Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. O Signora mia, o Madre mia, io mi offro interamente a te e in prova del mio affetto filiale ti consacro in questo giorno i miei occhi, le mie orecchie, la mia bocca, il mio cuore, in un'unica parola tutto il mio essere.
Quindi, se io sono tutto tuo, o Madre di bontà, sollevami, proteggimi e difendimi, come cosa è proprietà tua. Amen. Carissimi amici, benvenuti a questa Catechesi, la numero 10. E con questa Catechesi ci rimangono tre per passare la prima tappa della nostra preparazione. E questi primi dodici giorni in cui San Luigi Maria vuole dedicarli a liberarsi dallo spirito del mondo.
Lo scopo del Santo è che noi ci liberiamo da questo desiderio delle cose esteriori, della vita meramente terrena, dei beni meramente carnali o materiali, però non solo rimanere con questa liberazione, ma per acquistare lo Spirito di Cristo, lo Spirito del Vangelo. E' in questo Spirito del Vangelo che vogliamo entrare oggi, con la Catechesi di oggi e come continueremo nella prossima,
Vogliamo entrare in questo spirito interiore della nostra fede e della nostra consacrazione. San Luigi Maria dice molto spesso che questa devozione ha degli aspetti esteriori, ha delle pratiche esterne, però consiste nelle pratiche interne. Quelle esterne aiutano quelle interne. Bene, cominceremo oggi a entrare in questa vita di Dio che si dà dentro il cuore di ognuno di noi.
questo spirito contrario allo spirito del mondo, che è lo spirito di Cristo. Si capirà lungo la Catechesi quello che stiamo dicendo, però inizio ricordandovi che Gesù prometteva la vita a coloro che lo seguivano, però lo diceva molto energicamente. Io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.
Diceva di essere venuto per dare a noi la vita. Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Ma ci chiediamo, Gesù gli parlava a persone che erano viventi.
Sta parlando di un'altra vita, non della vita naturale, la vita che io in questo momento ho, la vita che ha qualsiasi persona che in questo momento cammina, respira. Questa è la vita naturale, la vita normale delle persone. Ma Gesù a queste persone dice, io ti darò la vita. Qual è dunque questa vita? Che non è la stessa vita naturale, ma è un'altra vita che Gesù vuole donare.
Per capire, già nel secondo secolo i primi cristiani avevano questa vita che Gesù dava e che tutti notavano che era una nuova vita. Anche i pagani lo notavano. Per esempio c'è la famosa lettera di Ogneto. Un tale di Ogneto voleva sapere come erano i cristiani e uno gli risponde. La famosa lettera a di Ogneto. E lì gli dice guarda che i cristiani sono normali, sono come tutti gli altri.
Non sono diversi, vestono come noi, mangiano come noi, abitano come noi. Dice così però. Pur seguendo nel modo di vestirsi, nel modo di mangiare e nel resto della vita i costumi del luogo, però si propongono una forma di vita meravigliosa, un'altra vita. Nonostante la vita sia quella naturale, si propongono un'altra meravigliosa.
E come tutti hanno ammesso una vita incredibile. Noi vediamo molto spesso persone che portano una vita veramente incredibile. Io mi mettevo in una delle prime catechesi l'esempio di questa signora che mi chiedeva di come perdonare all'assassino di sua figlia, al quale già lo perdonava, lo visitava in carcere, le portava da mangiare, ma voleva anche gioire della sua presenza.
Non era contenta con averlo perdonato aiutandolo, sostenendolo, ma voleva perdonarlo addirittura con la gioia di incontrarlo. Questa è una vita meravigliosa. Mi è capitato in una delle nostre parrocchie, nel quartiere San Filippo Neri, nella nostra carissima parrocchia, che uno trova delle persone nascoste, visitando dei palazzi, mi diceva il parroco,
che c'era una persona cieca, pienamente felice, che offre tutti i suoi dolori per la Chiesa, per i sacerdoti. E uno dice, la vita naturale di questa persona è degna di compassione. Una persona cieca che non si può neanche muovere, anziana, un po' da sola, ma è una persona talmente felice, talmente unita a Dio, che la vita sua è molto più vissuta di una persona...
che vede, che ci vede, che può muoversi. Esiste qualche vita superiore, che è quella che Gesù ci dà, perciò lui si lamenta. Eppure voi non volete venire a me perché io vi dia la vita, dice Gesù. È quella vita che il mondo non può ricevere, è la vita che Gesù offre, però che il mondo non può ricevere perché è occupato nell'esteriore.
E' quella parola di Dio che è caduta tra le spine. E questi sono coloro che ascoltano, dice Gesù nel Vangelo, ma se ne vanno e restano soffocati dalle preoccupazioni, dalle ricchezze e dai piaceri della vita e non arrivano a maturità.
Questa è la vita di Cristo e questo è ciò che noi chiameremo non la vita naturale, che è la vita di ogni persona, ma lo chiameremo adesso vita sopranaturale. Uno dei drammi più grandi per un cristiano, uno dei drammi più grandi del nostro tempo, è quando queste realtà che sono sopranaturali,
perdono il senso nella propria vita, non li si considera cosa importante. Sì, è importante pregare Dio, è importante pregare la Madonna, però non si considerano come cose reali. Se io, per esempio, dico che il matrimonio, marito e moglie, sono espressioni reali della unione di Cristo con la Chiesa, molti diranno che è una bella idea. Non è una idea, è una realtà.
Quando Padre Pio dice, per esempio, nella casa di Loreto, io so che lì la Madonna non è che appare, ma abita in maniera stabile perché è casa sua, noi non sempre crediamo che se Padre Pio dice questo, non sta dicendo una bella idea, sta dicendo quello perché è reale, perché la Madonna veramente è presente in questa casa. Quando Padre Pio soffriva la passione insieme a Gesù durante la Santa Mesa, è perché Gesù soffre realmente in ogni Santa Mesa.
si rinnovano i dolori della passione è vero che lui regna glorioso però è come se quel sacrificio si rendesse presente di nuovo ma non è questa poesia o belle idee sono realtà e questa è la disgrazia del nostro tempo non dare alle realtà sopranaturali giustamente il carattere di realtà sono cose possibili il battesimo
Non è che si aprono i cieli e il Padre parla. Così pensa il mondano. Noi dobbiamo dare a tutte queste cose la verità che hanno. Veramente, durante un battesimo, si aprono i cieli, si sente la voce del Padre, lo sentiamo nella fede, ma realmente, e più realmente di come voi state sentendo me, in un battesimo si deve sentire nella fede la voce del Padre che dice questo è il mio figlio prediletto.
di ognuno dei battezzati. Noi purtroppo ci troviamo in un ambiente di quello che si chiama naturalismo, dove si crede che l'uomo è sufficientemente buono. C'è questo ottimismo, un ottimismo sulla persona che distrugge la persona.
perché l'impedisce alla persona per tanto parlare di quanto la persona abbia dignità in se stessa, dignità, dignità, allora tanta è la dignità, tanto è collocarla in un piano alto, che la persona non può essere più aiutata da nessuno, non cercherà aiuto in Dio, perché già si sente sufficientemente forte. E questa è la rovina della persona. Noi viviamo in questo tempo di naturalismo, e purtroppo lo lamenta lo stesso Papa Francesco,
La Chiesa non è un'organizzazione sociale. La Chiesa ha un messaggio superiore all'ambito sociale, all'ambito terreno. È una missione che veramente la rende di trasmettere la vita di Cristo. Se noi crediamo che l'uomo è sufficientemente buono, si crede che non c'è bisogno della grazia. I Santi che hanno fatto cose straordinarie,
Erano pienamente consapevoli che era opera della grazia. San Filippo Neri diceva, Signore prendimi dalla tua mano, che il giorno che non prenderai la mia mano, io diverrò il peggiore dei peccatori.
E quando Santa Teresina le ha detto il direttore spirituale di aver capito che lei non aveva mai commesso un peccato mortale, lei subito disse che il Signore mi ha perdonato prima di commetterli. Erano pienamente consapevoli di quanto Dio li sosteneva con la sua grazia. E perciò erano capaci di cose straordinarie, di cose che noi non potremmo mai realizzare. Io sempre penso alla vita di San Pietro Claver, che era l'apostolo degli schiavi in America.
nella zona di Colombia, di Cartagena, dove lui dopo di assistere tutti gli schiavi, di lavare le loro ferite, una giornata veramente piena, una giornata molto stancante, la notte si metteva una corona di spine, una corda al collo e una croce e faceva processioni unendosi alla passione di Gesù. Stava ore e ore così, dormiva tre ore al giorno più o meno.
Tre ore soltanto. Sono modi di vita che nessuno di noi potrebbe realizzare con una vita umana. Esiste questa vita sopra la vita naturale, la vita sopra naturale, che non significa contraria a quella naturale. Noi dobbiamo avere cura del corpo, della salute. Noi non siamo manichei, non diciamo che la materia è cattiva, no.
Però diciamo che esiste una vita superiore ed è quella vita interiore che si dà nel cuore di ognuno di noi. Dicevamo prima che i santi hanno alcune azioni che sono superiori alla vita naturale. Noi abbiamo una vita naturale, abbiamo principi della vita naturale. Abbiamo un corpo, abbiamo un'anima, abbiamo la sensibilità, abbiamo l'intelligenza. Sono tutte realtà della vita naturale.
Ma nei santi noi vediamo cose di cui tutti questi elementi della vita naturale non sono sufficienti. Allora dobbiamo trovare in loro questi altri principi che rendono la loro vita non naturale ma sopranaturale. Come si dice, i santi agiscono più al modo divino che umano, più al modo come agirebbe Dio che una persona nel suo stato naturale.
Questo è ciò che ci interessa. Perché i Santi agivano più vicini, più simili al modo divino di Dio che al modo naturale? Bene, in questa Catechesi faremo un ripasso di alcuni elementi di Catechismo, di alcuni concetti da ricordare. Il primo è...
Qual è il principio che rende possibile questo nei santi? Anzitutto, il primo di cui vogliamo parlare è quella realtà che chiamiamo la grazia santificante. Molto spesso parliamo di grazia. Signore, concedemi la grazia. Speriamo che il Signore mi farà la grazia. Però se io dovessi chiedere cosa è la grazia, difficilmente qualcuno potrà rispondermi. Leggiamo la definizione.
La grazia, dice un autore, è una qualità soprannaturale, una qualità. In me, per esempio, c'è la grazia santificante e questa è una qualità che rende la mia persona in un ambito soprannaturale. Questo si dà in ogni anima che è in grazia, giustamente, l'anima in grazia di Dio. Voi immaginate un grande palazzo.
Immaginate addirittura un grande regno, la città più grande del mondo. Immaginate ancora di più. Immaginate Dio, la città di Dio, il paradiso, la società dei beati in paradiso, gli angeli, la Madonna, i santi. Come sarà questo regno, questa città? Bene, sono...
molto profonde e degne di molta riflessione in questa Catechesi per noi, le parole di Gesù. Il Regno di Dio è dentro di voi. Nell'anima di ognuno di noi c'è tutto questo Regno di Dio, questo mondo sopranaturale che non è visibile, non è sensibile, non si può prendere. Ma non per questo è meno reale. Se Gesù ha detto il Regno di Dio,
è dentro di voi, è perché veramente il regno di Dio è dentro di noi. E quindi dobbiamo dedicare alcuni, queste due catechesi, questa di adesso e quella prossima, a conoscere questo regno di Dio in quanto è dentro di noi. Allora, quali sono i concetti fondamentali per cui noi parliamo di una vita sopranaturale?
Facciamo sempre il paragone con la vita naturale. Se io prendo un pupazzo che ha una testa, due mani, gambe, perché dico che il pupazzo non è un vivente e io sì? Se abbiamo fisicamente, abbiamo le stesse qualità. Evidentemente il pupazzo non ha certi organi interni, non ha un cervello, un fegato, un cuore.
Però neanche questo giustificherebbe la vita. La persona quando muore ancora ha un cervello, ancora ha il cuore, ancora ha gli organi. Qual è la differenza? La differenza è in un principio più interno che è l'anima. C'è un principio spirituale per la vita naturale che rende possibile che la persona sia vivente. Parliamo adesso della vita sopranaturale. La vita sopranaturale deve avere un principio, così come la vita naturale ha l'anima.
Perché l'anima stessa sia elevata a una vita superiore, ci vuole nell'anima un altro principio. Questo principio, chiamiamolo così per capirci, questo motore che accende la vita superiore in noi, è quello che noi chiamiamo la grazia, la grazia santificante. Molto spesso parliamo della grazia, la grazia di Dio, speriamo che il Signore mi faccia la grazia, tale persona non vive in grazia di Dio.
Che cosa è la grazia santificante? La grazia santificante si dà in ogni persona che, dopo aver ricevuto il battesimo, non è caduta in peccato mortale, o se è caduta, una volta confessata, la grazia di Dio si trova presente in lei. Questa grazia, che cosa è in noi? È quello che dicono i nostri teologi, è un...
una qualità sopranaturale, un abito. Allora, tutta la terminologia piuttosto precisa, teologica, catechetica, la trovate nel testo che vi mando. Io cercherò di spiegarvelo con parole più semplici. Immaginate, un abito in me si dà per la ripetizione di atti. Mettiamo un esempio, la persona che comincia a fare atti di umiltà.
Comincia a fare molta fatica, viene umiliata, però ha pazienza, resiste una volta. All'inizio è difficile, però siccome insiste, ripete e ripete, sempre gli diventa più facile. Quello che all'inizio era difficile comincia a diventarle facile essere umile, perché si è abituato a realizzare tanti atti di umiltà che poi si dice che ha l'abito dell'umiltà, è abituato.
La umiltà si rende presente in una maniera stabile e non soltanto ogni tanto. Bene, così c'è questa vita di Dio, questa vita divina, questo regno di Dio che si dà in una maniera stabile in noi. E questo è la grazia santificante.
Il protestantesimo dice che questa grazia esiste però fuori di noi, non dentro di noi. Dicono che noi siamo stati giustificati, però così come questa è la mia persona, io ho uno scudo che mi protegge dall'esterno. Invece non è così per un cattolico.
I cattolici sappiamo che la nostra natura è ferita dal peccato originale, che la nostra natura tende al peccato, però la grazia guarisce la nostra natura. È la grazia ciò che fa guarire questa ferita del peccato, sia originale sia di quello che commessi deliberatamente. Perciò questa, siccome c'è un principio teologico che dice che l'amore di Dio infonde e crea la bontà nelle cose,
L'amore di Dio per le creature è la causa della bontà delle cose stesse. L'amore che ha Dio per me è un vero motivo per cui io devo gioire e devo riconoscere di avere dei beni in me. Perché Dio ha creato il bene in me. E quindi, quello che fa il Signore...
attraverso il suo amore in noi e donarci un po' di quella vita divina, di quel regno di Dio, ci dona una parte, in qualche maniera, per capirci. Questa vita di Dio è quello che noi chiamiamo grazia santificante. Che produce la grazia santificante in noi? Ci sarebbero tante cose da dire, no?
Però voi pensate, il fatto che un'anima sia in grazia per Sant'Omaso d'Aquino vale più del bene di tutto l'universo, dell'universo intero. E questo per noi è fondamentale e non dobbiamo mai spaventarci se dire che significa questo. Significa che io mi rendo partecipe della natura divina.
Cioè che la natura di Dio è un po' ricevuta nella mia natura. E sì, è questo. Lo dice Gesù stesso, lo dice la Sacra Scrittura. Per esempio la seconda lettera di Pietro. Con questi beni ci ha donato beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina.
Dunque, per ricordare, così come in me la umiltà può diventare un abito che mi rende umile, così in me posso avere l'abito, posso avere in maniera abituale il regno di Dio che mi rende più simile a Dio. Questa è la cosa meravigliosa della grazia, che non si tratta come, per esempio, un vestito che rimane nell'esterno.
La grazia agisce nell'interno dell'anima, la guarisce. Questa è la grazia santificante. Ed è talmente grande questa grazia, questa presenza del Regno di Dio in noi, che Sant'Omaso da qui non dirà che vale di più.
Il bene di grazia di una sola persona. Pensate al bene di grazia quando una persona è battezzata, per esempio. Vale di più un bene di grazia di una persona che il bene di natura, di vita naturale del mondo intero. E nella scrittura, nei papi, nella liturgia troviamo delle espressioni veramente altissime su questo mistero.
Questo mistero che è la grazia santificante che mi rende più simile interiormente a Dio. Un pochino. Nei santi questa grazia è talmente grande che si manifesterà molto nell'operare loro, nell'agire loro. In qualsiasi persona che non sia caduta in peccato mortale c'è questa grazia, questa presenza del regno di Dio che ci rende più simili a Dio. Guardate l'espressione di San Pietro nella seconda lettera.
Con queste ci ha donato beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina. Lo conferma anche la liturgia della Chiesa, che il giorno dell'ascensione del Signore dice che il Signore è stato elevato in cielo affinché ci possa rendere partecipi della sua divinità.
Partecipe colui che prende parte, prende un po'.
Queste sono realtà spirituali, non è come una realtà materiale che io strappo una parte, no. Posso ricevere, senza toccare, senza alterare l'altra parte, posso ricevere un bene spirituale. Come un alunno riceve una parte della scienza del suo insegnante, del suo maestro, senza che per questo il maestro perda la sua scienza, così Dio dà di sé, dei suoi beni, dà di questo regno suo, di questa vita divina, dà un po' a noi.
E quindi la nostra persona diventa veramente tempio della Santissima Trinità. Perciò San Leone Magno dice, riconosci Cristiano la tua dignità e reso partecipe della natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo con una condotta indegna. La presenza di questa grazia, che ripeto, è una qualità sopranaturale,
inerente in noi, interiore, che mi rende partecipe della natura di Dio. San Giovanni della Croce dirà, in questa vita non c'è cosa più alta di questa, non c'è nulla di più grande di questo. Cosa produce in noi la grazia santificante? Ci rende veri figli adottivi di Dio. Siamo veri figli anche perché somigliamo a Lui, grazie alla Sua azione in noi.
Nessuno di noi potrebbe realizzare un'azione divina, come un animale non può realizzare un'azione umana, come una pietra non può realizzare un'azione animale. Noi non avremmo in noi, nella natura, la capacità di realizzare una preghiera, un'elevazione della mente a Dio, un pensiero sopranaturale. Non abbiamo questa capacità, questa capacità ci viene, ci viene data.
Ci rende veri figli adottivi di Dio, ci rende veri eredi di Dio. Ereditiamo il paradiso, ereditiamo la unione con Dio. Ci rende fratelli tra noi, coeredi di Cristo. Ci conferisce la vita sopranaturale, ci rende giusti e graditi a Dio. Ci dona la capacità di meritare sopranaturalmente un'azione come cucinare per una mamma.
può diventare un'azione sopranaturale per questa presenza della grazia. Se una mamma cucina, sta conferendo a quell'azione umana una elevazione, l'elevazione che le viene dallo stato di grazia in cui si trova. Per cui cucinare, stirare, qualsiasi cosa uno può fare, acquisisce questa elevazione sopranaturale.
ci unisce intimamente a Dio e ci trasforma in templi vivi della Santissima Trinità. Prima cosa, allora, la grazia santificante. Troverete testi per ricordare i principi fondamentali. La seconda cosa che dobbiamo ricordare è questa. Quando noi parliamo sempre della vita naturale, della vita umana, normale, abbiamo detto che esiste certo un principio che è l'anima, no?
Però l'anima ha quello che si chiamano le potenze, per esempio la intelligenza e la volontà. Non sono lo stesso dell'anima. Per esempio una persona sta dormendo, non sta studiando, non sta pensando, sta dormendo, però l'anima non è andata via. Quindi quando inizia a pensare lo fa attraverso la sua potenza dell'intelligenza e quando ama lo fa attraverso la sua potenza della volontà.
Bene, la grazia santificante, in noi presente, non indica qualcosa di attivo, non è che si mette all'azione necessariamente. Ci rende in uno stato, però non dice allora ti fa fare questo, no. Queste saranno le potenze sopranaturali, che sono le cosiddette le virtù infuse, le virtù che Dio dà.
Per esempio, sono tre. Le fondamentali sono le tre virtù teologali che sono la fede, la speranza e la carità. Queste sono le capacità nostre per realizzare azioni, per esempio con l'intelligenza. L'intelligenza può conoscere a livello naturale, ma la mia intelligenza può conoscere le realtà di Dio, può conoscere le realtà superiori, può conoscere i misteri della fede.
Per esempio, la nostra intelligenza vuole conoscere chi è Maria. E questa elevazione viene dalla virtù teologale della fede, che si trova fondata, evidentemente sostenuta, nella grazia santificante. Però c'è questa virtù della fede, della fede teologale. La seconda virtù è la speranza. Noi desideriamo mangiare, desideriamo vivere, desideriamo la felicità. Desiderare e sperare il paradiso,
anche una certa certezza di arrivare in paradiso, appartiene a una virtù teologale, alla virtù della speranza. E la terza, quella che vale più di tutto, che è la carità, l'amore di Dio, amare Dio. Noi amiamo le cose che sono a noi convenienti, però amare Dio è un dono di Dio stesso. E Dio lo fa non perché lui abbia bisogno di essere amato, lui è perfetto, lui ha tutto.
Vuole essere amato però. Si è fatto uomo, è morto in croce per suscitare in noi l'amore. Sì, vuole essere amato perché amarlo è il nostro bene. E siccome noi non riusciamo a fare queste opere, soprattutto questa opera la più grande che è amare Dio, senza la quale nessuna delle altre ha senso, la fede, la speranza. La Sacra Scrittura dice che anche i demoni credono, hanno fede, ma tremano perché non hanno amore.
Quindi queste sono le tre capacità, per così dire, per cui la grazia santificante può attuarsi. Fede, speranza e carità. Sono quelle che nel direttorio di terzo ordine troverete come le virtù della trascendenza insieme ad altre. Sono le virtù che Dio solo può infondere in noi. Non possono venire da noi. Però attenzione, sono sempre capacità.
capacità dell'intelligenza di arrivare ai misteri, quindi l'intelligenza che viene elevata per la fede, la speranza che alcuni attribuiscono sempre alla memoria, per esempio San Giovanni della Croce, la memoria viene purificata dalla virtù teologale della speranza, e la carità, quindi il nostro affetto, la nostra volontà, che viene elevata per amare Dio e non amare le cose del mondo.
Come si accendono però? Perché sono capacità. Io in questo momento, per esempio, sono seduto o una macchina, per esempio, ha la capacità di muoversi, però ha bisogno di una benzina, ha bisogno di quello che la renderà efficace.
non solo che le darà la possibilità di trasportare, ma qualcosa che realizzi il fatto che trasporti. Quindi una macchina ha tutte le capacità e noi abbiamo la fede, la speranza e la carità, che sono capacità.
Però come si accendono, per dirlo? Attraverso un'altra grazia che sono le chiamate grazie attuali, la grazia che attua, che realizza l'operazione. Perché diciamo questo? Perché anche se io ho la capacità della fede, non è che io con le mie forze naturali la posso accendere. No. La stessa capacità non si accende da sola. La macchina non si mette da sola la benzina.
La macchina ha la capacità, ma ha bisogno che qualcuno la accenda. Bene, allo stesso modo le virtù teologali hanno bisogno che qualcuno le accenda e non posso essere io stesso, deve essere Dio. E' sempre Dio ad accendere la fede, la speranza e la carità soprattutto. Perciò sono tre virtù che bisogna fare tante cose, però la fondamentale è pregare, è chiederle.
la fede, la speranza e la carità. E quindi lì riceviamo quelle cosiddette grazie attuali. Sono il momento in cui attuiamo, si mettiamo per atto queste tre virtù. Infine abbiamo i doni dello Spirito Santo, che sono sette. Il vero dono della nostra anima è lo stesso Spirito Santo.
Però lo stesso Spirito Santo rende più adatte altre facoltà. Abbiamo parlato della fede, della speranza e della carità, però immaginate, esistono alcuni doni di cui abbiamo bisogno, per esempio, per prendere decisioni. Per esempio, il dono di consiglio.
O il dono di fortezza. Uno nei martiri, per esempio, vede atti di fortezza superiore a qualsiasi facoltà umana. Cioè l'essere umano può essere forte, anche a livello naturale. Può resistere. Il mondo pagano resisteva in nome di certi onori. I martiri vediamo che resistono, però più del normale. Addirittura rallegrandosi della morte. Pensate ai martiri di Barbastro.
Andavano cantando, andavano al martirio come a una festa, si dice. E come mai questa fortezza talmente superiore? Per il dono dello Spirito Santo della fortezza. Lo Spirito Santo suscita in noi questi doni. Voi troverete descrizione di tutto questo nel testo che vi lasciamo per approfondire. Però sappiate che tutte queste cose, allora ricapitoliamo, la grazia santificante,
le virtù teologali, le grazie attuali e i doni dello Spirito Santo, tutti questi formano quello che si chiama la vita sopranaturale in noi. E questo vale più dell'universo intero, vale più di qualsiasi cosa tu possa fare in questa vita. E vale più che tu dedichi molto ad aumentare la grazia in te, per fare del bene, per esempio, a quelle che ti stanno vicino, che parlare o che agire con le forze naturali.
Ricordatevi sempre, qualsiasi azione fatta in grazia è un'azione elevata, è un'azione che può essere sopranaturale, però non sempre siamo consapevoli di questo. Bene, questa è la prima parte della vita sopranaturale. Nella prossima lezione parleremo della corona, del punto più alto della vita sopranaturale in noi.
che è la presenza di Dio nell'anima, la presenza della Santissima Trinità in ogni anima battezzata e in ogni anima in grazia di Dio. Di questo tema, che è la corona di tutto quanto abbiamo detto, il punto più alto della vita sopranaturale, parleremo nella prossima lezione. Un caro saluto a tutti e Rege o Maria.