Carissimi amici, continuiamo la nostra preparazione dedicando questa parte alla conoscenza di noi stessi, ma come vuole San Luigi Maria, con una conoscenza sapienziale.
cioè vedere me stesso cercando di avere gli stessi occhi con cui Dio vede me stesso. Perciò è molto importante per noi iniziare sempre queste lezioni invocando lo Spirito Santo, affinché per mezzo suo noi abbiamo una conoscenza sapienziale di noi stessi. Lo invochiamo con la sequenza del Veni Creator, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Vieni, oh Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. Oh dolce Consolatore, dono del Padre Altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell'anima. Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola. Sii luce all'intelletto.
Fiamma ardente nel cuore, sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore. Difendici dal nemico, reca in dono la pace. La tua guida invincibile ci preservi dal male. Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio, Padre e del Figlio, uniti in un solo amore. Amen. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dunque, la conoscenza di noi stessi, questa grazia che noi stiamo cercando in questa parte della nostra preparazione, è fondamentale perché dobbiamo conoscere che cosa consegniamo, consegneremo fondamentalmente lungo questa preparazione, nelle mani di Maria Santissima. Vogliamo consegnare tutto quello che siamo e quindi stiamo cercando di conoscerci meglio perché si renda più facile questa consegna di noi stessi.
Parlando di noi stessi, noi possiamo avere una conoscenza, parlavamo, che è anche buono conoscerla, chiamiamola così, psicologica, però anche che riguarda l'aspetto umano, per esempio il temperamento, le tendenze, le inclinazioni, sono parte della conoscenza buona che dobbiamo avere. Però fondamentalmente San Luigi Maria vuole una conoscenza sapienziale davanti
a Dio stesso ecco perché noi abbiamo considerato in questa parte molti aspetti che riguardano il più profondo del nostro essere ed è una conoscenza che non ci dà evidentemente una consapevolezza psicologica cioè rendermi conto che io sono fatto così è una conoscenza che è la fede che si riflette nel guardare me stesso quando io contemplo me stesso attraverso la fede
Io trovo la mia anima battezzata, quindi trovo la presenza di Dio. Trovo il regno di Dio è in voi, come dice Gesù nel Vangelo. Trovo il regno di Dio in me. Trovo anche in me quei difetti, quelle inclinazioni cattive, come abbiamo considerato, il difetto dominante. Trovo in me quello che c'è di più profondo, il senso della sofferenza, di cui abbiamo parlato la lezione scorsa.
Perciò, quando noi consideriamo questo mondo interiore, dove da una parte c'è una presenza di Dio che non riusciamo a esprimere con parole umane, una presenza di Dio che per San Giovanni della Croce è il massimo a cui in questa vita si può aspirare. Parliamo di grandi opere, di grandi eventi, di cose grandiose. Nulla può essere paragonato alla presenza di Dio in un'anima, in un'anima in grazia.
Davanti a questa grandezza anche il senso del peccato che è in noi, il senso di quella inclinazione, di quella inclinazione al male che ci viene dal peccato originale. Quindi anche se Dio è presente in noi, dall'altra parte una consapevolezza chiara.
che noi non siamo in grado di meritare questo mondo soprannaturale. Nessuna delle nostre opere può essere in grado di esigere questo mondo soprannaturale, che nonostante questo c'è. Però in noi, noi troviamo quella incapacità, la stessa incapacità che per la creazione. Voi pensate, chi di noi ha meritato, ha fatto un'opera per la quale meritava di essere creato? Impossibile.
perché prima di essere creati non possiamo fare assolutamente nulla. La creazione è senza il nostro merito, e lo stesso senza il nostro merito è quella vita di grazia in noi, quella vita sopranaturale in noi. Ma si dà, ed è così che noi dobbiamo custodirla, però da entrambe le realtà nasce una necessità per noi,
considerare il mondo soprannaturale in noi e considerare la nostra incapacità per questo mondo soprannaturale, devono concludere, devono portarmi alla consapevolezza della necessità che ho della preghiera. Io devo, evidentemente, non posso realizzare con le mie opere azioni meritevoli, però sì posso pregare a colui che ha la grazia,
al padrone della grazia, posso chiedere come un mendicante che questa grazia sia presente in me e lui me la concede. La necessità della preghiera per un cristiano nasce da questa consapevolezza. E ricordiamo, come quando parlavamo del peccato originale, che ci sono molte tendenze sbagliate. Lo stesso Pelagio, che era così rigoroso, però allo stesso tempo era ottimista sulla natura umana, perciò lui non parla mai della preghiera.
Certo, perché la natura umana è capace di fare azioni buone. La natura umana, diciamo noi, è ferita, non è rovinata, ma è ferita dal peccato e pertanto è necessario chiedere aiuto. Perciò quando Gesù parla nel Vangelo, in alcuni casi parlerà come un consiglio. Per esempio quando dice al giovane ricco, se vuoi essere perfetto,
Non dice al giovane Enrico, tu sei tenuto a essere perfetto, però gli dà un consiglio, il consiglio di vendere tutto e darlo ai poveri. Però in altre parti del Vangelo, Gesù parla senza questa condizione facoltativa. Come nota Sant'Alfonso, parla in modo imperativo, è necessario pregare, pregate. Non dice cercate di pregare, dice pregate, è un ordine.
È un ordine. Perché altrimenti, se noi non preghiamo, non avremo la sua vita in noi. Chi prega, dice molto riassuntivamente Sant'Alfonso, chi prega si salva, chi non prega si danna. Lo dice con altri termini. Chi prega certamente è salvato, chi non prega è già certamente condannato.
Ci sono cose, come dicevo, opzionali nella vita, ma la preghiera non è una di esse. E Sant'Alfonso, quando parla di questo tema, dopo aver considerato tutta la Sacra Scrittura, tutti i concili che parlano della necessità, dice che giustamente una delle cose per le quali più soffrono le anime all'inferno è del fatto che potevano salvarsi da questo inferno se soltanto avessero pregato.
Diranno, dice Sant'Alfonso, era così facile, consisteva solo nel chiedere la grazia e l'avrei ricevuta. Non nel fare chissà che cose, chissà cose straordinarie, era soltanto chiederla e non l'ho fatto. A eccezione dei bambini, dice Sant'Alfonso, che evidentemente senza l'uso della ragione non possono immediatamente pregare, per ogni adulto questo è una condizione.
Cosa è la preghiera? Noi vogliamo parlare un po' della necessità, però anche di che cosa è e come si realizza. Riguardo la preghiera ci sono diverse definizioni. Specialmente la cerchiamo nei Santi, che erano maestri di preghiera. Questo è molto interessante.
cercate un santo che non si sia caratterizzato da questo spirito di preghiera. Madre Teresa di Calcutta si racconta piena di attività, di malati da acudire, ma quando entrava in una chiesa non si muoveva, si inginocchiava e rimaneva statica per una o due ore. Si racconta che un giorno le sue suore sono andate a dirgli «Madre, noi abbiamo problemi perché non riusciamo ad assistere bene i malati».
Perché? domanda Madre Teresa. Perché noi dobbiamo dedicare quest'ora di meditazione che abbiamo ogni giorno e quest'ora noi ci toglie tanto tempo per acudirle, non troviamo il tempo per acudirle come si meritano. Quindi chiediamo se possiamo ogni tanto essere scusate dall'ora di meditazione, di cercare di ogni tanto non farla per poter acudire i malati.
Madre Teresa riflette un po' e dice, guardate, faremo questo. Invece di fare un'ora di preghiera, di adorazione al Santissimo, fate due ore al giorno. E vedrete come così assisterete molto meglio ancora ai malati. Pur avendo meno tempo per assisterli, li assisterete meglio. Nessun santo, per quante opere esterne abbia fatto, mai si può dire che abbia...
che non abbia pregato in una maniera molto edificante, molto potente. Perciò cerchiamo nei Santi questa definizione di che cosa è pregare. I Santi Mistici, come Santa Teresina di Gesù Bambino, lei diceva, per me la preghiera è un impulso del cuore, un semplice sguardo lanciato fino al cielo.
Un semplice sguardo per il quale io contemplo il cielo è una preghiera. O un grido di ringraziamento. Molto spesso lo facciamo. Facciamo anche questo grido di ringraziamento a Dio senza considerarlo preghiera e lo è. Quando un giorno ci rialegriamo per un dono ricevuto, un dono spirituale, e ringraziamo Dio per questo, è una preghiera, è una vera preghiera. Un grido di amore che si fa sia durante la prova,
che nella consolazione, non solo nella consolazione ma anche nella prova. Santa Teresa d'Avila diceva che la preghiera è un rapporto di amicizia, così lo definisce lei. Un rapporto di amicizia trattando da soli, parlando un po' della intimità, quando io cerco di non pensare ad altro che di Dio stesso, che Gesù Cristo e la Madonna, trattando da soli, uno a uno.
da soli con colui che sappiamo che ci ama. E questa è la definizione della preghiera. Non dice bene, però la preghiera io la capisco come il Padre nostro, l'Ave Maria. Certamente noi parleremo della divisione, questa è la preghiera vocale, però lo spirito della preghiera vocale è questo, è che sia un rapporto di amicizia, che siano parole rivolte da un amico all'altro amico, o da un figlio al padre.
Prendiamo la definizione che dà San Tommaso d'Aquino, che è la definizione più precisa, lui la prende un po' di San Giovanni d'Amasceno, e dice così. La preghiera, dice San Tommaso, è anzitutto la elevazione della mente a Dio.
Elevare la mente. La mia mente in questo momento è concentrata su questo, su ciò che sto parlando, però io posso elevarla a considerare non quello che mi circonda, non i problemi, non le persone, ma l'elevazione della mente a Dio, solo pensare a Lui. Infatti, quando noi preghiamo, questa è la prima parte della definizione di San Tommaso, dobbiamo impegnarci di essere attenti.
Perché la distrazione, se è volontaria, molto spesso non è volontaria, parleremo più avanti, se è volontaria è un parlare senza nemmeno ascoltare me stesso.
Perciò uno dice, come pretendi che Dio ti ascolti quando preghi, se quando tu preghi nemmeno tu ascolti te stesso? Uno sta pregando bla bla bla bla bla bla bla bla bla, nemmeno tu sai che stai dicendo e pretendi che Dio sì. Evidentemente no. Quindi, anzitutto questo, elevazione della mente a Dio per lodarlo. Primo scopo e secondo scopo è chiedergli cose convenienti per l'eterna salvezza.
Allora, anzitutto, abbiamo detto, elevazione della mente a Dio. In secondo luogo, per lodarlo. Noi diciamo molto spesso, devo pregare per chiedere una grazia. E molto spesso non capiamo perché altro motivo si potrebbe pregare. A che serve, dice uno, pregare per dire a Dio che lui è grande? Se lui è grande, non serve. A che serve a me dire a Dio, grazie per la tua bontà?
se lui già è buono, lui non ha bisogno di questo. Guardate, non è così. E molto spesso noi ci sbagliamo credendo che non siamo in grado di pregare solo per lo darlo, quando anche umanamente lo siamo. Voi pensate, io sto realizzando questa catechesi nei primi del mese di agosto.
Quando questo calciatore, Messi, ha cambiato squadra dal Barcellona e è passato al Paris Saint-Germain. E quando lui si affaccia dalla finestra trova una marea di persone della sua nuova squadra che lo stanno lodando. Messi, Messi, questo è l'unica cosa che dicono.
Che stanno facendo quelle persone? Stanno lì, sono andati, sono usciti dalle loro case, hanno fatto anche una strada per arrivare a questo posto per cercare di vedere questo uomo. Ma che li stanno chiedendo un favore? Messi darà soldi a quelli che... no? Messi magari risolverà qualche problema spirituale? No?
Infatti loro stanno così, immaginate che questo calciatore Messi guarda uno e lo saluta, gli fa un segno di saluto. La persona si emoziona, mi ha visto, condivide con gli amici, guarda mi ha guardato, mi ha salutato. E basta, e la persona è felice solo di questo. Come mai non fare lo stesso con Dio? Incontrare Dio semplicemente per dirgli questo, per lodarlo. Un calciatore sarà bravo a calcio.
Però Dio ci ha concesso la vita, ci ha concesso la redenzione, vuole concedere la sua vita eterna. Ha concesso il suo figlio, ci ha concesso la Madonna. Mi dà l'aria da respirare. Non dovrei anche io uscire da me stesso, dalle mie cose, e semplicemente pregarlo per dirgli grazie.
sapendo che Dio gradisce questo. Così come uno dice, bene, se Messi lo saluta a uno, significa che ringrazia la presenza della persona, che lo ringrazia, che lo riconosce. E noi sappiamo che così, quando noi a Dio lo contempliamo solo per lodarlo, lui guarda me, lui sempre guarda me e ringrazia quel gesto, gradisce piuttosto, diciamolo così, gradisce quel gesto. E quindi,
Evidentemente noi possiamo pregare per lodare Dio. E in terzo luogo, per chiedere le cose conveniente all'eterna salvezza. Noi possiamo pregare per cose che non siano necessariamente legate all'eterna salvezza. Per esempio una persona malata può pregare per guarire. E questo riguarda la vita terrena. Perché siamo esseri umani e non è male chiedere le cose necessarie. Per esempio Gesù dice nel Vangelo che dobbiamo pregare per avere anche il pane. Il pane da mangiare.
i vestiti da indossare sono cose terrene per le quali dobbiamo pregare Dio con la sua providenza ci assiste sempre però molto spesso evidentemente la providenza è legata anche alla preghiera devo chiedere la sua assistenza perché lui mi assista però fondamentalmente le cose necessarie all'eterna salvezza sapendo questo che chi vuole salvarsi deve pregare
E se non prego non posso salvarmi. Anzitutto lo possiamo contemplare da tanti argomenti. Pensate come Gesù pregava. È molto bello il brano del Vangelo quando gli apostoli chiedono a Gesù insegnaci a pregare. Questo perché? Perché lo vedevano. Lo vedevano come pregava. E allora vedendo come pregavano io voglio pregare come lui. Io sempre ricordo da...
da piccolo, un'immagine che mi ha marcato un po' tutta la mia vita, penso. Io avevo fatto la prima comunione, io sono il più grande dei sei fratelli, e allora mio papà mi portava con sé a messa la domenica. Gli altri erano più piccoli, li teneva mia mamma, noi dopo la prima comunione certamente l'obbligo di andare a messa era da compiere. Allora i miei facevano turni, uno che rimaneva con i bambini andava a una messa e l'altro mi portava a me la sera.
Quello che non dimentico mai è come io durante le messe che andavo con mio padre lo guardavo e vedevo la faccia con la quale lui pregava e cercavo di imitare la faccia sua. Avevo circa otto anni, però mi è rimasto questo sempre, che lo guardavo e cercavo di vedere che espressione usava lui per avere la stessa espressione io. Quello capita quando noi vediamo le persone di preghiera
E abbiamo una certa stima, una certa voglia di pregare. Nel Santo Curato d'Ars si dice che tutta la gente era molto devota vedendo la sua devozione. Quindi è molto bello vedere che Gesù, il primo esempio che ci ha dato, è di preghiera. Gli apostoli non le hanno chiesto insegnami a predicare, insegnami a fare miracoli. Le hanno chiesto sì, insegnaci a pregare.
E questo, ogni cristiano dovrebbe dire questo, sapendo il valore che ha la preghiera. Insegnami a pregare. I frutti della preghiera sarebbero tantissimi, però non potremo mai finire di elencarli. Anzitutto, ribadiamo questo, ribadiamo la necessità della preghiera. Se noi ci alziamo presto alla mattina,
per adempire a certe obblighe o a certe necessità particolari, quanto di più per la necessità di salvarci. Noi facciamo bene tutti i negozi, dice Sant'Alfonso, ma il negozio della salvezza eterna è forse quell'ultimo. Io conosco personalmente famiglie, anche una famiglia di dieci figli, che loro mi hanno spiegato, ma io veramente ancora non ho capito come fanno,
Però i genitori vanno a messa tutti i giorni, si alzano prima, fanno le cose in maniera tale da che la messa sia a comandare il resto delle cose. E non le necessita neanche materiali o meramente terreni.
Conosco anche famiglie, cioè genitori. Io metto l'esempio dei genitori perché sarebbe la scusa più grande. Bambini piccoli, impossibile. È possibile, è più difficile, è molto difficile, ma è possibile. Conosco genitori con bambini piccoli che si alzano presto per meditare. Li conosco personalmente. E questo è fondamentale per noi. Sant'Agostino con una formula simile a Sant'Alfonso diceva chi prega bene,
Vive bene. Basta. Chi prega bene fa tutto il resto bene. Gesù dirà cose simili. Cercate prima, anzitutto, il regno di Dio e il resto vi sarà dato. Il regno di Dio lo cerchiamo specialmente, lo chiediamo attraverso la preghiera. Bene, i frutti della preghiera sarebbero tantissimi come...
Ci allontana dal peccato. È impossibile capire cosa è il peccato se non prego, se non ho familiarità con la grazia. Perciò la prima cosa è, mi dà quell'orrore dal peccato che mi allontana da esso. Poi accresce l'amore.
Come si fa ad amare Dio se non conosco Dio? E come lo conosco a Dio? Come conosco io una persona qualsiasi? Parlando con la persona. Come la conosco interiormente, quando la persona la conosco in un dialogo piuttosto intimo, piuttosto, diciamo, da cuore a cuore. E quello si dà nei confronti di Dio, nei confronti di Gesù Cristo, della Madonna, soltanto nella preghiera, nel dialogo con loro.
È così che li conosco, è così che posso amare di più. Ci fa conoscere la volontà di Dio nella nostra vita. E questo è molto importante, no? Per esempio, quando una persona ancora non capisce a quale vocazione Dio la chiama, e quando fa tutto il possibile e ancora non discerne, uno le consiglia di continuare a pregare. Perché...
In quel dialogo, in quella familiarità con Dio, ti sarà molto più facile riconoscere la sua volontà su di te. Però devi avere un tratto familiare, non deve essere uno strano. Perché se dopo tu non hai tratto familiare con Dio, quando lui ti chiederà qualcosa di grande, ti sembrerà chiesto da una persona strana, da una persona sconosciuta, e lì uno sente paura di compierlo. Anche se tu dici «No, io so che è volontà di Dio fare questo, ma non lo voglio fare perché ho paura per questo»,
Bene, quando uno non conosce Dio, è normale aver paura di fare la sua volontà. Quando uno lo conosce, uno si consegna talmente in maniera totale che Dio può chiedere qualsiasi cosa. Bene, non mi ricordo che santo diceva, aiutami in quello che comandi e comanda ciò che vuoi.
Una volta che tu mi aiuti, so chi sei, so che mi aiuterai, quindi puoi chiedermi quello che vuoi, però io ti chiedo solo di aiutarmi in quello che vuoi. Questa è la risposta cristiana. Bene, ci dà forza a resistere nel momento della tentazione, lo dice Gesù stesso, vegliate e pregate per non cadere. Vegliate, esaminate la coscienza, pregate per non cadere, altrimenti, possiamo dire, cadrete.
Accresce la fiducia, chi prega non dispera mai. Dà forza per affrontare le contraddizioni della vita, il senso della sofferenza di cui parlavamo l'altra volta. Concede gioia spirituale ed è un grande rimedio per conoscere noi stessi. Bene, finisco semplicemente con le tre espressioni della preghiera cristiana.
Tre modi di pregare considerati in maniera generica. Li dirò molto brevemente per non allungarmi troppo e poi qualcosa riguardo le difficoltà nella preghiera. Allora, anzitutto...
Dicevamo, quando gli apostoli chiedono a Gesù di insegnarci a pregare, Gesù insegna il Padre Nostro, che è una preghiera vocale. Il primo modo per un cattolico, un cristiano di preghiera, è quello che si chiama preghiera vocale, quando io con la voce, con le parole, prego il Padre Nostro, un Ave Maria, leggo una preghiera, la liturgia delle ore, per esempio i salmi.
Io mi ricordo una volta, c'era un sacerdote molto anziano, che era diocesano, che ha trascorso i suoi ultimi anni con noi, nell'istituto, nel seminario di San Raffaele in Argentina. E io lo vedevo che lui pregava il breviario, sempre, però si sentiva che lo diceva ad alta voce. Era da solo, poteva camminare in mezzo a noi, nessuno diceva niente, lui stava pregando e uno sentiva, no? O Dio, tu sei il mio Dio, l'aurora ti cerco.
E un giorno le ho chiesto, padre perché lei pronuncia le parole? Non sarebbe meglio leggere il breviario? Perché lei dice queste preghiere? E lui mi ha risposto semplicemente che i salmi furono scritti per essere pregati, non per essere letti. Mi ha detto così. Dico perché molti pensano che la preghiera vocale è secondaria, è automatico. Non è vero. La preghiera vocale è fondamentale per noi.
Quando noi vogliamo chiedere una cosa lo esprimiamo con le parole. Certo, io posso farla in maniera meccanica, però non significa che la preghiera vocale sia sempre qualcosa di meccanico. Io posso essere distratto mentre prego vocalmente, no? Però la preghiera vocale è evidentemente animata dalla grazia di Dio, dalla consapevolezza che Dio mi ascolta, è certamente il primo passo. E uno evidentemente non rimane nell'esterno.
Certo, è preghiera vocale che penetra nell'interno nostro. Gesù stesso recita i salmi. All'orto di Getsemani diceva parole. Signore, se è possibile, allontana da me questo calice. Stava pregando vocalmente Gesù. E quando gli apostoli lo vedevano pregare, anche lo sentivano che pregava.
Perciò, dedicare tempo a pregare. E quando voi pregate, dovete pregare anche formulare le intenzioni, se è possibile anche esplicitamente. Voglio pregare per tale persona, nominandola anche. È un modo che il desiderio o che la richiesta nostra venga fatta più esplicita. E questo suscita in noi un interesse più grande.
E siccome Dio ascolta in base al desiderio, al desiderio che abbiamo, è molto buono pronunciarlo. Però evidentemente la preghiera vocale non può essere l'unica. Esiste la preghiera mentale, la orazione mentale, che è fondamentale.
E sono gli altri due modi di preghiera, cioè la preghiera vocale, ci sono altri due modi che appartengono a questo genere di preghiera mentale. Sant'Alfonso dice che la preghiera mentale è quando io non necessariamente pronuncio parole. Per esempio è la meditazione, meditare e pregare, e poi la contemplazione.
Quindi, dopo la preghiera vocale, abbiamo l'orazione mentale, di cui la prima espressione è la meditazione.
La meditazione, qualcuno mi dirà, no ma meditare io non lo so fare. Uno si immagina magari che ne so un monaco nel Tibet che si mette a meditare, o un'eremita, o un religioso, per loro sì, per loro meditare è normale, però io vivo nel mondo, ho tante cose da fare, ho i figli che urlano. Bene, la verità è che tutti possono meditare.
Come notava San Alberto Hurtado, e un testo ancora più profondo di San Giovanni Newman,
Meditare è fondamentale, lo può fare chiunque e in gran parte quando noi interiormente non siamo cambiati è perché non meditiamo abbastanza. San Alberto Turtado per esempio dice perché quei pesci della sua zona che vivono in mezzo al mare salato quando si mangiano non si sente il sale. Alcuni pesci della zona sono così.
E dice la stessa domanda, dice, adesso abbiamo la Quaresima, dice San Giovanni Newman, per esempio, ci troviamo nel tempo di Quaresima, passa la Quaresima, passa il Triduo Pasquale, la Passione, la Risurrezione, e quello sì, lo abbiamo vissuto, però non ci penetra interiormente, rimane una cosa meramente esteriore, sì, il viola qua, la penitenza, l'astinenza di carne, queste cose, l'astinenza di carne del venerdì, che in realtà è ogni venerdì dell'anno,
Si può cambiare per un'altra penitenza, per l'astinenza di carne, non è solo per i venerdì della quaresma, ma ogni venerdì dell'anno. Si può cambiare per una pratica di pietà, evidentemente quando ti invitano a casa non è che tenuto a fare questa pratica, ma deve fare un'altra. Ogni venerdì dobbiamo fare qualche mortificazione. Questo è ciò che ci comanda la Chiesa tranne nei giorni festivi, tranne se un venerdì è un giorno di festa.
Però bene, noi crediamo che consiste in questo, però questo ci penetra interiormente, molto spesso no. E perché dice San Giovanni Newman? Perché non meditiamo abbastanza. Voi mi direte, no, non posso meditare. Io dico, e come dice San Giovanni Newman, questo lo può fare chiunque.
E io metto un esempio un po' banale, però. Se uno deve comprare un frigorifero e considera due frigoriferi, considera come uno e come l'altro, e poi riflette. Mi conviene questo. E comincia a pensare, non sta leggendo, comincia a pensare quale dei due è meglio dell'altro. E se torna a casa continua a pensare, poi lo prende uno e comincia a riflettere su come farlo funzionare meglio, su dove potrebbe posizionarlo.
È una realtà pratica. Per noi le cose pratiche sono più facili. È vero che è più facile che meditare sulle verità di fede. Però non è impossibile. Anzi, è molto possibile meditare sulle cose di fede. Voi pensate, nessuno di noi vive da quello che riceve. Non è che tu guardi la televisione e basta, te ne vai. Ricevi informazioni e basta. Riflettere su quelle cose che conosciamo, o anche un libro, riflettere su queste cose è normale.
Bene, meditare, e non è che sapere solo che Dio è padre, ma meditare sul fatto, su questa verità, che significa che Dio sia padre per me. Significa che mi protegge, significa che è reale, significa che così come mi ha generato, non solo ha voluto la mia esistenza, ma anche la conservazione, ma anche specialmente la conservazione della vita sopranaturale in me.
Pensate Gesù all'orto di Getsemani. Io posso meditare, tutti sappiamo che Gesù è stato a Getsemani e ha sudato sangue. Bene, entriamo in questo. Meditiamo. Che significa che ha sudato sangue? Significa che carica il peccato di tutti noi. Significa che si presenta colpevole del peccato di tutti noi.
Quindi voi pensate la vergogna che avrà avuto Gesù quando noi pecchiamo in maniera vergognosa, che non vogliamo che lo sappiano gli altri perché ci vergogniamo. Questo è molto normale, però assumere il peccato degli altri come se fosse tuo, peccati gravissimi, peccati più vergognosi, e Gesù si presenta al Padre, niente di meno che al Padre stesso, al quale questi peccati offendono come se lui fosse colpevole.
La vergogna che avrà provato Gesù in questo momento. Bene, per dire, la vergogna non appare nella Sacra Escritura, la vergogna che Gesù provava, però sono cose che probabilmente sentiva. La vergogna per il peccato che lui assumeva, come se fosse stato lui colpevole. Perché si presenta colpevole? Per ricevere lui la punizione al posto mio.
Bene, in nessuna parte si diceva della vergogna o di queste cose, però la meditazione, meditare su quello che noi leggiamo nel Vangelo, e non leggendolo e chiudendo il Vangelo, ma una volta che ho letto dedico tempo a pensare, a ragionare su questo. Mi fa conoscere meglio il Vangelo. E perciò diceva con ragione Sant'Alfonso,
che senza l'orazione mentale, senza la meditazione, manca la luce e si cammina all'oscuro. Le verità della fede non si vedono con gli occhi del corpo, dice il Santo, ma con gli occhi dell'anima, quando ella le medita. Chi non le medita non le vede. Non conosciamo Gesù se non meditiamo nella sua vita. Non basta sapere cosa ha fatto. Devo meditare perché quel sapere diventi parte mia, mi modifichi interiormente.
E perciò cammina all'oscuro. L'orazione, dice San Bernardo, continua San Alfonso citando San Bernardo, regola gli affetti dell'anima e dirige le nostre azioni a Dio. Ma senza orazione mentale, senza la meditazione, le affetti si attaccano alla terra, le azioni si conformano agli affetti e così tutto va in disordine.
Perciò conclude Sant'Alfonso in maniera lapidaria, chi lascia dunque la orazione mentale lascerà di amare Gesù Cristo. Quindi la meditazione, voi prendete un libro di spiritualità, prendete una verità del credo, una verità del Vangelo e dedicate tempo poi, cinque minuti, a considerarla la vita stessa di Gesù.
Noi, per esempio, una delle pratiche molto belle in questo senso è la lezione divina. La lezione divina, per esempio, noi l'abbiamo fatta con un gruppo di bambini, con grandi frutti. Ai bambini si legge un brano del Vangelo. Che ha voluto dire il Vangelo? E tutti loro che opinano? Il Vangelo che dice? Che dice in sé stesso? Dice questo, dice quello. Bene, adesso, le dicevo a tutti, chiudete gli occhi,
E pensate cosa dice Gesù a voi in questo Vangelo. E lì abbiamo esposto il Santissimo Sacramento e loro di fronte a Gesù dovevano scrivere che cosa diceva Gesù a loro, bambini di sei, sette, otto anni. Ed era molto bello perché mentre prima dicevo che dice il Vangelo tutti rispondevano, quando Gesù vi ha detto qualcosa, sì, che vi ha detto? E tutti si vergognavano di dirmelo.
Molto bello, si rendevano conto che era un dialogo personale. Noi abbiamo scelto il brano di Dovete essere luce del mondo, sale della terra, e quindi noi dicevamo, allora Gesù dice che bisogna dare buon esempio a casa, comportarsi bene a casa, a scuola. E però poi quando gli lo diceva Gesù, i bambini percepivano che era qualcosa tra loro due, che non era già da condividere con tutti. Una volta che hanno visto cosa diceva Gesù loro, che lo avevano scritto,
Abbiamo detto bene, adesso dovete voi rispondere. Gesù vi chiede qualcosa, ma voi dovete dire se la farete o non la farete. Rispondete a Gesù in silenzio. Di nuovo con il Santissimo Esposto e tutti i bambini che pregavano. E quindi con una facilità molto grande, no? Nell'età in cui non mettono ostacoli allo Spirito Santo. Sono cose molto semplici che si possono fare anche in pochi minuti se uno non ha tanto tempo. Però queste piccole cose si possono fare con tanto frutto.
Quindi la meditazione che conclude sempre nel colloquio, nel dialogo, dice Sant'Ignazio, come un figlio parla con il padre o come un amico parla all'amico, con quella stessa confidenza. Questa meditazione non è uno studio, è qualcosa animata da questi affetti interiori che deve sbocciare propriamente in un dialogo con il Signore.
Infine la preghiera contemplativa, che è una preghiera più di semplicità, di contemplare una verità, senza il discorso proprio di una meditazione. Nella meditazione io prendo un brano del Vangelo e comincio a concludere che cosa dice e che cosa non dice. La stessa lezione divina può essere una contemplazione, anche. Potrebbe sembrare più difficile, però per esempio contemplare...
Il volto di Gesù, contemplare semplicemente Gesù nella sua vita familiare con Maria e Giuseppe, contemplarlo, contemplare la nascita a Betlemme.
Sant'Ignazio dice, mettermi come se io fosse uno schiavo indegno che è lì presente in mezzo a loro. Guardarli, senza tanto discorso. Questo neanche è molto difficile, no? Uno dice, ma che devo pensare a questo, stare così guardandolo, senza dire niente, senza fare niente? Guardate, quando lo facciamo spesso, lo facciamo molto spesso, quando uno vede un...
un bel panorama, le montagne, adesso in questo tempo di estate, il mare. Uno si mette così a guardare e se viene uno e mi dice, senti, perché guardi questo? Per guardarlo, perché mi piace vedere cose belle. A tutti è normale, capita normalmente questo. Quindi dedicare tempo a vedere la bellezza di Dio nelle sue verità eterne,
Pensare, per esempio, immaginare, contemplare il paradiso, contemplare la Madonna. Perché stai guardando questo? Perché lo voglio guardare, perché voglio contemplarlo. Voglio rallegrarmi in questo sguardo. Questo è un argomento fondamentale, molto vero, per contemplare. In questo senso io vi consiglio a tutti la preghiera di raccoglimento.
che mettiamo qui nella descrizione del video e l'abbiamo spiegato in una delle lezioni precedenti. Quando abbiamo parlato della presenza di Dio nell'anima, nella seconda parte, verso la fine, l'ultima parte di questa lezione, parla di questa contemplazione, orazione di raccoglimento, che è contemplare la Santissima Trinità realmente presente in me. Quindi, preghiera, orazione vocale.
meditazione, contemplazione semplicemente dirvi questo il segreto di una vita felice alla fine si tratta non solo nel pregare ma nel pregare bene dedicando tempo essendo perseveranti guardate nel Vangelo come Gesù fa finta mi dispiace se qualcuno gli sembra strano ma fa finta che non ascolta fa finta perché ascolta è evidente che quando una donna le grida
Signore Gesù, abbi pietà di me. E Gesù continua. Anzi, Gesù lo domanda, che vuoi? Gesù non sa quello? Sì che lo sa. Non ascolta, sempre ascolta. Però vuole insegnarci con queste cose che dobbiamo perseverare, dobbiamo insistere nella preghiera. Lui stesso mette l'esempio di bussare, bussare, finché l'altro mi dovrà aprire. Ed è l'esempio con cui dobbiamo rivolgerci a lui stesso. Perciò, perseverare nella preghiera.
E queste persone che hanno perseverato, perseveravano perché avevano fiducia nel suo potere, non per altro. Altrimenti uno si stanca, si scoraggia. Quindi fiducia e perseveranza sono condizioni fondamentali della nostra preghiera.
Qui sul testo che noi vi offriamo, il testo in gran parte, non tutto, ma in gran parte di questo libro, Totus Tus, che è in spagnolo, fatto dal movimento Lasos di Amor Mariano, grandi amici nostri, lasceremo una parte dove loro mettono alcuni...
passi per una orazione mentale, per aiutarci nell'orazione mentale. Io in tutto questo consiglio sempre vivamente gli esercizi spirituali di Sant'Ignazio di Loyola, che tra tutte le cose sono certamente la migliore. Lo dice la Chiesa da molti secoli.
Riguardo semplicemente le difficoltà nella preghiera, riguardo le distrazioni, vi ricordo che le distrazioni ci saranno sempre, siamo sempre soggetti alla ferita del peccato originale, viviamo in un mondo dove tutto è immagine, quindi la televisione, tutte queste cose accelerano la immaginazione nostra.
E quindi c'è un'esagerata produzione immaginaria in noi. Quindi è molto normale distrarsi, però basta che la distrazione non sia volontaria, che uno metta i mezzi il più forte possibile, il più decisamente possibile, per poter recuperare la tensione. Magari mettere i mezzi prima, cercare prima di iniziare a pregare, di vedere come Dio mi guarda.
Sant'Ignazio dice prima di entrare nella chiesa capire che Dio mi sta guardando, che cosa devo fare, per che cosa entro in chiesa, che cosa devo cercare in chiesa. Questo prima di entrare in una chiesa, per esempio, in maniera tale che anche prima di entrare già almeno mi sia tolto i pensieri distrattivi. San Bernardo prima di entrare in una chiesa diceva i suoi pensieri, distrazioni, problemi, scendete dalla mia testa.
rimanete qui perché in chiesa voi non potete entrare con me. Quando esco dalla chiesa vi riprendo tutti. Così con quel atteggiamento dobbiamo entrare noi nella preghiera, anche se non in una chiesa, se è nella mia camera, come dice Gesù nel Vangelo, con questo atteggiamento. Quando prego non penso ad altro. Guardate.
Molte azioni si fanno in questa maniera. I maschi quando fanno sport non stanno pensando ad altro molto spesso, ma molto fissati su quello che devono fare. Anche se la vita è circondata di problemi, uno li riprende dopo. Capisco che sia più difficile, però semplicemente dico che anche se abbiamo tanti problemi, è possibile lasciarli da parte per mezz'ora, un'ora quando si va a messa, o per 5-10 minuti di preghiera fatta in casa.
Bene, non scoraggiarsi mai davanti a aridità, a distrazioni. La cosa che sempre cercherà il diavolo, anche sotto ragione di bene, è di non farci pregare, dicendo che se sei distratto non puoi pregare. Guarda che se sei distratto ma non è volontario, e tu solo ti dedichi tutto il tempo di preghiera a cercare, a impegnarti a recuperare la tensione, anche se è stato solo un combattimento, è una preghiera molto bella questa.
È un simbolo di maggiore fedeltà. Pregare quando uno sta bene è facile, quando pregare è difficile è molto più meritevole.
Mai fare caso al diavolo in momenti di scoraggiamento, di turbamento, per il fatto che noi preghiamo. Quando voi cominciate a pregare, molto spesso inizieranno motivi di turbamento apparentemente buoni. Per esempio, quando uno inizia a pregare, subito, ma vedi, io adesso che prego mi sento meglio, dovrei pregare sempre. Come mai non prego e non prego mai e sono un disastro? Guarda, questo già è disordinato. Quando noi preghiamo cerchiamo Dio, non cerchiamo di fare una...
un'autoanalisi personale. Bene, tante altre cose si potrebbero dire sulla preghiera, abbiamo cercato di fare un breve riassunto, lasceremo materiale sempre qui nella descrizione del video, e che sia per tutti noi un incoraggiamento a questa vita di preghiera tanto necessaria. E se i nostri tempi sono pieni di cose mondane, di distrazioni, allora la necessità di pregare è molto più grande di prima.
Uno dice prima si pregavano di più. Forse è vero, però noi abbiamo più bisogno di preghiera di loro. E quindi il nostro tempo per un cattolico oggi deve essere più caratterizzato dalla preghiera che in tempi passati. Un caro saluto a tutti e Rege o Maria.