Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Vieni Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Manda il tuo Spirito e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della terra. O Dio che hai illuminato i cuori dei tuoi fedeli con la luce del tuo Spirito, concedi a noi di gustare ciò che è sempre retto e giusto e di godere sempre del suo celeste conforto.
Per Cristo nostro Signore. Amen. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Carissimi amici, benvenuti alla quindicesima catechesi di preparazione. Siamo sempre nella tappa della conoscenza di noi stessi, perciò abbiamo invocato lo Spirito Santo, come ci indica San Luigi Maria.
perché la considerazione di noi stessi è sempre alla luce della grazia di Dio stesso, degli esempi di Gesù Cristo nella sua vita in confronto alla nostra. È una conoscenza che vogliamo sia quella che Dio ispira in noi. Perciò dobbiamo essere molto docili allo Spirito Santo, specialmente in questi giorni. Riguardo la conoscenza di noi stessi, abbiamo parlato all'inizio, a livello generale, di che consiste.
Abbiamo parlato nella precedente Catechesi del dogma del peccato originale, che necessariamente è un punto di partenza, è il dato di fatto, come dice Chesterton, per iniziare un cammino di conversione per tutti noi e sapere che in noi esiste questa tendenza al male. Adesso cominciamo a andare più al profondo e oggi daremo alcuni consigli pratici che possono essere, non possono essere, se si fanno,
unanimemente ammesso da tutti gli autori sono il mezzo più efficace per il progresso spirituale per un acquisto reale della virtù e per una crescita nella vita di grazia quindi oggi è una catechesi molto importante per noi
E siccome si tratta sia di una parte, sì, chiamiamola così, teorica, avrà un'applicazione pratica che chi veramente fa di questa pratica qualcosa abituale nella sua vita, necessariamente ci troviamo davanti a una persona che progredirà nella sua santificazione, che veramente farà progressi anche in pochi mesi, dicono alcuni autori.
Parliamo anzitutto di quello che si chiama l'esame particolare di coscienza. Non l'esame di coscienza e basta, l'esame particolare di coscienza. Questo lo troveremo già nei primi monaci del cristianessimo, all'origine del cristianessimo. Era il modo di veliare, come dice Gesù nel Vangelo. L'unico modo reale di veliare per non cadere in tentazione è questo.
Però fondamentalmente questo metodo dell'esame particolare viene formulato e diffuso dalla presentazione di Sant'Ignazio di Loyola nel libro degli esercizi. Siamo nel XVI secolo. Si considera un metodo privilegiato, questo attribuito a Sant'Ignazio, anche se riconducibile all'inizio del cristianesimo, è un mezzo privilegiato per educare la volontà
per acquisire le virtù che non abbiamo, che dovremo avere, per estirpare i vizi e correggere i difetti. Guardate, con questo metodo pratico di esaminare la coscienza, si possono togliere non solo quei vizi o quei difetti più o meno abituali o ordinari, ma quelli anche più radicati.
quelli di cui abbiamo bisogno di uno strappo forte. Io sempre insisto su questo. Sicuramente molti di voi avete bisogno di una vita più decisa e volete, state pregando per una seconda conversione. Voi, con questo metodo applicatelo fedelmente, io vi posso garantire, non lo dico per conto mio,
lo dico per l'autorità di quanti lo presentano, dell'autorità di quanti lo hanno usato, lo stesso Sant'Ignazio lo utilizzava, vi dico che con questo metodo presto raggiungerete una vera seconda conversione, un grande livello superiore nella vostra santificazione personale.
si rende indispensabile, dice padre Miguel Fuentes, del quale vi lasceremo un piccolo opuscolo dove spiega tutto in dettaglio, che io sto seguendo adesso, dice lui, si rende indispensabile per chi deve risolvere conflitti affettivi, quanti problemi anche di dipendenza che ci sono. Anche a livello psicologico alcuni psicologi non cattolici, necessariamente, o forse protestanti,
riconoscono di essere un metodo efficacissimo anche per le malattie mentali, un modo di veliare su se stessi, sapendo dove devono puntare, che in poco tempo li produrrebbe tantissimi frutti di salute mentale.
Sapevamo, Sant'Ignazio lo utilizzava a livello molto attento, addirittura quando le hanno detto che per la sua salute doveva lasciare alcune pratiche, o lui stesso doveva consigliare ai gesuiti di lasciare alcune pratiche, mai permetteva di trascurare l'esame particolare. Questo mai era ammesso da Sant'Ignazio. E come vi dicevo, un medico protestante diceva, affermo con sicura convinzione
che se si adottassero queste norme e questi esercizi, potremmo fin d'ora trasformare manicomi, prigioni e cliniche psichiatriche ed impedire che vi entrino i due terzi di coloro che vi sono ricoverati. Questo è un psichiatra non cattolico. E' molto triste che sia una pratica poco diffusa, forse.
Uno dice, ci sono tante pratiche di preghiera molto diffuse, però Gesù ha detto, vegliate e pregate, vegliate, bisogna essere in veglia, con la guardia in alto, attenti. Come si veglia? Per pregare abbiamo tante indicazioni, tanti consigli, no? Però adesso parleremo del vegliare. È notevole come una persona si può meravigliare di avere tanti difetti,
Io mi accuso purtroppo delle stesse cose. Hai fatto l'esame particolare? Dopo vedremo come si fa. Lo hai fatto? Allora non meravigliarti di cadere nelle stesse cose. In che cosa consiste? Vediamo se si capisce. È un metodo per cui io non è che cercherò di esaminarmi sull'umiltà.
genere non deve essere un esame generico o se oggi mi sono comportato bene questa è una domanda che si fa nell'esame in generale di coscienza che si può fare come andata la giornata di oggi si può fare e stringere questa questa questo essa questo esaminarsi stringerlo a un difetto
a uno solo, però con tale attenzione che genera in me non un atto, un'azione per la quale esamino la coscienza, ma mi permette di trovarmi in uno stato di veglia, in uno stato di essere attento a non cadere nella tentazione. È uno stato dell'anima.
che l'anima abitualmente cercherà di non cadere nel peccato, di non cadere nei mali. Perciò, al di là, se uno prende solo, è vero che uno prende solo un difetto, solo uno è molto pratico, però quello genera in me uno stato generale alla fine. Particolare la materia, generale la mia attenzione e la mia tendenza alla santità.
Perciò è uno stato dello spirito, dice padre Fuentes, nel senso di una disposizione generale dell'uomo che lo fa stare sempre attento e vivamente interessato per conoscere, discernere e perfezionare quanto gli sia dato e le reazioni prodotte nella sua anima. Questo lo dice il padre Casanovas, un grande predicatore degli esercizi.
Quindi sarà un modo di esaminarsi che crea in me lo stato della ricerca della santificazione. Come si pratica? Ve lo spiego. È molto semplice. E questo è il paradosso. È una pratica facile, facilissima, vedrete. Però ci vuole perseveranza e pochi perseverano. Allora, consiste in questo. Anzitutto nel prendere il difetto sul quale voglio lavorare. Per esempio...
Io mi rendo conto di cadere molto nell'orgoglio, mi arrabbio molto. Bene, allora prendo la rabbia e quello che vuole combattere, la virtù contraria è l'umiltà. Allora io, prendendo la virtù dell'umiltà, mi darò tre azioni, tre propositi.
Tre propositi che riguardano l'umiltà e che siano propositi pratici. Per esempio, pregherò tutti i giorni, dirò una preghiera o dirò la litania dell'umiltà, almeno una parte. Prima cosa. Seconda cosa, tacerò quando una persona mi irrita.
Non risponderò male. Non dico a rallegrarmi delle umiliazioni, no, no. Non risponderò quando una persona mi provochi. E in terzo luogo, considererò la grandezza di Dio e la mia piccolezza. Sono tre azioni. Sono tre azioni che si possono realizzare, si devono realizzare. Questa è la materia. Quindi, come si fa l'esame dopo?
Allora, la prima cosa è questa, appena io mi sveglio la mattina, il primo pensiero che deve venire alla mia mente è chiedere al Signore la grazia di compiere questi tre atti. Fare una preghiera breve, può durare un minuto, però che sia veramente un attimo, un attimo che già riempia un po' il mio atteggiamento durante la giornata. Signore, io ti supplico di oggi riuscire a fare bene questi tre atti.
non degli altri atti, perché noi troveremo molti difetti, prendiamo solo uno da combattere. Quindi questi tre atti, basta, un minuto, è il primo momento. Secondo momento, arrivato l'ora di pranzo, più o meno, lì devo cominciare a esaminarmi se ho fatto o no questi tre propositi. E allora conviene scriverlo, per esempio in un foglio,
Scrivere quale giorno è oggi. Lunedì. Lunedì mattina. Ho dimenticato di fare la preghiera. Ok, una X. Sono caduto una volta. Le altre le ho fatte. Bene. Il pomeriggio fare la stessa cosa. Sì? Però bene. Allora, la facciamo durante il pranzo. Sono caduto una volta. Una X. Le altre due le ho compiute. Bene. Allora, devo ringraziare Dio.
per quelli che ho compiuti, e fare un segno di dolore per quello che non ho compiuto. E chiedere grazia per non cadere al pomeriggio. Sì? Quindi, devo chiedere la grazia di non ricadere e già mi trovo di nuovo in uno stato di veglia. Questo è nell'ora di pranzo.
La sera, prima di andare a dormire, lo stesso esame. Questo secondo momento del pranzo, questo della sera, possono durare anche due minuti. Vedete, sono solo questi tre momenti. La sera di nuovo, devo controllare con una X. E poi tenere tutto scritto, lunedì, martedì, mercoledì, tutta la settimana. Forse dopo paragonare settimana con settimana, eccetera. Si può non fare scritto, non è obbligatorio non farlo scritto.
Non è obbligatorio farlo scritto, però conviene. E io vi dico la verità, è molto più efficace farlo scritto che non farlo scritto. E questi sono i mezzi concretamente, e lì si vedrà veramente un miglioramento. Verranno tante tentazioni di che sto perdendo il tempo, di che ormai non capisco, la materia è troppo generica. Non smettere mai di farlo.
Vedrete come se tu nella materia non trovi, almeno troverai lo stato di non cadere in certe cose sulle quali potresti cadere. Su quale cosa però dobbiamo esaminarci? Attenzione anche alla paura. Alcuni autori diranno che questo è una meccanizzazione, rendere meccanico, scusate, la vita spirituale, una cosa tra l'altra, così.
Bene, se tu lo fai senza lo Spirito, senza l'amore di Dio che ti spinge a cercarlo, che ti spinge a offrirgli una vita più bella, più perfetta, evidentemente sarà una cosa meccanica. Tu fai questo non perché la tua vita consista in questo, ma perché tu vuoi una vita più libera, una vita più per il Signore. Dipenderà più da te, però non che le pratiche rendano meccanica la vita spirituale. Questo non è così necessariamente. Se una persona lo fa solo per disciplina e basta, sì.
Però noi non lo facciamo con questa intenzione. Su quale cosa dobbiamo quindi esaminarci? Dobbiamo prendere quei difetti che, dicevamo l'altra volta, tra tutti questi difetti più radicati in noi, esiste uno chiamato il difetto dominante. In tutti noi, per una disposizione di temperamento, di carattere,
C'è un peccato che fa da radice di tutti gli altri. Noi molto spesso vogliamo cambiare tante cose, però molte cose sono parte di un albero, di rami, però la radice è sempre un difetto, collegato non tanto ai miei peccati della vita passata o della vita attuale, ma collegato piuttosto a questo modo di essere, questo carattere, questo temperamento che io ho.
In molti, per esempio, l'umiltà, in altri sarà l'acidia, il fatto di rattristarmi per le cose spirituali. In altri sarà la lussuria, in altri può essere la pigrizia. Sono tutti alcuni difetti di per sé, sono sempre radici di altri. La pigrizia è radice di molti mali. La superbia è radice di ogni male. La lussuria è radice di tanti peccati in diverso ambito.
Quindi dobbiamo precisare la materia sulla quale dobbiamo fare l'esame e questa materia sempre viene consigliata che sia il difetto dominante. Una parentesi, può darci che una persona, in ragione del suo ufficio, capisca che deve acquistare una virtù?
diversa, anche se forse non è questo difetto dominante, però per il suo ufficio deve raggiungerla in maniera più immediata, per carità cristiana. Immaginiamo che una persona ha un problema di pigrizia e gli viene affidata una parrocchia dove lui comincia a trattare male la gente, quindi si può esaminare su diventare più mite.
perché questo è più urgente per la carità verso il prossimo, o specializzarsi in una virtù più adatta alle anime che sono affidate al mio apostolato, come un sacerdote per esempio, o una mamma che per la famiglia sa che la sua famiglia ha bisogno che lei abbia una certa virtù, e quindi anche se pensa che il suo difetto dominante è un altro, per il bene della famiglia cerca un'altra virtù, quindi si potrebbe fare questo.
quello che sarebbe più abituale, che è quello di scoprire ognuno di noi qual è il difetto dominante e combatterlo. E qui diremo diverse cose. Come riconoscere il difetto dominante? Anzitutto diciamo che cosa è. Il difetto dominante Fulton Sheen direttamente lo chiama ciò che c'è di peggio in noi. Così lo chiama lui.
E quel difetto che io percepisco è alla base di tutti i miei difetti. Soprattutto è alla base dei miei peccati che riguardano l'affetto. Per esempio, cosa sveglia in me desideri più violenti o più tenaci? Per bene o per il male, però quello che in me mi porta di più a un desiderio più forte, più vehemente.
Quello che ci porta forse a esagerate allegrie, gioie completamente sproporzionate, sia profonde tristezze, tristezze dunque anche esagerate. Che cosa causa questo in me? Devo capire e capendolo troverò probabilmente qual è il difetto dominante.
Cosa mi rimprovera di più la grazia quando io provo un momento di incontro con Dio speciale? Che cosa mi rinfaccia la grazia, per così dire? Prega di più, tratta meglio il tuo prossimo, allontanati da internet, allontanati da certe amicizie che ti portano al male. La grazia ogni tanto mi fa scoprire, sempre che io mi trovo in un momento di preghiera, forse mi rimprovera dolcemente quello che è il mio difetto dominante.
E' ciò che compromette per esempio la nostra buona qualità principale, per esempio la nostra natura ha certe inclinazioni, ha certe cose molto buone, anche sane, non tutto è cattivo, certi talenti che potrebbero essere messi a servizio del Vangelo e questo difetto dominante andrà contro questo fondamentalmente.
Voi pensate a un sacerdote che sa che la cosa principale che deve fare è la preghiera e quindi verrà tentato probabilmente di non pregare mai, sapendo che la qualità principale del sacerdote è pregare per il popolo, pregare per se stesso e per il popolo. Il difetto dominante, dicevamo, è legato al sostratto temperamentale, però tanto importante il difetto dominante...
che dobbiamo sempre avere forse dovremmo lavorare tutta la vita io non ricordo quale santo ha lavorato vent'anni nell'umiltà proprio vent'anni nello stesso proposito e forse succederà a noi e non dovrebbe meravigliarci quindi come si riconosce allora in ognuno questo è un lavoro che dovrà fare ognuno di voi consultando un direttore spirituale fondamentalmente allora
alcune indicazioni per conoscere il nostro difetto dominante. Monsignor Fulton Sheen dice che ci può aiutare l'osservare quale difetto ci irrita di più quando ne veniamo accusati. Noi molto spesso veniamo accusati di questo, di quello, e quando non è vero, quando è falso, comunque in alcune cose mi arrabbio di più.
se io vengo accusato di una cosa mi arrabbio, ingiusta, mi arrabbio, dalle volte vengo accusato di un'altra, anche ingiustamente, mi arrabbio più. Perché mi arrabbio di più? Forse perché lì si nasconde questo difetto dominante che vuole proteggersi, che vuole nascondersi. Serve anche considerare quale mancanza consideriamo con più frequenza nel prossimo. Molto spesso noi nel prossimo condanniamo
per il difetto dominante stesso, che è un modo di proteggersi, condannare il difetto negli altri. Un modo di proteggersi i nostri difetti è accusandolo negli altri. E questa è la rovina dell'animo. Quando noi crediamo che i nostri problemi sono colpa degli altri, abbiamo rinunciato a un progresso spirituale. Non c'è nulla che gli altri possano fare al di sopra di quello che noi, delle nostre forze, certo, non dico che sia tutto facile, no?
Però chi vuole progredire deve centrarsi su se stesso nel cambiare, non può cambiare la testa delle altre persone. Bene, è molto importante per scoprire il difetto dominante chiedersi dove vanno le nostre preoccupazioni ordinarie.
Noi ci preoccupiamo di alcune cose. Che ti preoccupa di più? Che pensi non male di te? Non poter avere quella comodità propria della lussuria, essere agitato per questo. Che ti preoccupa il fatto di dover faticare? Acidia, pigrizia. Cosa sia quello che pensiamo, cosa desideriamo nella giornata? Abitualmente cosa desideri?
Dalle altri, da te stesso. Quale sia l'origine abituale dei nostri peccati? Si può fare una lista di quali sono le mancanze che più commetto e vedere qual è il punto comune a tutte queste. Questo aiuta molto per scoprirlo. Qual è la causa delle nostre tristezze, delle nostre allegrie? Ebbene, è molto importante che chi ha un direttore spirituale che gli chieda cosa pensa lui. Bene.
Questo però non si combatte così e basta, si combatte in una maniera precisa. Anzitutto, se io mi rendo conto che, per esempio, il mio difetto è l'acidia, non vi spaventate che dopo vi spiegherò che cosa è.
E io vado al mio direttore spirituale, ho capito che il mio difetto è l'acidia. Padre Fuentes mette questo esempio. Quando una persona viene e dice, padre ho capito il mio difetto è l'acidia. E io le dico, bene, allora scrivi almeno dieci propositi, dopo ce li amo tre, però scrivi dieci propositi per combattere l'acidia. E la persona dice, no ma io non so bene che cosa è l'acidia. Bene, la prima cosa allora è conoscere la virtù.
Se tu hai visto che il tuo difetto è la superbia, quindi cercherai l'umiltà. Se tu hai scoperto che il tuo difetto è la lussuria, quindi lavorerai per la virtù della castità, della purezza. O se tu ti rendi conto della pigrizia o tristezza, chiamiamola così, tristezza della vita spirituale, della preghiera, della meditazione, delle cose buone e sopranaturali. Questo si chiama acidia.
ti rendi conto che qui in gran parte è il tuo difetto, bene, allora combattere con la gioia cristiana, la carità soprattutto, e così via. Se tu vuoi combattere perché hai un difetto molto, non so, di rubare, bene, la onestà, la giustizia, bene. Però una volta che individui qual è la virtù, devi conoscere la virtù.
E dovresti diventare, come dice il Padre Fuentes, esperto nel conoscere che cosa è questa virtù. Io vi dico questo. Nessuno di voi conosce, o nessuno, però molti di voi non conoscerete cosa è la Cidia.
Però se io vi dico di leggere un libro sull'acidia, sempre scritto da Padre Fuentes, sono tante colane virtus, con diverse virtù da praticarsi, se uno comincia a leggere quel libro uno si sente completamente identificato in questo, perché viviamo in una società acidiosa, è normalissimo che per molti di noi sia questo il difetto dominante. Bene, quindi, anzitutto capire la virtù. Una volta che si capisce deve dedicare tempo a conoscere come è la virtù.
Una volta che conosci la virtù, devi scrivere i propositi proprio concreti, pratici. Sarò più umile. Questo non è un proposito. Devono essere azioni umili quelle che tu ti stai fissando. Una persona che ti sta molto antipatica, allora decido che ogni volta che la incontro, sorrido, la saluto bene.
o se mi rendo conto che il mio difetto è la mormonazione, parlerò bene delle persone di cui ho parlato male o di cui penso male. Sono azioni, non sono propositi generici, ma sono azioni pratiche da realizzare tutti i giorni. Quindi, per concludere, noi lasceremo sempre qui, nelle linee guide, questo opuscolo scritto da Padre Fuentes riguardo sia l'esame particolare di coscienza, sia...
il difetto dominante, come scoprirlo, lì anche ha una spiegazione molto più approfondita di come sono i temperamenti di ognuno di noi, anche per vedere in quale di questi mi trovo. E quindi il mio consiglio è seguire questa lettura. Secondo consiglio, date a questo tema una priorità molto grande riguardo tutte le pratiche che vi proponiamo. L'esame particolare di coscienza è mezzo efficace di santificazione, di progresso.
spirituale nell'acquisto della virtù e abbandono del peccato. E in terzo luogo, fate di questo qualcosa di irreale, non qualcosa di teorica. Non dite bene oggi no. C'è un bellissimo testo di Lewis dove lui spiega come...
Un libro che lui scrive, evidentemente, sempre metaforico, su un diavolo che ha un nipote. Il nipote sta tentando a uno ma non ci riesce, chiede consigli al suo zio diavolo. Allora lo zio diavolo gli scrive, no?
Questa è la immaginazione di Lewis, no? E gli scrive dicendo, in un momento il nipote le dice, guarda sono molto preoccupato perché ha capito tante cose, ha capito che deve cambiare questo, ha capito che dovrà cambiare questo, anzi il nostro nemico, cioè Gesù Cristo, gli sta ispirando pensieri sublimi. Lo zio diavolo, che è più saggio, le dice, no ma questo è frutto della tua inesperienza, lascialo tranquillo, lascia che capisca tutto, anzi...
Lascia che scriva un libro su quelle cose che sta capendo. Quello che tu devi evitare è che lo metta in pratica. Lì veramente siamo sconfitti. Questo succede con tante cose della nostra vita, della nostra vita spirituale. Noi capiamo e crediamo di essere già riusciti. No, finché non le mettiamo in pratica non abbiamo sconfitto il diavolo.
Perciò, se avete capito l'importanza di questo, cominciate a metterlo in pratica. Questo puscolo di Padre Fuente sarà più che utile e vi darà tutti i mezzi necessari. Speriamo che sia di tanti frutti per voi questa catechesi. Un caro saluto a tutti e Rege o Maria.