Chiediamo luce allo Spirito Santo chiedendo la grazia della conoscenza di noi stessi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Vieni Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Manda il tuo Spirito e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della terra.
Preghiamo. O Dio che hai illuminato i cuori dei tuoi fedeli con la luce del tuo Spirito, concede a noi di gustare ciò che è sempre retto e giusto e di godere sempre del suo celeste conforto. Per Cristo nostro Signore. Amen. Nostra Signora di Loreto prega per noi, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Carissimi amici, benvenuti a questa...
quattordicesima catechesi, dove ci troviamo nel contesto, nella tappa della conoscenza di noi stessi, quello che San Luigi Maria esige prima di passare alla conoscenza della Madonna e da lì alla conoscenza di Gesù. E oggi dobbiamo toccare un tema che appartiene alla conoscenza di noi stessi. San Paolo diceva così, lo abbiamo sentito nella lezione precedente,
io realizzo il male che non voglio, perché? Per il peccato che abita in me. Quindi c'è un peccato, c'è una realtà di peccato che noi chiamiamo concupiscenza, che non è necessariamente il peccato attuale commesso, ma è la tendenza al peccato, è l'affezione, è quella inclinazione a peccare che è presente in me. E quello che riguarda il dogma, un dogma della nostra fede,
è quello del dogma del peccato originale. È un dogma di fede questo. Chesterton ride, diciamo così, perché vede a tanti che cercavano di innegare questa realtà del peccato originale. Lui diceva che i scienziati moderni sempre dicono che prima di qualsiasi indagine bisogna partire da un dato di fatto, da qualcosa che esiste.
E gli antichi, le persone religiose del mondo pagano, il dato di fatto, il punto di partenza per loro era il peccato, era il male. Da lì iniziava la purificazione. E questi erano i pagani.
Perché? Perché dice Chesterton che gli uomini commettono peccati è un dato di fatto come sono le patate, dice lui. Per esempio, voi pensate, dimostrami che, se io dico a un italiano, dimostrami realmente che esiste il caffè. Non c'è bisogno di dimostrarlo, è un dato di fatto che il caffè in Italia esiste, per mettere un esempio.
Dallo stesso modo possiamo dire che secondo Chesterton, come il caffè è un dato di fatto, una verità evidente, lo è la realtà che gli uomini peccano. Ed è più reale parlare del peccato che della virtù. È più facile per noi acquistare un vizio che acquistare una virtù. Pensate voi che è più facile arrabbiarci con chi mi offende o fare l'atto di umiltà profonda una volta offeso. È più facile, si può fare l'atto di umiltà, molti lo fanno, certo.
ma è più facile per noi arrabbiarci. E Chesterton dice, ai nostri giorni, purtroppo, alcuni teologi, dice lui, alcune persone che sarebbero anche cattoliche, vogliono mettere in discussione il peccato originale. Parleranno, dice lui, della tanto contestabile, o almeno che potrebbe essere messa in dubbio, la capacità che ha l'acqua di lavare,
Metteranno l'accento più su questa acqua che può lavare che sull'incontestabile realtà della sporcizia. Si parlerà molto della capacità di lavare, però di nessuna sporcizia da lavare.
Dice lui, certi nuovi teologi mettono in discussione il peccato originale che è l'unico aspetto della teologia cristiana che può veramente essere dimostrato. Lui diceva, basta vedere la realtà degli uomini di tutti i tempi, basta vedere i bambini, dalle volte, che nonostante la loro innocenza ha sempre quella tendenza a farsi vedere, all'egoismo, a prendere le cose per loro, per se stessi.
Noi dobbiamo parlare molto di questo tema, perché se noi non ragioniamo su questa verità, molto probabilmente, dice Chesterton, perdiamo la libertà, dice lui. Se io non capisco che in me c'è una legge che mi porta al peccato, se io credo che sono troppo buono, sono ottimista su me stesso, cosa rimane?
per il mio acquisto della virtù se io giustifico il male o se lo nego o se cerco di nasconderlo cosa rimane per me? quindi l'esistenza del peccato originale è una verità alla quale noi dobbiamo aderire siamo tenuti a crederci perché è un dogma di fede è solo che diversamente dagli altri dogmi
Gli altri dogmi sono anche misteri. Questo è un mistero, sì, però è l'unico che può essere dimostrato in fondo. Però il Catechismo della Chiesa, troverete al numero 402 e 405,
Dice tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo, siamo tutti coinvolti lì. Noi non abbiamo commesso questo peccato, lo ha commesso Adamo, che era una persona, altrimenti non c'è peccato di una cosa generica. E quindi...
come a causa di un solo uomo, dice la lettera ai Romani. Il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Quindi tutti ci troviamo dentro gli effetti di questa colpa. Non l'abbiamo commessa, però tutti riceviamo gli effetti della colpa. La morte è entrata per la colpa di Adamo, la sofferenza, la tristezza.
Perciò dice il numero 405, il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Io, personalmente, non ho mangiato la mela che ha mangiato Adamo, l'ha mangiata lui. Però, per quell'azione sua, siamo coinvolti tutti noi per essere sua discendenza.
Consiste quindi questo nella privazione della santità, questo effetto del peccato di Adamo, privazione della santità iniziale, originaria, della giustizia originale. Ma la natura umana, dice il Catechismo, non è interamente corrotta, non siamo condannati, è ferita, dice. Nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, Adamo e Eva non erano ignoranti prima del peccato, conoscevano tutto.
Avevano ordini anche in tutte le potenze, non avevano altre leggi, una legge contraria allo Spirito, no? Sono stati sottoposti alla sofferenza, al potere della morte e inclinati al peccato. Il Battesimo a noi ci toglie la colpa di questo peccato, però non ci toglie dagli effetti, dal fatto che la natura sia ferita. Io...
Mi è sembrato opportuno raccontarvi come lungo tutta la storia della Chiesa si è voluto sempre negare il peccato originale.
Andiamo a fare un po' di storia, storia soprattutto riguarda qualche storia della dottrina cattolica. Sapete benissimo tutto l'inizio della Chiesa parte da una schiera di martiri che davano la vita per Gesù Cristo. Catacombe era il luogo dove venivano seppeliti i martiri, perciò si rendeva culto. Quante catacombe sappiamo che esistono in Italia.
E nel anno 313, forse lo sapete, si inizia con l'editto di Milano, già la fine della persecuzione della Chiesa, e non solo la fine della persecuzione, ma fanno del cristianesimo la religione ufficiale dell'impero. Quindi molti, venuti anche da altre nazioni, venivano battezzati.
L'imperatore Teodosio proibisce i culti pagani ancora in vigore nell'anno 391. Bene, questo è il periodo della grande espansione della Chiesa, no? E qui dove si celebrano grandi costruzioni di chiese, basiliche, grandi concili ecumenici, l'istituzione della Domenica, fioriscono le catechesi, fiorisce la liturgia.
però è anche un tempo di rilassamento, perché già non c'era la situazione che portava o spingeva a una grande eroicità, come era quella dei martiri. I cristiani cominciano quindi a accomodarsi, il mondo già non era un luogo tanto ostile.
Il martire, colui che amava più Gesù Cristo, rimaneva nel mondo per rendere testimonianza sua con la sua morte. Adesso quelli che più amavano Dio andavano al deserto, perché il mondo offriva troppe comodità. Dopo la conversione degli imperatori, sottolineava San Girolamo, dopo che si sono convertiti gli imperatori, la Chiesa è cresciuta in potere e ricchezza, però è diminuita nella virtù.
Queste opzioni radicali di andare al deserto di tanti, che non volevano un cristianesimo comodo, quindi andavano al deserto per una donazione totale o dimostrare un amore più grande, e quello l'inizio della vita religiosa, se si vuole, in qualche maniera, trovò tanti oppositori. San Giovanni Crisostomo stesso diceva, ha scritto un opuscolo sulla difesa della vita monastica.
Tuttavia, gli enormi conflitti interni della Chiesa in quel tempo, ancora più che nel campo della vita morale, erano nel campo dottrinale. Perché? Perché molta gente che era accomodata esigeva un cristianesimo più rilassato. Quelli che rimanevano nel mondo e che godevano di questa comodità che l'ordine temporale offriva alla Chiesa, volevano anche una dottrina più comoda.
Sono passati da una situazione sociale a una situazione dottrinale. E qui, quindi, ci troviamo nel tempo anche delle grandi eresie, e pertanto delle grandi definizioni, perché per le eresie è lì che sorgono i grandi concili, che definiranno la fede cattolica in Cristo, la Trinità e la Grazia. Io vi parlerò di due eresie che sono sorte in questo periodo.
che sono l'Arianesimo e il Pelagianesimo. Ario era un presbitero di Alessandria, sempre nel Trecento siamo, appena dopo l'editto di Milano. Lui insegnava che Gesù Cristo non era vero Dio, era la persona che più ha somigliato a Dio.
però che Gesù Cristo non era proprio il Verbo Eterno, era anche una creatura, come noi, solo la creatura più unita a Dio, talmente unita a Dio che Dio opera la redenzione attraverso di Lui, però non lo considerava vero Dio, vero figlio di Dio. Questo riporta a una verità su Cristo molto scarsa, perciò la liturgia come reazione a questo, in tutte le liturgie, pensate voi anche la liturgia,
la liturgia copta, quanto si loda la divinità di Cristo. Era la risposta a Ario. Erano anche risposte catechetiche a colui che negava la divinità di Cristo. Pelagio invece era un monaco di origine britannica, siamo sempre nello stesso periodo. Pelagio era molto duro, molto esigente, molto severo. E lui vedendo il rilassamento morale di tanti che dicevano no, noi dipendiamo dalla grazia, Pelagio reagisce in maniera esagerata.
Dicendo che non è solo la grazia, anzi, la grazia è semplicemente ciò che rende più facile le operazioni che tu con la tua forza puoi realizzare. Quindi, le azioni sopranaturali non sono più sopranaturali, sono naturali. Quindi, non essere pigro, datti da fare, tu con le tue forze puoi portare una vita cristiana e la grazia ti la renderebbe al massimo più facile. Però che non c'è bisogno della grazia.
Se non c'è bisogno della grazia, non c'è bisogno della preghiera per chiedere la grazia. Bene, la Chiesa reagisce molto chiaramente contro le due eresie.
E sono tanti santi che hanno reagito al loro tempo, no? Sant'Atanasio, Sant'Ireneo, contro specialmente l'Arianesimo. Abbiamo San Girolamo e Sant'Agostino, fra altri, contro il Pelagianesimo. Sant'Agostino ha scritti molto duri contro di loro. I Pelagiani, quello che Pelagio lo faceva con un carattere piuttosto severo, se si vuole, no? Di ascetico anche.
I pelagiani però credono che l'uomo possa compiere tutti i comandamenti di Dio senza la grazia, sottolinea Sant'Agostino, che non abbiamo bisogno del dono del suo spirito per realizzare quello che sappiamo di dover fare. Pretendono che i bambini nascano senza il vincolo del peccato originale. Cioè, in poche parole Pelagio diceva, guarda, la natura è buona, la natura è buona, quindi dati da fare. Al di là, se la sua intenzione fosse buona,
La sua espressione è gravemente eretica, gravemente pericolosa, perché in fondo i pelagiani di oggi non seguono la via ascetica di Pelagio, ma seguono quell'ottimismo sulla natura. La natura è sufficientemente buona, non devi tanto pregare, non devi ricevere i sacramenti. Perché andare a messa la domenica se tu puoi fare interiormente un atto interiore?
Queste sono le conseguenze di Pelagio, o sono i pelagiani di oggi. Noi viviamo in un tempo, come dice il padre Iraburo, al quale io seguo in tutto questo, di pelagianesimo o almeno semi-pelagianesimo. Quindi queste due eresie sono le due eresie che, da una parte, negano che Cristo sia,
vero Dio, attribuendo alla natura di Cristo tutti i meriti, tutta la grandezza spirituale. E Pelagio lo stesso, per esigere, allo scopo di esigere una vita più radicale, più esigente, più sacrificata, parlerà dell'ottimismo nella natura. Sono atti che non hai bisogno di aspettare che Dio ti conceda la grazia, ma tu lo puoi fare. È strano perché sono due eresie diverse.
Però non è strano che quando venivano perseguitati gli ariani andavano dai pelagiani a nascondersi. E quindi sono due resie molto, molto legate ed è sempre la tentazione dell'uomo di credersi al di sopra della realtà divine o credersi che può prescindere dalla realtà divine. Pensate voi con questo tempo del coronavirus, quante persone...
hanno con molta semplicità, no, no, non ci vado a messa la domenica perché forse esiste la possibilità di contagio. Probabilmente si nasconde un po' di paura, sì, però evidentemente quella persona non ha un'idea chiara della necessità che ha della grazia. Le sembra che la grazia è una cosa secondaria, perché quella persona rischia la vita per andare a comprare il cibo, se è malato rischierà per andare a comprare una medicina.
Ma l'anima può vivere senza l'Eucaristia. Chi non mangia la mia carne non ha la vita eterna, dice il Vangelo. Ecco perché, purtroppo, non siamo esenti di Pelagianesimo e tutto è orientato sull'ottimismo riguardo la natura. La natura, siamo abbastanza buoni già di per sé.
Guardate, senza la grazia, dice Santo Masso d'Aquino, l'uomo è peggio delle bestie. Peggio di una bestia. Perché la bestia, un animale, un cane, un gatto, raggiungono tutti i loro beni, a cui sono chiamati, con il loro agire. L'uomo non è chiamato ad essere un animale, è chiamato alla grazia, è chiamato a questo.
Quindi non può non degradarsi senza aspirare a questo. Quali sono i punti dell'atteggiamento di queste due eresie? Noi viviamo in un tempo di Pelagianesimo silenzioso soprattutto, no? Anche di Arianesimo, quando uno va a Messa e Gesù Cristo è uno in più.
quando Gesù lo si tratta come si tratterebbe una cosa, quando non si ha quella venerazione per le cose sacre, quel rispetto dovuto alla realtà sacra. Uno purtroppo sente parlare di celebrazioni eucaristiche piene di quella poca concezione di Gesù Cristo come vero Dio, un vero arianessimo, condannato dalla Chiesa, combattuto dai Santi, che nella pratica si ripete.
Pensate comunque riguardo la natura, perché a noi ci interessa parlare di questo peccato originale, il pelagianessimo. Quanto spesso si sente anche all'interno della Chiesa parlare bene dell'uomo in quanto uomo e si parla come valori fondamentali, valori meramente umani, quali la libertà, quali l'allegria o la bontà della persona in se stessa.
la fratellanza è tutto molto molto confuso Papa Francesco infatti nel 2013 lui molto chiaramente spiegava come la Chiesa non è una ONG la Chiesa diceva il Papa Francesco in un Angelus non è un negozio non è un'agenzia umanitaria Papa Francesco nel 2013
La Chiesa non è una ONG. La Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo. Non porta se stessa, se piccola, se grande, se forte, se debole. La Chiesa porta Gesù e deve essere come Maria quando è andata a visitare Elisabetta. Chi portava Maria? Gesù. La Chiesa porta Gesù, questo è il centro della Chiesa.
Se per un'ipotesi, dice, concludeva questa parte, una volta succedesse che la Chiesa non porta Gesù, quella sarebbe una Chiesa morta. La Chiesa deve portare la carità di Gesù, l'amore di Gesù, la carità di Cristo. Noi abbiamo un Pelagianesimo silenzioso, perciò il Papa ci avverte. Ci sono tanti autori che oggi...
sosterranno in maniera diretta gli errori pelagiani e lo fanno sempre in maniera sottile quando si parla della non necessità dei sacramenti voi pensate in quante parti a me una volta è venuto un signore mi dice un uomo che andava a messa ogni domenica se c'era la messa durante la settimana ci andava un uomo di fede
E mi dice, padre, le posso fare una domanda? Sì, perché? Perché, dice, la Chiesa ha tolto quella bella tradizione della confessione. Dico, come l'ha tolta? E lui mi ha spiegato, trent'anni fa il parroco ci ha detto, basta di confessare, non si confessa più. Non c'è bisogno di guarire del peccato. Questo è pelaggio in stato puro. La natura va bene così com'è. La natura non va bene.
Senza la grazia l'uomo è peggio delle bestie. Gesù nel Vangelo utilizzerà frasi che non lasciano ombra di dubbio. Voi siete cattivi. Dice, voi avete per padre il diavolo, volete compiere i desideri del padre vostro. Io sono venuto perché abbiate la vita e la vita in abbondanza. Quale vita? La vita di grazia, per quello è venuto, non è venuto per altro.
Tutti eravate morti per le vostre colpe, dice San Paolo. Ma Dio, ricco di misericordia, ci ha fatti rivivere con Cristo. E conclude, per grazia siete salvati. Per grazia siete salvati.
Se veramente non si fosse pelagiani, nessuno si allontanerebbe dalla confessione e dalla comunione. Se non si credesse che veramente abbiamo un bisogno assoluto del Signore Gesù Cristo, se non abbiamo la consapevolezza, qualcuno, che l'unico scopo della Chiesa, come dice il Papa Francesco, è portare Gesù Cristo, non portare noi stessi, non portare gioia.
portare la gioia di Gesù Cristo in ogni caso, non qualsiasi gioia, umana o per quanto sia. Siamo in tempi di vero pelagianesimo. E che succede? Succede che quando la Chiesa diventa pelagiana, quando i membri della Chiesa diventano pelagiani, diventa un Vangelo meramente moralista.
Non si cerca più la persona di Cristo, ma si cercano solo alcuni precetti. La Chiesa consiste in alcuni obblighi. L'obbligo di andare a Mesa. In Germania l'obbligo di pagare la tassa per i poveri cattolici. E qui consiste solo in questo. Sono, alla fine, delle strutture dure, nonostante questo ottimismo finto nell'uomo. Si parla continuamente della adulazione dell'uomo in se stesso e senza Gesù Cristo.
Il mistero dell'uomo si illumina soltanto con il mistero del verbo incarnato, alla luce del verbo incarnato, dice il Concilio Vaticano II. C'è pelagianesimo quando il cristianesimo cade nel moralismo. Quando non si dà un valore fondamentale alla grazia, alla grazia come qualcosa da chiedere, da supplicare.
Quando viene diminuita la preghiera di supplica, Sant'Alfonso dice, tanti confessori vengono ai penitenti e gli dicono quali sono i loro problemi e loro semplicemente danno tanti consigli ma non parlano mai del primo consiglio che devono dare che è pregare. Perché senza preghiera, dice lui, non c'è salvezza. Sant'Alfonso parlava molto chiaramente al riguardo. Chi prega si salva.
Chi non prega si danna. Questo non l'ho detto io, lo dice Sant'Alfonso, dottore della Chiesa. Dice Sant'Alfonso, Contempla tutti i santi e beati in Paradiso. Toliendo quei bambini che per disegni divini sono stati immediatamente portati in Paradiso, tutti quelli che troverai in Paradiso hanno pregato. E tutti quelli che troverai nell'inferno non hanno pregato abbastanza. Questo dice Sant'Alfonso.
Perciò, come diceva Sant'Agostino, tutta la mia speranza è nella tua immensa misericordia. Dammi quello che comandi e comandami quello che vuoi. Così pregava Sant'Agostino. Dammi quello che mi comandi. Io non ho la forza di realizzarlo. Dammi, concedimi questo comandamento.
E come devo pregare? Soprattutto devo chiedere la presenza di Cristo nella mia anima, l'Eucaristia, la confessione, per riprendere la vita di grazia. Quindi, l'agianesimo consiste anche nella svalutazione dell'Eucaristia e dei sacramenti, nella sopravvalutazione dei mezzi. Qualcuno pensa che per fare molte azioni, per lo stesso motivo, acquisterà la grazia.
Sopravalutazione delle terapie naturali. Quanti cattolici ricorrono a yoga e altre pratiche orientali per sentirsi in pace? Tutte cose solo con le forze umane. Perché? Perché non si ha fiducia nel potere di Cristo. Perché Cristo, il Pelagianesimo coincide con l'Arianesimo. Cristo non avrebbe il potere di salvarmi. Non si considera Cristo reale.
È una immaginazione. Reale è l'uomo. Questo è Pelagianissimo. Questa è l'eresia attuale. La dottrina cattolica sul peccato originale, il padre Iraburo mette un solo esempio, che è sufficiente per mostrare come è questa azione della grazia in noi. Abbiamo già parlato della grazia.
nelle lezioni precedenti. Com'è questa azione della grazia in noi? E com'è la nostra collaborazione? Padre Iraburo dice, un papà prende il suo bambino nelle sue ginocchia, prende un foglio, una penna, il bambino non sa scrivere, e il papà le dice, scriviamo una lettera alla Madonna. E cominciano a scrivere tutti e due.
Immaginate che il bambino si rende conto che non sa scrivere e quindi si fa guidare dal padre. Il papà le dice, le diremo questo, le diremo questo. Il bambino lo scrive convinto. Scrive anche lui. Quando il papà le dice, Madonna ti voglio bene, aiutami a essere più santo, il bambino, anche se non capisce quello che scrive, è convinto. È come se le stesse scrivendo.
Nella pratica non lo scrive, è il padre. E siccome il bambino si fa guidare dal papà, questa lettera può essere anche di una bella calligrafia, può essere veramente anche una bella lettera, anche un motivo di riflessione per tanti. Però chi è che l'ha scritta? L'ha scritta il bambino, sì, però aiutato evidentemente dal padre, sostenuto dal padre.
La seconda possibilità è che il bambino metta la mano un po' più dura e quindi che il papà riesce più o meno a disegnare, però alla fine sono degli scarabocchi che non si capiscono tanto, però il bambino ha scritto la sua lettera.
La terza è che il bambino non voglia, che voglia disegnare, che voglia fare per conto suo e non potrà mai fare una lettera alla Madonna. Bene, rivolgerci a Dio, rivolgerci alla Madonna è un'azione sopranaturale, non naturale, sopranaturale. Se Dio Padre non mi guida interiormente, io non posso fare niente.
perché la natura è ferita, non è corrotta, è ferita dal peccato originale e tende verso il basso. Una mamma che deve educare il figlio, se non capisce il dogma del peccato originale, non lo saprà educare, non lo potrà educare. Non mi riferisco solo a castigarlo, mi riferisco a quei limiti necessari per quelle tendenze cattive che sono in tutti noi. E dall'altra parte ci sono attività superiori a noi stessi, superiori alla natura, che le stesse persone non si sanno spiegare.
È al di sopra la natura stessa, la natura non può tendere a questa fiducia, la natura prova orrore davanti alla possibilità della morte, alla stessa malattia. La malattia per noi è qualcosa che, quando è grave, è qualcosa che naturalmente la rifiutiamo. Provare pace è al di sopra, solo Dio, è molto bello questo perché è Dio che chiede, è Dio che ti chiede di fidarti di Lui.
E questo lui lo fa continuamente, lo predica, dice San Giovanni della Croce, a tutti noi. Continuamente Dio ci sta predicando. Fidati di me, abbandonati, non aver paura. Io sono qui per proteggerti, però se io non apro il cuore a questa predica, a questo incoraggiamento, non può agire in me per elevarmi. Molto spesso noi rimaniamo anche perplessi di certe cose per le quali sapevamo di non avere le forze e che in un momento di prova...
senza capire tanto il perché, lo abbiamo avuto. Quindi, prima cosa, la conclusione di questa catechesi, chiediamo ancora illuminazione allo Spirito Santo con le litanie, cercate ancora di contemplare la vita di Gesù e alla luce del Vangelo paragonarla alla vostra vita, però anzitutto partiamo di questo, c'è in noi una inclinazione al male che solo può essere guarita con la grazia di Dio e la grazia di Dio deve essere chiesta, dobbiamo pregare per riceverla.
Parleremo più avanti della necessità della preghiera. Però questo è per noi fondamentale. E sebbene noi siamo ottimisti nell'uomo, e sebbene il pessimismo sia anche un'eresia, veramente, un'eresia anche a livello naturale, umano, molto di più a livello sopranaturale. Il pessimista è una persona che, secondo Chesterton, secondo questo grande autore, è anche un eretico.
Però la visione realistica nostra è questa, che la natura nostra è ferita dal peccato, però può essere guarita con la grazia, che basta chiedere la grazia per riceverla. Chiedete come chi già ha ricevuto, dice Gesù. E questa convinzione per noi ci deve spingere a una ricerca delle cose sacre, in una maniera molto decisa, molto prioritaria. Prima le cose sacre, dopo le cose umane.
Così sia per noi e per tutta la nostra vita. Un caro saluto a tutti e Rege o Maria.