Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Chiediamo la luce dello Spirito Santo per avere una conoscenza interna di noi stessi. Vieni, oh Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. Oh dolce consolatore, dono del Padre Altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell'anima.
Vito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola. Sii luce all'intelletto, fiamma ardente nel cuore, sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore. Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male.
Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero, di Dio Padre e del Figlio, uniti in un solo amore. Amen. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Benvenuti carissimi amici a questa nuova lezione della nostra preparazione e cominciamo già a entrare nella parte più decisiva.
che ci riguarda. Diciamo che ci troviamo in quella parte che è a metà e magari per molti è motivo ancora di, non dico di scoraggiamento, però forse di stanchezza. Bisogna veramente essere perseveranti in questa preparazione e trovandoci a metà molti cominciano a rallentare. Invece ci troviamo in una parte che possiamo dire decisiva.
Siamo sempre in quella prima settimana dove Sant'Ignazio San Luigi Maria chiede la conoscenza interiore di noi stessi, conoscere me stesso. E in questo blocco di conoscere noi stessi mancherebbero solo le due ultime catechesi. Però queste due ultime catechesi, questa di oggi e la prossima, sono veramente decisive perché segnano il passaggio
da noi stessi, per iniziare quella consegna a Maria Santissima come la vuole San Luigi e Maria. Perciò sono due catechesi fondamentali e cominceremo adesso sì a citare il testo perché cominciamo già sì a seguire passo per passo il trattato della vera devozione.
Anzitutto, la prima cosa che ci viene in mente da dire è che quando San Luigi Maria propone questo cammino di consacrazione, lui dice così, che vuole offrire una via facile e dolce per la perfezione. Lo dice anche in un'altra parte, nel numero 152, questa devozione è una via facile, breve, perfetta e sicura,
per giungere all'unione con nostro Signore, nella quale consiste la perfezione del cristiano. È una via facile, sottolinea, quella facilità per raggiungere la santità, cosa strana. La santità viene presentata come qualcosa facile, dolce, semplice, breve, in poco tempo.
Sembra che stia offrendo un prodotto come offrono oggi nei mercati o come si offre tutto. Impara tale lingua senza sforzo. È impossibile imparare una lingua senza sforzo. È possibile allora diventare santi senza sforzo? Sembra strana questa proposta di San Luigi Maria. Dice lui ancora, in verità l'unione con Dio si può raggiungere anche per altre strade.
ma con maggiore croci e morti dolorose, con più difficoltà arde a superarsi. Occorre passare per delle notti oscure, per strane lotte ed agonie. Sulla strada di Maria, invece, si cammina più suavemente e più tranquillamente. Proposta strana che fa il Santo. Proposta strana perché
Sembra strano che si possa arrivare alla santità senza delle croci. San Luigi Maria qua dice che c'è una via piena di croci e una via facile, quella che propone lui. Senza purificazioni è possibile santificarsi. Noi vediamo nella vita dei santi che sono dovuti attraversare purificazioni molto grandi. E questo lo vediamo nella stessa vita di San Luigi Maria, che è stato purificato anche nelle cose migliori che ha fatto.
Per esempio, quando ha costituito la sua congregazione, quante croce ha dovuto soffrire, quanti fallimenti a livello umano ha dovuto subire. Queste sono purificazioni. San Giovanni della Croce, per esempio, quando lui parla della via che propone,
per raggiungere la unione con Dio, quello che San Luigi Maria dirà alla perfezione, la unione con Gesù Cristo, in San Giovanni della Croce lo chiamiamo la unione trasformante in Dio, dirà nella salita al Monte Carmelo, io vorrei persuadere gli spirituali che tale via di unione con Dio non consiste nella molteplicità delle meditazioni, delle pratiche e dei gusti, non è qualcosa che piaccia, sta dicendo.
Sebbene tutto ciò sia in qualche modo necessario ai principianti, quando iniziamo sì, ma poi, quando uno deve veramente consegnarsi, non diventa facile. Ma consiste in una sola cosa, cioè nel saper rinunciare davvero a se stessi, all'interno e all'esterno, abbracciando le sofferenze per Cristo e annientandosi in tutto.
perché esercitandosi in questo, continua il Santo in tutto il resto e ancora in altre si progredisce. Se invece questi esercizi, compendio e fondamento delle virtù, vengono meno, ogni altro modo di agire è un divagarsi senza profitto. Quindi, o abbracciamo le sofferenze annientandoci in tutto, o stiamo solo perdendo il tempo. Non c'è altra via per San Giovanni della Croce.
E quindi qui cominciamo a farci diverse domande. Per esempio, lo stesso San Giovanni della Croce dice a un religioso, quando le avvisi a un religioso, cerchi non ciò che è più facile, se vuoi essere perfetto, cerchi non quello che è facile, ma quello che è difficile. San Luigi Maria sembra contraddire questa dottrina, perché dice che la via che lui propone è la via facile. Che dobbiamo dire? Noi, per esempio,
Nelle nostre Costituzioni del Verbo Incarnato, della Congregazione del Verbo Incarnato, si dice che noi vogliamo formare, per esempio, fondamentalmente i nostri terziari,
Vogliamo formare persone virtuose secondo la dottrina dei grandi maestri della vita spirituale. Quali sono questi maestri che vengono elencati? Sant'Agostino, Sant'Omaso d'Aquino, Sant'Giovanni della Croce, appena citato, Santa Teresa di Gesù, Sant'Ignazio di Loyola, Sant'Luigi Maria Grignon di Montfort. Anche secondo Sant'Luigi Maria. E come mai ci si mettono due autori che sembrano dire cose contraddittorie? Bene, iniziamo a rispondere.
che non c'è nessuna contraddizione. Anzitutto cominciamo a dire che il fatto che per San Giovanni della Croce l'unica via sia questa non significa che per lui stesso la Madonna sia motivo di consolazione, sia motivo che renda più facile questa salita al Monte Carmelo della quale parlerà lui. Di San Giovanni della Croce si racconta che era molto severo, però per esempio il tempo di Natale si trasformava.
per la devozione alla Madonna. Organizzava processioni, lui era maestro dei novizi, per esempio,
e organizzava delle processioni, durante il tempo di Natale, con una statua della Madonna. Disponeva i novizi in diverse parti, e lui andava, mentre si faceva un canto, arrivava da un novizio, il novizio faceva finta di essere uno dei padroni degli alberghi, e allora San Giovanni della Croce, davanti a tutti, improvvisando delle parole, chiedeva per favore di ricevere la Madonna che stava per dare la luce al Figlio di Dio.
Il novizio doveva rispondere che non c'era posto nell'albergo. E allora San Giovanni della Croce, piangendo addirittura, supplicava per favore che questa donna venga colta da voi, perché lei ci porta la luce, la salvezza, e lei sarà anche dopo la nostra madre. E quello dell'albergo doveva dirgli no, no. E allora San Giovanni della Croce che piangeva andava da un altro, sempre lo stesso discorso, sempre con canti.
Questo dimostra in lui una devozione molto tenera per la Madonna. E quindi, quando la devozione è tenera, significa che è motivo di grande consolazione, di grande conforto. Quindi, per San Giovanni della Croce, evidentemente tutta la sua dottrina non si oppone a che fare tutto questo percorso in compagnia di Maria Santissima diventa più facile. Però per San Luigi e Maria Grignone di Montfort, dall'altra parte,
Tutta la verità di seguire Cristo sulla via della croce conserva intatta tutta la sua esigenza. Lui era un grandissimo amante della croce, ha costituito addirittura la confraternita degli amici della croce. Si dice che erano i suoi due grandi amori, la croce e Maria. Di solito lo si rappresenta con il trattato o con un rosario nella mano e con l'altra una croce con la quale predicava.
E lui stesso, è interessante comunque contemplare la sua dottrina, la dottrina di San Luigi Maria, all'interno del trattato della vera devozione. Quindi nella sua dottrina mariana questo aspetto della croce non sparisce. Dice San Luigi Maria, se le nostre devozioni non ci portano a questa morte a noi stessi necessaria e feconda, non produrremo frutti che valgono.
Tutte le nostre giustizie saranno contaminate dall'amore proprio. Giustizie, tutte le opere buone, vengono contaminate dall'amore proprio in noi. Ancora, Dio avrà in abominio i più grandi sacrifici e le migliori azioni che possiamo compiere. Non che Dio avrà in abominio o che Dio non accoglierà le nostre cattive azioni, evidentemente, ma si riferisce alle buone azioni.
Le nostre buone azioni sono contaminate dall'amore proprio, dall'amore per noi stessi, dall'orgoglio, che Dio non può accoglierli. E perciò, dice lui, bisognerà scegliere, dice San Luigi Maria, sempre nel Trattato, tra le devozioni alla Madonna quella che porta di più al rinnegamento di noi stessi. Rinnegando me stesso è lì che la mia azione diventa pura verso il Signore.
diventa meno contaminata dell'amore proprio. Quindi più rinego me stesso, più nego quello che a me piace, ai miei gusti, più mi nascondo dell'applauso davanti a una buona azione, più rifiuto di ricevere un beneficio terreno per la mia azione, e più pura è la mia intenzione. Pensatelo molto semplicemente se un catechista, un insegnante ha due alunni,
Uno è molto difficile da trattare, veramente maleducato, ingrato, continuamente mancando il rispetto. L'altro è un angelo che ascolta, docile, educato. Io, come catechista, farò il mio apostolato con tutti e due.
Anche con quello che un angioletto, io gli insegno il catechismo, sto facendo un'opera buona, sì. Ma se lo insegno all'altro, sto facendo sempre un'azione buona, però non ricevo nessun premio. Non ho una sensibilità, non è piacevole.
E quindi la mia intenzione è se nonostante ciò io non faccio differenza fra tutti e due, io insegno catechismo con lo stesso impegno a tutti e due, forse privilegiando quello che è più duro, più difficile, evidentemente che in questo secondo caso...
La mia intenzione è più pura, è più pulita, è una intenzione più retta, perché non è tanto la bontà della persona, ma è l'amore di Dio che mi spinge ad avere più pazienza, a rinnegare me stesso. Con l'altro probabilmente saranno tutte e due le cose.
la buona azione davanti a dio ma sia anche che per me è anche gratificante anche mi da una certa gioia poter insegnarle quindi quando noi svuotiamo noi stessi da questi gusti la nostra intenzione più pulita più retta e meno contaminata dall'amore proprio allora san luigi maria dice scegliamo una devozione alla madonna le devozioni alla madonna possono essere tante e sono valide no
San Luigi Maria dice che questa devozione che lui propone è la migliore, quella che considera lui, però non è l'unica, esistono pure altre. Però dice che se dobbiamo scegliere una, dobbiamo scegliere quella che più porta a rinnegare me stesso, i miei gusti, a essere più capaci di insegnare al ragazzo cattivo tanto quanto al ragazzo buono, in maniera tale che io non cerco il mio compenso, il mio appagamento sensibile, ma cerco il bene della persona.
E questo significa che sto svuotando me stesso. Perciò dice lui, bisognerà scegliere tra tutte le devozioni alla Santissima Vergine quella che porta di più al rinnegamento di se stessi, essendo essa la migliore e più santificante. Quindi voi vedete, già in San Luigi Maria troviamo che la devozione alla Madonna che lui offre esige...
anche nella sua dottrina mariana, esige svuotarci di noi stessi, rinegare noi stessi quello che nel Vangelo Gesù dirà, odiare la propria vita. Chi odia la propria vita in questo mondo la conserva per la vita eterna.
Questo merita diversi chiarimenti. Non si tratta di odiare la propria vita nel senso di disprezzare ciò che ho ricevuto. Per esempio, non devo odiare il fatto, molte persone capiranno questo, disprezzare per esempio l'aspetto fisico che ho, disprezzare il paese in cui sono nato, la famiglia che Dio mi ha dato.
Disprezzare la famiglia che ho, disprezzare le situazioni, il lavoro, la carriera che magari ho studiato. Non si tratta di disprezzare questo. Tutte queste cose sono da apprezzare, sono doni di Dio. Quando Gesù ci comanda di odiare la propria vita, non ci chiede qualcosa di triste, ci comanda di odiare, giustamente, il disordine che c'è in me.
di odiare questo orgoglio, questo amore proprio che contamina le mie migliori azioni. Questo è il senso della parola odiare noi stessi. Ci troviamo quindi davanti a un momento molto determinante della nostra consacrazione.
E per capirlo meglio, io vorrei seguire con voi i diversi passi della consacrazione. La consacrazione alla Madonna presenta diversi passaggi, per così dire, che forse molto spesso non vengono considerati, almeno non gli si dà una certa importanza. San Luigi Maria dedicherà molte parti del Trattato a questo argomento. Quindi, il punto di partenza di una persona che vuole consacrarsi, da dove inizia, da dove parte?
La prima cosa, noi lo sappiamo, non lo tratterò adesso, lo tratteremo più avanti.
Però il punto di partenza, il motore che accende questa devozione, è la conoscenza e l'amore di Maria Santissima. Di questo parleremo nelle Catechesi che seguiranno quando conosceremo meglio la persona della Madonna. Però lo devo anticipare perché è fondamentale. Questa verità di conoscere chi è Maria Santissima e amare Maria Santissima è quello che sostiene tutto il percorso.
che lo inizia e che lo porta a compimento. Però passiamo agli altri passaggi, gli altri passi. Questo dell'amore e conoscenza di Maria lo tratteremo con molta più attenzione più avanti. Chiamiamoli alcuni momenti della consagrazione. Qual è il punto di partenza? Il punto di partenza è quello che stiamo facendo adesso, è la conoscenza di noi stessi.
Conoscere noi stessi, concretamente conoscere questo disordine che c'è in noi e tutto l'impegno che stiamo realizzando. Durante la prima settimana rivolgeranno tutte le loro preghiere e opere di pietà allo scopo di ottenere la conoscenza di se stessi e la contrizione dei propri peccati. Quindi, in realtà sono due cose. E' conoscere me stesso per avere contrizione dei peccati.
Conoscere me stesso per avere un certo disprezzo del disordine che trovo in me stesso.
Perciò dice San Luigi Maria che questo è uno dei frutti più grandi di questa devozione, quando uno dice effetti meravigliosi di questa consacrazione. Nel numero 213 uno dice quali sono gli effetti, quali sono questi effetti meravigliosi. Uno immagina la santità, la elevazione della persona e San Luigi Maria dirà sì, effetti meravigliosi. Il primo è questo, conoscerai il tuo fondo cattivo.
La tua corruzione e la tua incapacità di ogni bene. Questo è il primo effetto meraviglioso di questa devozione. Conoscere il tuo fondo cattivo. Conoscere la tua corruzione e l'incapacità di ogni bene. Prima grazia. E fino a se noi rimaniamo qua, certo, non capiamo che in questo consista la consacrazione. Io non dico che consista in questo. Però il primo momento, e senza questo primo momento non si passa al secondo.
E molto di meno al terzo. Incapacità di ogni bene, se Dio non ne è il principio. Siamo capaci del bene se Dio lo attua in noi. Però questo devo scoprirlo, devo percepirlo. In forza di tale conoscenza, continua il Santo, ti disprezzerai e riconoscerai la tua profonda miseria. L'umile Vergine ti renderà partecipe della sua umiltà profonda. La umiltà della Madonna?
Viene a darsi in me la stessa umiltà. Maria concedendo se stessa concede la sua umiltà. Quindi il primo effetto è questa conoscenza sapienziale di noi stessi per cui, continua San Luigi Maria, ti disprezzerai. Non disprezzerai a nessuno e amerai di essere disprezzato. Questo è il primo frutto.
ti disprezzerai, quindi tramite la conoscenza di te, passiamo già al secondo momento, che è il disprezzo di sé. Attenzione, in questo senso che uno dice odiare la propria vita o disprezzare se stessi, non si tratta di odiare me, è impossibile odiare me, non si tratta di odiare quello che mi circonda, si tratta di odiare il disordine che c'è in me.
La imitazione di Cristo, il Kempis, dice, questo è l'insegnamento più profondo e più utile, conoscere veramente, conoscersi veramente e disprezzarsi. La conoscenza più utile di tutte. Non tenere se stessi in alcun conto e avere sempre buona e alta considerazione degli altri. In questo si trova grande sapienza e perfezione.
Santa Teresa stessa parlerà di questo conoscere se stessi. Le parlerà tanto spesso di questo, noi ne abbiamo parlato al riguardo. La conoscenza di se stessi è tanto necessaria che mai vorrei vedere in voi sorelle la minima negligenza su questo punto per quanto elevate voi foste nella contemplazione delle cose celesti.
Perciò è molto interessante, il padre Urtado, Sant'Alberto Urtado, dice, noi per iniziare il percorso della nostra santificazione, il punto di partenza, lo avremmo immaginato come una idea sublime, una verità sublime, altissima, elevatissima, invece no. La nostra santificazione inizia per quelle verità più profonde, più basse.
diciamo, del nostro essere. Quelle verità che ci umiliano, ma sono verità, verità che non possiamo trascurare. Ogni ascetica solida e ogni vera santificazione si fonda in certe realtà, per quanto umili possano essere. La prima verità del nostro percorso è conoscere noi stessi e avvertire il disordine interiore che c'è in noi per disprezzarlo.
San Luigi Maria parlerà molto spesso nel Trattato della vera devozione, dal numero 78 in poi, di come le nostre migliori azioni vengono contaminate da questo fondo cattivo che c'è in noi. Quando Dio mette le sue grazie nel vasso dell'anima nostra, guasta dal peccato originale e attuale, i suoi doni, ordinariamente, di solito, si corrompono e si macchiano a causa del fondo cattivo lasciato in noi dal peccato.
e le nostre azioni, non escluse quelle ispirate dalle virtù, ne risentono. Che stiamo guadagnando con questo? Perché è così importante questo? Io vi dico, senza capire questo non si può andare avanti. Che cosa guadagniamo? Guadagniamo che, quando noi avvertiamo questo disordine, è lì che l'unico modo di liberarci da esso è rinnegando noi stessi.
e negando i miei gusti, i miei capricci, le mie cose. Quindi il rinnegamento di noi stessi ci porta a quel vuotare noi stessi. Però per rinnegare devo avere un certo odio, un certo rifiuto di questo disordine che c'è in me. Nessuno facilmente si toglie quello che ama. Se io amo il disordine, molto difficilmente potrò svuotarmi da questo.
Perciò continua San Luigi Maria, è perciò importantissimo vuotarci di quanto in noi c'è di male, se si vuole acquistare la perfezione che si trova soltanto nell'unione con Gesù Cristo. Altrimenti nostro Signore ci allontana da sé e non si unisce a noi. Perciò bisogna impegnarsi che in quello che noi siamo,
nel nostro modo di pensare, di agire, nelle nostre scelte. Tutte queste scelte, queste intenzioni, per esempio, le intenzioni nostre, anche quelle buone, sempre saranno macchiate un po' da questo disordine che c'è in noi a causa del peccato. Potete ricordare bene la Catechesi sul peccato originale.
E perciò dice San Luigi Maria, è molto necessario che vedere in tutte queste cose sempre questo fondo cattivo che modifica le mie intenzioni. Anche se formalmente saranno buone, sicuramente sono state contaminate. Perciò bisogna consegnare tutte queste cose, almeno bisogna considerarle pericolose, anche le intenzioni migliori. E anche se dopo il Signore benedirà quelle intenzioni, è molto prudente,
secondo il Vangelo, con prudenza evangelica, sopranaturale, è molto prudente, nonostante ciò, dubitare delle mie intenzioni, delle mie buone azioni. Molto spesso capiterà a noi di vedere che il Signore ci chiede una cosa e io ho la intenzione di realizzarla. E la devo realizzare. Non devo soffermarmi, non devo essere scrupoloso. Non è che devo fare il bene solo quando io sia perfetto.
Le farò con le mie imperfezioni. Però nonostante io sia convinto di fare questa azione e cerchi di realizzarla, sempre con una prudenza anteriore, dubito della mia intenzione. Non so se questa mia intenzione è buona e quindi subito.
Prego la Madonna, prego Gesù Cristo che corregano quanto sia distorto di questa mia intenzione. Quindi si realizzano le opere buone e bisogna sempre fare del bene, anche quando noi non siamo perfetti. Se dobbiamo aspettare ad essere perfetti per fare del bene, non lo faremo mai, perché molto difficilmente si raggiunge la perfezione. Quindi il bene lo facciamo sempre secondo le nostre imperfezioni. La prudenza evangelica ci dice comunque di un passo indietro, sempre.
di avere la guardia in alto anche riguardo alle mie intenzioni. Perciò San Luigi Maria insiste, tu devi conoscere bene con la luce dello Spirito Santo le nostre cattive inclinazioni, la nostra incapacità di ogni bene utile alla salvezza, la nostra debolezza in ogni cosa, la nostra incostanza in ogni tempo, la nostra indegnità di ogni grazia e la nostra iniquità in ogni luogo.
Questa è la dottrina mariana di San Luigi Maria. E poi parlerà della necessità, giustamente, di odiare la propria vita. Il Cristo non dà comandi senza ragione, dice San Luigi Maria. Ci ordina di odiare noi stessi solo perché siamo sommamente degni di odio. Non di un odio che vuole il nostro male, non in questo senso.
Però dell'odio deve avere questo, per esempio, immaginate, odiare i nostri peccati, odiare il nostro egoismo, il nostro amore proprio, il nostro orgoglio.
la ricerca di noi stessi anche quando facciamo un'opera buona verso gli altri. Questo disordine, questo egoismo, questo ripiegamento su noi stessi, è questo ciò che è sommamente degno di odio, di disprezzo. Se io potessi prendere i miei peccati e tutto questo disordine e metterlo qui di fronte a me, io vorrei veramente la distruzione dei miei peccati, del mio disordine. Dovrei odiarlo in questo senso.
Perciò questo è il secondo passaggio che ci si comanda nel Vangelo, di avvertire il disordine interiore per disprezzarlo, quindi odiare la propria vita. Ribadisco questo, se io considero la mia vita abbastanza buona, evidentemente che non mi svuoterò, nemmeno mi consegnerò alla Madonna. Perché consegnarmi alla Madonna se io già sono contento così come sono?
Si consegna alla Madonna chi non vuole questo disordine, chi vuole consegnare se stesso, non perché sia piacevole consegnare tutto, dimenticare tutto, non è piacevole rinnegare noi stessi. Però se io veramente dedico tempo a odiare il mio disordine, è lì che sì me ne voglio liberare da esso.
E perciò consegnare questo nelle mani di Maria Santissima, quello che noi parleremo nella prossima lezione, il dono di sé stessi, veramente diventa molto facile quando io odio, quando io disprezzo il disordine interiore. Sant'Ignazio di Loyola, per esempio, parla in questi stessi termini.
Però è molto utile leggere il testo del libro degli esercizi, perché spiega che non si tratta solo di una conoscenza del disordine per rimanere lì. Dice così lui, nel numero 63. La prima grazia è che io acquisti un'intima conoscenza dei miei peccati e li detesti. La seconda...
che io senta il disordine delle mie azioni, che io senta il disordine, che io veda la stanza interiore disordinata, completamente sgradevole. Perché? Perché così, detestando il disordine delle mie azioni, io possa emendarmi e mettere ordine in me stesso. Per mettere ordine devo avvertire che le cose prima sono in disordine.
La terza, che io prenda conoscenza del mondo e così, detestandolo, possa tenermi lontano dalle vanità terrene. Quindi tutto è conoscere il disordine per ordinare, conoscere il mio orgoglio per emendarmi, per correggerlo.
Perciò, dopo questo secondo passaggio di odiare il mio disordine, viene il terzo, che lo accenno velocemente, sebbene ne parleremo nella prossima Catechesi, che è rinnega te stesso, muore te stesso, cioè consegna te stesso. Morire a noi stessi in questa vita significa rinunciare ai miei gusti, ai miei capricci, a quello che a me attira di questo mondo.
Significa rinunciare alle speranze mondane, cioè la vita terrena mi darà alcuni beni, però non saranno i beni necessari. Io potrei rinunciare anche a questi beni per cercare la vita eterna. E' in questo senso che si dice che chi odia la sua vita in questo mondo, la conserva per la vita eterna. Perciò dice San Luigi Maria, ancora, per vuotarci di noi stessi bisogna morire tutti i giorni a noi stessi,
Rinunciando alle operazioni dell'anima e ai sensi del corpo. Molto spesso i santi rinunciavano ai sensi del corpo. Molto spesso per mortificazione, questo non tutti lo devono fare, anzi non è necessario, però si dice che Don Bosco dalle volte quando andava a uno spettacolo teatrale, anche sano, non lo guardava per mortificarsi.
era un modo di rinuncia che non siamo tenuti. Uno può andare a uno spettacolo sano e vederlo, non c'è problema, non ci siano scrupoli. Però è vero che uno può rinunciare a cose lecite considerando che quelle cose lecite a uno potrebbero farlo diminuire nel grado di carità. Don Bosco diceva, io a tutti i sacerdoti salesiani consiglio di non prendere del vino, ma riguardo me non solo il vino.
Riguardo me, nemmeno mi permetto di mangiare carne, diceva lui, perché sono appassionatamente sensibile. Quando dice io mangio carne, uno dice mangiare carne è peccato? No. Però Don Bosco avvertiva che in quel mangiare carne lui si disordinava, c'era un disordine. E allora lui si svuotava di questo. Esempi non da imitare nell'aspetto materiale, ma come nell'aspetto spirituale, nella disposizione che uno ha.
Però consegnare tutto questo alla Madonna è veramente consegnare, una consegna reale deve essere. E perciò è importante avvertire il nostro disordine. Perciò, ripeto i passaggi, conoscere me stesso, conoscere il mio disordine,
Disprezzare secondo passaggio il mio disordine, veramente odiare questa vita piena di egoismo da parte mia, piena di amore proprio.
disprezzarlo, dedicare tempo anche a odiare questo disordine, e in terzo luogo consegnare questo disordine. Non lo voglio più, lo consegno, consegno tutto quanto sia disordinato in me, quindi tutte le mie azioni, tutta la mia persona, la consegno interamente a Maria Santissima, che lei disponga di me d'ora in poi, perché attraverso Maria Santissima possa consegnarle a Gesù Cristo il dono di noi stessi e a Gesù Cristo per mezzo di Maria.
Il fine, lo scopo è arrivare a Gesù Cristo. In questo consiste dunque la catechesi di oggi. Dedichiamo tempo, potete leggere con molto frutto dal numero 78 in poi del Trattato della vera devozione, quanto San Luigi Maria incoraggia tutti noi a avvertire il disordine, a capire il disordine non delle azioni cattive, ma delle azioni buone anche.
in maniera tale che dopo la consegna di me stesso diventi facile. E vi ricordo che con questa consegna, quando io veramente dono me stesso alla Madonna, è lì che si producono i frutti meravigliosi di cui parla San Luigi Maria. Lo acceno, anche se lo vedremo nella prossima Catechesi, che se io consegno la mia vita, se io svuoto me stesso, non rimango vuoto, perché lo scopo di donare me stesso a Maria
È perché Maria, attraverso la mia donazione, dona se stessa a me. Quindi la mia vita si svuota di questo disordine e si stabilisce, dirà San Luigi, si stabilisce la vita di Maria in me. Lei dà a me la sua vita. Lei trasmette a me le sue virtù. La purezza della Madonna è la mia purezza. L'umiltà della Madonna è la mia umiltà.
Quindi sono frutti veramente meravigliosi. San Luigi Maria userà questa espressione che è difficile da comprendere nel suo profondo, però dice così, il suo spirito, quello della Madonna, si sostituisce al tuo. Immaginate questo, lo spirito della Madonna, l'anima della Madonna diventa, per così dire, l'anima della mia anima, quello che c'è più profondo della mia anima.
Questo è lo scopo di questo svuotare noi stessi. Non svuotare per rimanere vuoti, ma per riempirci della vita di Maria, quindi della vita di Gesù Cristo. Di questo parleremo nella prossima Catechesi. Che sia di tanti frutti per tutti voi e ci vediamo nella prossima lezione. Un caro saluto a tutti e Rege o Maria.