire quello che stiamo dicendo,
Vi propongo questo, meditate il Padre nostro. Santa Teresina lo faceva e molto spesso lei non riusciva ad andare avanti quando pensava solo a questo. Diceva Padre e lì si fermava e poteva stare ore pensando a questo. Dio è Padre.
Dio è Padre. E quindi non riusciva a finire mai il Padre nostro. Però bene, noi possiamo meditare il Padre nostro e veramente chiedere al Signore, e chiedere a Maria Santissima la grazia di sapere. Noi vogliamo arrivare a Dio tramite lei. Che lei la prima cosa ci insegni è anche a scoprire il volto del Padre insieme agli insegnamenti del suo Figlio. Un caro saluto a tutti e ci vediamo per la prossima settimana.